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Appello ai parlamentari per una riforma giusta della legge sulla cittadinanza

promosso da: Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Migrantes Fondazione Centro Astalli, A.C.L.I.

CITTADINI DI ORIGINE STRANIERA
Una riforma nell’interesse del Paese

I promotori e le associazioni firmatarie di questo appello si rivolgono ai parlamentari e ai laici impegnati in politica perché si giunga in tempi brevi alla riforma della legge sulla cittadinanza.

L’attuale disciplina è infatti incapace di rispondere alle domande di cittadinanza provenienti da un paese di stabile e spesso definitiva immigrazione, quale oggi è l’Italia, con grave danno alla coesione sociale e alla partecipazione democratica. I minori di origine straniera, in particolare, sono senza dubbio una grande risorsa per il Paese, ma potrebbero anche costituire un problema se in loro il sentimento di appartenenza alla società italiana verrà ostacolato. Erano 585.000 al 1 gennaio 2006, di cui 350.000 nati in Italia. Studiano nelle nostre scuole, frequentano le nostre parrocchie ed oratori; condividono con i bambini e i ragazzi della loro età gli impegni, i desideri, i problemi, i sogni, le mode e le angosce di una cittadinanza in formazione; parlano l’italiano meglio della lingua del paese di origine, che in molti casi nemmeno conoscono; e l’Italia è l’unico Paese nel quale possano identificarsi, a condizione che non ne siano tenuti ai margini.

L’attuale disciplina è infatti incapace di rispondere alle domande di cittadinanza provenienti da un paese di stabile e spesso definitiva immigrazione, quale oggi è l’Italia, con grave danno alla coesione sociale e alla partecipazione democratica. I minori di origine straniera, in particolare, sono senza dubbio una grande risorsa per il Paese, ma potrebbero anche costituire un problema se in loro il sentimento di appartenenza alla società italiana verrà ostacolato. Erano 585.000 al 1 gennaio 2006, di cui 350.000 nati in Italia. Studiano nelle nostre scuole, frequentano le nostre parrocchie ed oratori; condividono con i bambini e i ragazzi della loro età gli impegni, i desideri, i problemi, i sogni, le mode e le angosce di una cittadinanza in formazione; parlano l’italiano meglio della lingua del paese di origine, che in molti casi nemmeno conoscono; e l’Italia è l’unico Paese nel quale possano identificarsi, a condizione che non ne siano tenuti ai margini.

Corrisponde dunque al comune interesse di tutti che la loro appartenenza di fatto alla comunità nazionale sia rafforzata e confermata dal riconoscimento pieno e formale della cittadinanza. L’iter di riforma in atto è un’occasione preziosa per l’Italia, di adeguarsi agli orientamenti di altri grandi Paesi europei e di perfezionarli nella loro efficacia, dando, nel contempo, piena attuazione alla Carta Costituzionale. L’Italia è infatti una democrazia fondata – assai più che su di un legame meramente biologico - sul lavoro di chi stabilmente la abita e in vario modo concorre al suo progresso (articoli 1 e 4 della Costituzione Italiana). Il ragionevole ampliamento dei casi di acquisto della cittadinanza per nascita sul territorio (ius soli), nonché la predisposizione di percorsi di attribuzione della cittadinanza connessi alla obiettiva partecipazione alla vita nazionale (ius domicilii), costituiscono i tratti qualificanti di una saggia riforma in materia che, in modo particolare, rafforzi e privilegi la tutela della famiglia e dei minori stabilmente dimoranti sul territorio nazionale, in armonia con le indicazioni del Costituente (articoli 29 e 30 della Costituzione Italiana).

Chiediamo, dunque, che non venga esteso oltre il limite di tre anni il requisito del preventivo regolare soggiorno in Italia dei genitori ai fini dell’acquisto della cittadinanza per nascita dei minori figli di cittadini stranieri residenti nel nostro Paese. E’ inoltre opportuno - come del resto già sottolineato da un decreto del Ministero dell’Interno del 7 ottobre 2004 - che ai fini della cittadinanza non sia richiesta la rinunzia della cittadinanza straniera, perché questa è la formula che meglio rispetta l’identità composita dei migranti, non produce un taglio doloroso con le proprie radici e mette al riparo l’immigrato da conseguenze rilevanti riguardo alla sfera familiare e patrimoniale. Il fatto che i nostri connazionali residenti all’estero godano di questi stessi diritti connessi alla doppia cittadinanza rende ancor più opportuno offrire alle persone di origine straniera la possibilità di divenire cittadini qualora esse, con convinzione, ritengano di appartenere alla nostra comunità, oppure quando di fatto, già da minorenni, vi appartengano per esservi cresciute ed esservi formate negli anni decisivi del loro sviluppo personale.

Come è stato osservato da Sua Santità Benedetto XVI nel Messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato (Vaticano, 18 ottobre 2006), è divenuto necessario predisporre interventi legislativi, giuridici e sociali che facilitino l’integrazione delle famiglie immigrate, con particolare riguardo alle seconde generazioni. La riforma della legge sulla cittadinanza costituisce uno – se non il primo ed il più urgente - di tali strumenti legislativi, a condizione che essa sappia tenere conto degli importanti mutamenti verificatisi nella composizione della società italiana in questi ultimi anni.

In particolare auspichiamo:

Che al positivo inserimento del minore nel nostro Paese, anche se nato all’estero, corrispondano adeguate modalità di attribuzione della cittadinanza, già prima del compimento della maggiore età; rendendo altresì disponibili procedure facilitate di naturalizzazione nei primi anni dell’età adulta per coloro che siano comunque giunti durante la minore età in Italia.

Che nei riguardi del genitore straniero di cittadino italiano per nascita, già regolarmente soggiornante, il quale non sia stato destinatario di un provvedimento di decadenza dalla potestà sul figlio, sia prevista una procedura facilitata ed abbreviata per l’acquisto della cittadinanza.

Che non venga anacronisticamente imposta la rinuncia alla cittadinanza di origine.

Che siano stabilite procedure chiare, ragionevoli e rapide, che garantiscano la naturalizzazione degli immigrati soggiornanti di lungo periodo e dei loro figli.

Che un fatto di grande rilievo culturale come l’acquisto della cittadinanza non venga condizionato da criteri di censo o di reddito.

L’appello è promosso da Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Migrantes, Fondazione Centro Astalli e A.C.L.I.

Hanno già dato la loro adesione: Azione Cattolica Italiana, Coldiretti, Agesci, Jesuit Social Network, Volontari nel mondo – FOCSIV



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