Anziani tra le righe |
Anziani, vecchiaia, longevit�: sono temi che sempre hanno interrogato l'umanit�. L'et� anziana ha in s� un mistero: � il mistero stesso della vita davanti a cui nessuno � maestro o sapiente. Per questo vogliamo sfogliare pagine della letteratura, della filosofia, della saggezza popolare, dei testi sacri, dell'informazione per attingere al patrimonio di riflessione e di sapienza accumulato nei secoli. Cominciamo con una pagina di Susanna Tamaro tratta dal suo romanzo Anima Mundi. �Nei mesi trascorsi insieme ho imparato a conoscere la sua fragilit� e la sua forza.Della sua vita sapevo poche cose. Provava una sorta di pudore a parlare di s�. E' morta il due dicembre dell'inverno seguente. E' morta di quel lento abbandono di cui muoiono le persone sane e molto vecchie. Gi� nell'estate aveva cominciato ad avere difficolt� a camminare, in ottobre si era messa a letto. Non aveva voluto che chiamassi un dottore n� che la portassi in ospedale. Cos� ho cominciato a prenderla in braccio. Chiss� perch� mi aspettavo che fosse pesante, invece era leggerissima. Le prime volte sembrava essere un po' in imbarazzo, da troppi anni era lei ad occuparsi degli altri, non era pronta a sopportare il contrario. Dopo qualche giorno, per�, si � affidata. Invece di tenere la testa dritta, l'ha posata sul mio petto. In altri tempi quel contatto mi avrebbe irritato. Ma qualcosa era cambiato in me.La sua voce seguiva il declino del corpo, di giorno in giorno diveniva pi� flebile. Per non lasciarla sola ...dove andavo io veniva anche lei. Quella improvvisa intimit� ci aveva portati a darci del tu. Con il tu era nata un'altra dimensione di rapporto. Un giorno ha detto:"Sono venuta qui per morire da sola. Volevo andarmene con discrezione, senza dare fastidio a nessuno. Invece sei arrivato tu e adesso tutto ruota attorno a me. Mi tocca venir trasportata dalla mattina alla sera come fossi un Gran Visir". Alle volte era pi� triste, si lamentava del fatto che mi occupassi troppo di lei. "Non ne vale la pena", diceva. "Vai a passeggiare, vai a svagarti. Sei giovane, hai tanta energia nel corpo." " Non c'� nient'altro che voglia fare, se non questo." " Per punirti?" aveva chiesto lei. "No, per mortificare il tuo orgoglio." La mia battuta l'aveva fatta sorridere. " Hai ragione, con l'et� l'orgoglio peggiora." E' stata lucida fino agli ultimi giorni, in quelle ore non l'ho mai abbandonata. Quando ha preso la mia mano tra le sue e ha mormorato "scusa" la pioggia batteva sui vetri. Ha smesso di respirare poco prima dell'alba. L'ho pettinata, lavata. L'ho composta sul letto. A fianco ho acceso due candele bianche. Poi ho messo la giacca a vento e sono andato a fare una passeggiata. Camminando pensavo al lungo anno trascorso insieme, alla sua gioia e alla sua durezza. Pensavo al caso che aveva fatto incontrare le nostre vite, al fatto che, forse, fin dal momento della mia nascita, io ero destinato ad arrivare in quel posto. In quell'anno tutte le incrostazioni lentamente erano scomparse. Non avevo pi� paraocchi n� stampini per vedere le cose. L'intelligenza si stava stemperando in qualcos'altro. A questo qualcosa non avevo ancora dato un nome, sapevo per� di averlo gi� incontrato almeno una volta. Era stato quando, da ragazzo, avevo accarezzato gli agnelli che andavano a morire. Era stato appena un lampo. Un lampo che aveva svelato una forma diversa di comprensione. Adesso sapevo che si trattava soltanto del sentimento della compassione. Pi� volte, osservandola nella luce incerta delle fiammelle, ho avuto l'impressione che sorridesse." Adesso hai capito ", mi aveva detto uno degli ultimi giorni. "E' una domanda?" "No, � un'affermazione." " Capito cosa?" " La cosa pi� semplice, cos'� l'amore." " E cos'�?" " E' attenzione."
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