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Anziani

L'altra faccia dei nuovi poveri

VIVERE DA ANZIANI IN ITALIA OGGI

Alcune storie per capire


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Rosa - un domani senza garanzie
Rosa � fortunata, perch� la casa di Testaccio in cui abita � sua, comprata con i risparmi di una vita. Ha lavorato come assistente sociale sia presso il Ministero degli Interni sia presso la Presidenza del Consiglio. E' molto orgogliosa della sua vita e in modo particolare di essere stata nominata Cavaliere, Cavaliere Ufficiale e Commendatore e di aver ricevuto la medaglia d'oro quando � andata in pensione.
Rosa � fortunata anche perch� la pensione che percepisce non � di quelle scandalose: 1000 euro, tutti frutto di contributi sudati per 35 anni di lavoro.
Ma Rosa ha un problema: a 88 anni si ritrova sola e con difficolt� a camminare per colpa di un' osteoporosi molto avanzata.; inoltre � cardiopatica e spesso � soggetta a flebite. Paga una vicina per farle la spesa e per commissioni varie di cui non pu� davvero occuparsi.
Rosa � preoccupata, perch� gi� adesso spende 656 euro, senza nulla concedere al superfluo; le rimane qualcosa da mettere da parte, ma non si fa illusioni. Sa che molto probabilmente le spese sanitarie cresceranno, anche per lei; sa bene, inoltre, che la possibilit� di prendere una donna che l'aiuti in casa stabilmente non � poi cos� remota.
Preferisce non pensarci, ma Rosa sa che il suo futuro non ha nessuna garanzia.

Rosetta: un patrimonio enorme
Rosetta � un anziana ricca. Ha infatti un patrimonio enorme: i centounoanni compiuti da poco e gli amici incontrati in tarda et�.
Questo la aiuta a sovvertire un quadro che, da qualche anno, non si prospetta troppo felice.
Prendiamo per esempio il fatto che � allettata. Un'autorevole testata dice di lei che la sua � una storia di eutanasia sociale: con 500 euro al mese di pensione sociale e 225 di contributo di una fondazione privata, Rosetta ha chiesto (anzi qualcuno ha chiesto per lei) la visita per l'aggravamento, per poter ottenere l'indennit� di accompagnamento. Ha atteso undici mesi per la visita, che d� soltanto l'inizio al lungo iter delle visite mediche. Questa lentezza ha delle conseguenze gravi, perch� priva Rosetta delle risorse per vivere.

Qui arriva la seconda ricchezza: � una piccola rete di amicizia e solidariet� che fa vivere Rosetta. Perch� altrimenti tutto � contro di lei.
A cominciare dall'aritmetica, con quel -206 di passivo mensile e quel 101, che forse fa venire brutti pensieri a chi rinvia tanto la pratica per l'accompagno.
Per continuare con la salute, che negli ultimi anni si � fatta pi� fragile.
Per finire, e questo sbalordisce, con le strutture pubbliche che dovrebbero tutelarla nel momento della necessit�: e che invece - ma forse � un pensiero malizioso - scommettono contro di lei una scommessa intollerabile. Come se i pompieri un giorno cominciasseo a rispondere con ritardo al telefono per fare meno interventi.
Finora il patrimonio enorme di Rosetta � basato sull'iniziativa privata: la sua, di voler vivere; quella dei suoi amici, di aiutarla. Far� la componente pubblica la sua parte, sostenendo la vita e la dignit� di Rosetta e - forse - salvando la propria dignit�?

Serafina: divieto di sognare
Serafina ha 82 anni e vive a Tor Bella Monaca, ma viene dalla Tunisia, e la mitezza del suo carattere ricorda il clima della sua terra natia. Le piacerebbe tornarci, almeno una volta prima di morire. Vive da sola, � vedova da 10 anni, e percepisce solo 500 euro di pensione. Per fortuna il marito le aveva lasciato un deposito in banca che per�, ormai, si � completamente estinto.
L'affitto, la spesa per mangiare, il telefono, il gas, le medicine: � lampante l'impossibilit� di riuscire a far quadrare il bilancio ogni mese e il costante e inesorabile impoverimento cui Serafina va incontro con il passare del tempo. E' chiaro che con una situazione economica di questa sorta, Serafina � costretta a rinunciare alle normali esigenze della vita di tutti i giorni, come, per esempio, recarsi dal parrucchiere (costo 20 euro), che avviene per lei necessariamente solo due volte l'anno.
Inoltre, considerato che l'essere umano non � sola una bocca che mangia, n� soltanto un corpo che esiste, Serafina avrebbe il sacrosanto diritto di sognare, realizzando quel desiderio che si porta appresso da quando, bambina, part� per l'Italia: rivedere la Tunisia, ritrovarne i colori, gli odori, le facce, i suoni. Vietarle anche l'ultimo sogno sarebbe una crudelt�. Nel frattempo, Serafina prepara il cous-cous per i bambini della sua scala.

In casa di riposo

Queste storie si commentano quasi da sole, pure due righe giovano.
In primo luogo, il vestiario, che � l'elemento pi� evidente. Come vestirsi quando hai poco pi� di cento euro al mese per tutto? Ci sono molte soluzioni. C'� il guardaroba di Carlo., ricco dei vestiti della vita "di prima". E i vestiti diventano come l'unico ricordo di un tempo e di una vita migliori; c'� la soluzione di Margherita, vestiti che arrivano quando muore qualche altro ospite e la suora li distribuisce. C'� la linea di difesa di Giovanni, che investe tutto nella calda biancheria di lana e nei bei mutandoni lunghi da contadino; biancheria intima come lusso e comodit�, a cui si aggiunge una bella scoppola avuta in regalo e gli altri vestiti rimediati.
Poi le rinunce. Il salutismo forzato della rinuncia alle sigarette da met� mese in poi; il conto al bar o all'emporio, il barista che fa uscire qualche caff� "aggratis".

L'idea della casa di riposo come riparo dalle necessit� e dal'indigenza cade, quando per passare il tempo ci si fanno regalare i libri, o come Peppino si va in giro per il proprio vecchio quartiere, approfittando della tessera intera rete a basso prezzo. Il prezzo di una certa sicurezza (il vitto, l'alloggio) � anche - non certo tutto - in quel centinaio o poco pi� di euro che restano, e che viene facilmente intaccato da una piccola spesa fissa: il giornale tutti i giorni sono almeno 27 euro, il caff� (quello che normalmente scegliamo di prendere, o non prendere, oppure orzo, oppure hag, per convenzione e non per "necessit�") 20 euro. Difficilmente � compatibile con altre spese pi� serie, come la colla per i denti, o le medicine. Delle sigarette si � gi� detto ed � facile dire che in fondo fanno male. Ma � il vestiario che umilia di pi� donne ed uomini costretti a vivere in forzata collettivit�, con abiti rimediati, vedendo negli altri la propria stessa trasandataggine. E mentre � praticamente impossibile acquistare vestiario con quel che resta in tasca, si sviluppa l'arte di rimediare, conservare, curare e riciclare vestiti: arte in cui quasi tutte le persone intervistate si industriano in modi diversi.

Non si riesce a risparmiare abbastanza per andare in vacanza; non ci sono soldi da dare a qualcuno per piccoli servizi. Allora si mettono via i soldi almeno per un funerale decente. E'una vita spogliata dagli svaghi pi� semplici, come il cinema o il parrucchiere o il bel libro.

Carlo
Tumore alla prostata e bronchite cronica. E' sfuggito alla razzia del 16 ottobre 1943 perch� era garzone del panettiere, e facendo le consegne in bicicletta ha visto i camion dei tedeschi a Via della Luce ed � scappato a nascondersi.
Carlo ha 720 Euro di pensione, di cui l'istituto trattiene 414. 200 li deve dare alla moglie da cui � separato. Quando l'istituto gli ha fatto pagare la retta del mese in base al numero dei giorni effettivi del mese e non in base al solito forfettario di 30 giorni, Carlo ha dato 427 euro e glie ne sono rimasti - per tutte le necessit�: sigarette, vestiti, caff� alla macchinetta automatica - un centinaio. Alla fine del mese rinuncia a caff� e sigarette arrivare al mese dopo.

Continua...

 
Maggio 2004