La vita che dura pi� a lungo � un segno di grande civilt�, una conquista di cui possiamo usufruire in tanti: va assicurata una qualit� della vita che cammini di pari passo con il prolungarsi della vita stessa.
La presenza di tanti anziani, la loro longevit�, � uno dei prodotti migliori del nostro tempo.
Eppure da pi� parti la presenza di tanti anziani nel nostro mondo � avvertita con crescente preoccupazione. Si parla sempre pi� spesso di "problema anziani": gli anziani con i loro bisogni impegnano risorse, rappresentano un impegno economico, sociale e sanitario di difficile gestione.
Quella parte di societ� che si definisce �sana� cerca di allontanare il problema, rimandandolo al momento in cui si sar� toccati personalmente.
Cos�, soprattutto nel mondo occidentale, gli anziani continuano ad essere confinati negli istituti ( ad esempio in Francia dopo la strage estiva ci si � proposti di creare nuovi 10.000 posti in istituto, nonostante il maggior numero di anziani sia morto proprio qui ed anche in Italia, negli ultimi anni, il numero degli anziani istituzionalizzati � aumentato, soprattutto nel nord del paese: si tratta di istituti a pagamento, riguarda anziani autosufficienti e con possibilit� economiche).
Assistiamo al paradosso di un mondo che si avvia a diventare un mondo di anziani, ma che non sa evolvere l�idea dispregiativa che la nostra cultura ha della vecchiaia.
Si diffondono interpretazioni distorte di dati e previsioni, si disegnano cupi scenari di mondi di vecchi, si comincia a dire (come ha recentemente dichiarato il demografo Antonio Golini), che forse bisogna porre un limite alla durata della vita.
Viene trasmessa una concezione della vecchiaia sostanzialmente negativa e chi � anziano subisce una sorta di colpevolizzazione: si scrive che �i vecchi al potere non lasciano posti di lavoro ai giovani�. Ma questi vecchi al potere non sono rappresentativi dei milioni di vecchi dei nostri paesi, molti dei quali al di sotto della soglia di povert�, che incontriamo soli nelle loro case, negli ospedali, negli istituti.
In modo contraddittorio, mentre si lancia l�allarme su un conflitto generazionale che rischia di essere una �catastrofe incontrollabile� per colpa del costo dei vecchi naturalmente, ci si appella alla riscoperta dei legami familiari; Ma di fronte al problema della denatalit� e della solitudine, � un appello che risulta inadeguato.
Ci si comincia a rendere conto che � necessaria �una famiglia umana pi� larga di quella naturale. Basta aprire gli occhi e...�adottarsi reciprocamente�.�
E� quello di cui ci siamo resi conto da pi� di trent�anni.
I legami e le interazioni sociali hanno un ruolo protettivo nei confronti della salute dell�anziano; un basso livello di interazioni aumenta il rischio di mortalit�.
Lo dimostrano i dati scientifici, ma anche la nostra esperienza, come diceva il Prof. Andrea Riccardi fondatore della Comunit� di Sant'Egidio:
�Nelle nostre case alloggio... nonostante gli anziani siano vecchissimi ed attaccati ad un filo, almeno la maggior parte, non ci sono stati casi di morti.�
Anche gli anziani della comunit� che vivono a casa hanno passato l�estate senza troppi danni: a Roma, in sette dei 14 quartieri in cui siamo presenti non � morto nessuno, e negli altri non ci sono morti in pi� rispetto all�anno precedente.
C�� una convivenza sociale tutta da impostare, ricostruendo un nuovo legame tra le diverse generazioni.
Questa ci sembra una sfida epocale, di fronte a cui la Comunit� ha un patrimonio prezioso di esperienza concreta e cultura che ha consentito di prevenire l�isolamento sociale di decine di migliaia di anziani, negli anni, difendendone la vita, considerando la longevit� come un bene prezioso.
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