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Il 2000 ci ha riservato una sorpresa. Si attendeva la pace ed invece sono arrivate le guerre. Alcuni conflitti vengono quasi seguiti in diretta, altri vengono completamente ignorati. Un fatto, tuttavia, resta indubitabile: le guerre si diffondono nel mondo e tutto lascia prevedere che questa condizione � destinata a durare.
Poi vi sono gli attori della guerra. Una volta i conflitti venivano dichiarati dagli stati con solennit� retorica. Oggi molte nazioni subiscono piuttosto le guerre. A scatenarle in modo subdolo sono le organizzazioni terroristiche, le multinazionali delle armi, la violenza dell'economia.
In questo contesto di grave inquietudine ha senso parlare di pace? La domanda � all'origine del libro di Andrea Riccardi, presidente e fondatore della comunit� di S. Egidio. Scrive nell'introduzione: Le chiacchiere sulla pace non sono particolarmente interessanti e probabilmente hanno stancato molti. Qui, tuttavia, si tratta di �ripensare cosa sia la pace, come arrivare alla pace, come rendere pi� stabile la pace interna e internazionale�. Insomma pi� che una realt� donata, la pace � una conquista. Alla proposta rivelatasi disastrosa di anticipare i terroristi con la guerra, Riccardi oppone la ricerca concreta di una pace preventiva.
Un libro nato negli ultimi anni a confronto con i problemi delle guerre. Alle tesi di S. Huntington sullo scontro delle civilt� e alle accuse lanciate ai cattolici da Oriana Fallaci, Riccardi risponde con una serrata riflessione sui motivi della pace, sulle risorse per viverla e realizzarla.
Un libro di grande interesse, un tentativo di scavalcare il pessimismo di chi si rassegna alla guerra.
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