Anziani tra le righe

Avvenire  29 0ttobre 2003

�C�� voluta la morte perch� l�opinione pubblica accettasse di rendersi conto della solitudine terribile degli anziani�. Cos� il cardinale Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi, commenta le decine di vecchi falcidiati dalla canicola, in Francia come altrove. Ma � solo la punta emergente di un dramma assai pi� vasto.

Eminenza, come spiega che la societ� urbana generi tale solitudine?

�Da circa mezzo secolo abbiamo assistito alla disgregazione della famiglia e, di conseguenza, al declino del saper vivere di tutta la societ�. Le cause sono morali ma anche pratiche, ad esempio l�organizzazione moderna delle condizioni abitative. Si costruisce in fretta, molto in fretta, a basso prezzo, offrendo i vantaggi oggi pi� ambiti � spazio, luce naturale, comodit� materiali � a costi il pi� possibile ridotti, per massimizzare la redditivit� dell�investimento. Questo porta alle chiusure e alle esclusioni che organizzano l�isolamento a scapito della convivialit�.; lo stesso vale per l�organizzazione del tempo, per i trasporti e la grande distribuzione. Tutto ci� ha provocato esclusioni impossibili da correggere, anche facendo saltare le barriere dei quartieri popolari sostituendoli con pseudo-paesi di villette a schiera. Dove sta l�errore? Nel concepirli non si � tenuto conto calcolando la redditivit�, del fattore umanit� che non si misura in cifre e non frutta niente, ma il cui disprezzo finisce per costare carissimo. E� possibile con gli strumenti della tecnologia, reintrodurre saggezza umanitaria in quanto � stato concepito con razionalit� economica? E� questa la sfida fondamentale della nostra civilt��.

Siamo ancora in tempo a ripristinare il vivere comune?

�Osservi cosa viene chiesto alle istituzioni dopo il dramma di quest�estate: la gente vuole nuovi strumenti sociali e ospedalieri a servizio degli anziani. Si va dunque nella direzione di rafforzare le misure in favore dei vecchi soli, come all�altro capo della catena si predispongono assistenze tecniche e professionali per la prima infanzia, per i giovani, eccetera. Lo Stato, la societ�, le organizzazioni finanziano a loro volta misure suppletive professionali o commerciali. E la stessa logica che segmenta la nostra societ� in target commerciali. Questo approccio si fonda complessivamente su una visione riduttiva degli uomini: che non sono solo gruppi di consumatori di beni materiali o di opinioni�.

Concretamente, come sviluppare maggiore umanit� e convivialit� nell�organizzazione sociale di un�immensa citt�?

�Affinch� i politici e i responsabili dell�ordinamento della vita sociale possano pervenirvi, � necessario che la popolazione stessa imponga un�altra scala di valori, e innanzitutto la viva. Si tratta dunque di una scelta spirituale che sta all�origine delle decisioni politiche. Qualunque sia la natura delle proprie convinzioni, ciascuno deve interrogarsi sulle proprie scelte di vita e soppesarne il valore in rapporto alla dignit� di ogni uomo. Pi� si sviluppa l�organizzazione tecnico-sociale ed economica, maggiore forza spirituale e coraggiosa libert� occorrono per restare padroni della direzione da prendere�.

Come mettere in atto questa �forza spirituale�?

�Non sono solo la tecnica e i mezzi di produzione a far nascere e morire la civilt�, ma innanzitutto la volont� comune che tiene insieme gli uomini. Quel per loro � pi� importante, pi� vitale, pi� essenziale, pi� desiderabile per la felicit� plasma il volto della societ�, ne struttura il funzionamento e ne spiega perdite e profitti. Sono i soldi? Ci� conduce alle bolle speculative degli start-up. Si tratta di �Terminator� con la sua forza? Ecco le societ� militarizzate o la guerra di bande. Si tratta del sesso? Si arriva alla pornografia e alla prostituzione. Poich� le decisioni sono nelle mani degli uomini�.

Crede che l�opinione pubblica sia disposta a prestare ascolto ai discorsi dei cristiani?

�Cristiani, quando ci battiamo perch� la vita abbia la meglio sull�avidit� di possesso o per il perdono reciproco, siamo spesso soli! Passiamo � non foss�altro che per il nostro modo di vivere � da contestatori utopisti o da emarginati ritardatari. Madre Teresa ha messo in atto una forza inaudita per resistere a ogni compromesso, ivi compreso il recupero del �business della carit��.

Ma c�� un impatto effettivo?

�Un esempio: a Parigi, da anni, tutte le organizzazioni umanitarie durante l�estate � tempo sacro delle vacanze � sospendono le attivit�, in particolare la distribuzione dei pasti. Alcuni cattolici hanno creato un�associazione che, in agosto, nei locali delle parrocchie serve dai 260mila ai 290mila pasti. Un po� in tutta Parigi nascono moltissime iniziative, modeste e realiste. Ma � evidente che, per questo, occorrono volontari che vadano controcorrente rispetto a quanto giudicato normale dal conformismo.

Bisogna spingersi fino a reinventare un umanitarismo urbano?

�Bisogna sempre ricominciare a inventarlo. Poich�, paradossalmente, la nostra societ� lo disimpara proprio mentre magnifica gli eroi dell�umanitarismo. Mai, in effetti, fenomeni sociali hanno provocato tante emozioni collettive, forti quanto effimere, di fronte alla disgrazia, e una tale passivit� individuale quando si tratti di porvi rimedio personalmente in maniera durevole. Serve dunque grande determinazione per sensibilizzare i giovani ad un impegno perseverante�.

Lei � un parigino Doc. Come percepisce l�evolversi della sua citt�, ad esempio con il fenomeno dei �bo-bos� (borghesi bohemes, ndt) e il formarsi di quartieri quasi specializzati?

L�evoluzione del popolamento di Parigi � pi� lenta del ricambio delle mode e dello snobismo: si snoda lungo cicli misurati dal succedersi delle generazioni, parecchie decine di anni. Ad esempio, l�estensione di quartieri identificati con religioni non cristiane � un fatto nuovo: � difficile dire che volto daranno tra qualche decina d�anni ai venti arrondissements. D�altra parte sarebbe assurdo pensare Parigi facendo del periferico una frontiera. Come sanno tutti quelli che, da oltre mezzo secolo, hanno previsto o tentato di gestire la crescita dell�urbanizzazione, bisogna pensare la regione parigina come un tutto incessantemente in crescita e in ricomposizione. Quanto ai �bo-bos�, sono uno dei trastulli stagionali della sociologia da barche passeranno di moda��

Di Jean-Marie Guenois


Corriere della sera                  13 novembre 2003

Questa � una storia di eutanasia sociale. Sociale e sanitaria. Contiene una domanda: le Asl servono per la salute o per risparmiare?

Lei si chiama Concetta D�Alessio. Ha cento anni. Ne far� 101 a marzo. Vive da sola, non ha parenti e vive nelle case popolari di via Tenuta di Terranova. Prima ha rallentato i ritmi, da un po� ha smesso di muoversi da sola e adesso vive a letto. E� da anni che alcune persone, volontari e vicini, la aiutano gratuitamente andando a casa. Con immaginazione e generosit� � stata creata una situazione in cui � possibile, per lei, vivere bene.

Con i 500 euro della pensione minima si pagano l�affitto, da mangiare, le medicine e una persona che va 2 ore la mattina e 1 ora il pomeriggio. I suoi volontari-amici hanno trovato un contributo di 225 euro al mese da una fondazione privata: un�altra ora di aiuto, il pomeriggio. In tutto 725 euro al mese per una persona che non � pi� autosufficiente e che senza sostegno non farebbe la spesa, non mangerebbe, non potrebbe lavarsi.

Se dipendesse dalla Asl (Roma B) non sarebbe viva. Perch� da due anni non si alza pi� sola dal letto. Nel novembre del 2002 � stata prodotta la certificazione di aggravamento per ottenere la visita d�urgenza della Commissione invalidi civili: visita necessaria per avere l�indennit� di accompagnamento. E� arrivata dopo 11 mesi. Concetta sarebbe stata inghiottita, se sola e senza aiuto. Sarebbe sparita, come tanti altri anziani, al pi� tardi la scorsa estate. In un istituto o in una casa di cura costerebbe da due a quattro volte: e alla collettivit�. E invece questa estate Concetta l�ha potuta superare con allegria grazie a questa rete di aiuti.

Qui arriva l�eutanasia sociale. L�indennit� di accompagnamento � l�unico aiuto previsto in questi casi. E� poco, ma ben venga. I tempi di attesa della visita a domicilio sono abnormi. Pi� o meno di tutte le Asl. Assistenti sociali che vadano nelle case invece di aspettare, quando un anziano ha quasi cento anni, sono un sogno. La documentazione sanitaria da fornire � complessa, e presuppone la capacit� di richiederla. Bisogna sapere che occorre gi� averla quando arriva la Commissione. Infatti, ora che la visita � arrivata (i medici legali non avevano un geriatra tra loro) bisogna avere altre visite di specialisti perch� poi la pratica vada al ministero del Tesoro per l�erogazione del sussidio.

Conclusione: la sanit� � organizzata in modo da fare il pi� tardi possibile e forse mai le visite di accertamento che costringerebbero a dare l�indennit� di accompagnamento. Molte persone muoiono prima della visita e cos� gli interessati e le famiglie non sono aiutati in vita e dopo hanno diritto a nulla, neppure agli arretrati. Si potrebbero fare molte cose anche semplici: contatti telefonici per capirne di pi�, e poi le cose necessarie, la visita ortopedica  o geriatria a domicilio, l�acquisizione della documentazione sanitaria. Si dovrebbero assistere i cittadini in una fase drammatica della vita, invece di stupirsi quando gli anziani muoiono da soli.