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Il libro- intervista di Dominque Chivot �Sant�Egidio, il Vangelo oltre le frontiere�, edito in lingua francese da Bayard, � il frutto di una serie di colloqui con Andrea Riccardi, il fondatore della Comunit�, che spaziano dalla sfida algerina alla memoria dei martiri del Novecento, dall�amore per i poveri di Roma all�impegno per la pace, al dialogo tra le religioni e con il mondo laico.
�La preghiera e l�azione, il radicamento a Roma e la diffusione capillare nel mondo: il movimento coltiva questo arricchimento permanente. Ogni iniziativa completa l�altra, ogni tappa precede la precedente�, afferma Chivot.
Pi� che una descrizione, il libro � un itinerario attraverso lo �spirito di Sant�Egidio�, che porta al cuore della Comunit�: il Vangelo vissuto come popolo e famiglia di Dio, il sogno di una coesistenza necessaria e possibile, l�intrecciarsi continuo di una dimensione personale, intima, quale � quella della preghiera costante e di una apertura sconfinata, aperta a tutte le sfide del mondo, da quelle della povert� alla guerra: �La Comunit� resta attaccata alle sue radici romane, perch� gli immigrati delle periferie �fuori le mura� come la preghiera della sera a Sant�Egidio la mettono in contatto con il mondo. Ad immagine della sua missione�.
Emerge con forza, da queste pagine, il sogno che anima la Comunit�, la cultura di pace e di solidariet�, di cui si fa portatrice.
�Che cosa sar� Sant�Egidio nel secolo che si apre ?� E� l�ultima domanda rivolta ad Andrea Riccardi. Che risponde: �Saremo una comunit� di cristiani che ascoltano la Parola di Dio e che cercano di vivere nel mondo vicino e lontano, che non � nulla in questa societ� complessa. Ma soprattutto, che vivono una grande gioia che ci libera dal pessimismo triste e sempre in agguato quando scrutiamo l�orizzonte del mondo. E� questa la gioia che ritrovo nelle nostre comunit�, non solo in Europa, ma in Africa e in America latina, perch� Sant�Egidio forma oggi in molte parti del mondo una fraternit� di comunit� che, con semplicit� e profondit�, cercano - come diceva Giovanni XXIII � di essere amici di tutti e particolarmente dei poveri. �.
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