Anziani tra le righe |
Repubblica del 10-01-2004 �Alcuni passi delle ultime volont� scritte da Norberto Bobbio 4 anni fa e lette nella camera ardente da uno dei figli: �Ho compiuto 90 anni il 18 ottobre. La morte dovrebbe essere vicina. A dire il vero l� ho sentita vicina tutta la vita. Non ho mai neppure lontanamente pensato di vivere cos� a lungo. (�) Vorrei funerali civili. Credo di non essermi mai allontanato dalla religione dei padri, ma dalla Chiesa s�. Me ne sono allontanato ormai da troppo tempo per tornarvi di soppiatto all�ultima ora. Non mi considero n� ateo n� agnostico. Come uomo di ragione non di fede, so di essere immerso nel mistero che la ragione non riesce a penetrare fino in fondo, e le varie religioni interpretano in vari modi�. Notizie Ansa 10- 12-04 Non autosufficienza �mostro� che spaventa: i risultati di un�indagine condotta su 400 pensionati fiorentini. E� la non-autosufficienza il vero mostro che spaventa gli anziani: la temono pi� della solitudine della malavita e della povert�. E� una delle indicazioni che emergono da una ricerca su un campione rappresentativo di 400 anziani (180 uomini e 220 donne) tra i 60 e i 74 anni di Firenze e del suo hinterland. Ben l�85% degli intervistati si dice preoccupato della perdita dell�autosufficienza. Fa paura, ma assai meno, la criminalit�: essere vittima di reati � una preoccupazione per il 53,5% degli intervistati. Ansa 17-12-03: Abbattimento dell�Iva per la cura delle piaghe da decubito Inserita nell�ultima finanziaria una norma che prevede l�abbattimento dell�Iva dal 20% al 4% soffrono in Italia 2 milioni di persone, in gran parte anziani. Le piaghe, soprattutto quelle da decubito, sono una voce non indifferente nelle spese dello Stato, anche perch� si calcola che in media facciano perdere 460 mila giornate di lavoro a malati e parenti che li assistono. Inoltre circa l�11% degli over-65 ricoverati in ospedale ne soffrono. Questa norma quindi far� bene sia al paziente, che secondo le stime guarisce pi� in fretta quando si cura a casa, che alle tasche dello Stato, che risparmier� in termini di ospedalizzazione. Giovanni Bollea: salviamo i
bambini dalla guerra Quello che � il riconosciuto innovatore della neuropsichiatria infantile nel nostro paese � nato a il 5 dicembre 1913 e ieri pomeriggio i suoi novanta incantevoli anni sono stati festeggiati in Campidoglio�Perch� ha scelto di occuparsi proprio dei bambini? �Nel 47, subito dopo la guerra, ho incontrato una gran quantit� di piccoli che soffriva, costantemente preda dell�angoscia per il conflitto che era stata costretta a vivere. Per questo ho incominciato. Per loro� Tale e tanto era il desiderio di aiutare i bambini. E forse, in questa vocazione c�era l�eco di una propria sofferenza lontana. Qual � il primo ricordo molto brutto, della sua vita, che le viene in mente? �Quando, a tre anni, vidi partire mio padre per la guerra�. Professore oggi la guerra � pane quotidiano per i nostri bambini che la vivono attraverso tv e giornali. Per non parlare di quelli che la soffrono sulla propria pelle. �Un orrore. So bene, perch� ricordo quanti guasti aveva provocato nei piccoli la seconda guerra mondiale. E ho visto di persona le angosce generate nei bambini durante la guerra del Kosovo, la loro paura che il pap� dovesse andare in battaglia��. Come si possono difendere i figli da questa ondata bellica via media? E� bene lasciare che vedano e poi parlare, cercare di spiegare, oppure si deve fare atto di censura? �Dipende dall�et�. Sotto i quattordici anni, � meglio proteggere i figli da immagini di guerra e di violenza. Pi� volte ho detto che i telegiornali, che vanno in onda nelle fasce di pranzo e cena, dovrebbero esimersi dal presentare certi filmati. Possono, davvero, creare angosce profonde. Sopra i quattordici, si pu� tentare un dialogo, anche perch� i giovani vivono momenti di grande incertezza e parlare con i genitori pu� disinnescare situazioni pericolose�� Lo dice con passione e mentre parla viene da pensare che Bollea aiuta i ragazzi, ma anche i vecchi. Insegna che non smettere di fare progetti � l�unico modo per continuare ad essere, davvero giovani. Anche a novant�anni. (Daniela Daniele) |