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Settimana di Preghiera per l'Unit� dei Cristiani
18-25 gennaio 2004

Omelia del Padre P.H. Kolvenbach, 
Preposito Generale della Compagnia di Ges�
Santa Maria in Trastevere, 19 gennaio 2004

 

Gv. 17,15-23

In questa settimana di preghiera per la piena comunione delle Chiese del Signore, poich� si tratta della sua preghiera, ringraziamo il Signore per tutto quello che la Comunit� di Sant'Egidio ha fatto e non cessa di fare, perch� tutte queste Chiese, � il desiderio di Cristo, siano una cosa sola, riflesso della comunione trinitaria. Bisogna riconoscere che il faticoso e delicato dialogo ecumenico ha grandemente bisogno di questa testimonianza che la Comunit� di Sant'Egidio rende con pazienza e senza equivoci, sperando contro ogni speranza.

Infatti il contesto ecumenico � particolarmente difficile. Noi siamo oggi tanto abituati a vivere in piena diversit� che un crescente relativismo ci considera arroganti se qualcuno di noi osa ancora confessare che dice il vero e vive la verit� in quanto cattolico, unito con il Santo Padre sotto la sua autorit� di Pastore un�versale. D'altra parte viviamo in un mondo che, grazie a Dio, � in cerca della pace e dell'unione, e dove, malgrado tutti i loro limiti e debolezze, le Nazioni Unite s'impongono come una garanzia per la sopravvivenza del nostro pianeta.

In un tempo in cui i popoli si orientano verso una sempre maggiore unit� politica e nazioni divise da secoli di odi e di conflitti si raccolgono in nuove strutture di tipo sovranazionale, non � controculturale, addirittura intollerante non contentarsi di un'intesa, di un accordo delle religioni cristiane unite, in cui ciascuna rimane a casa propria, pur rispettando sinceramente l'altra con una solidariet� reale nel Cristo? Il Signore non � morto per un accomodamento cortese a gentile, ma perch� i cristiani "siano come noi - Padre e Figlio - una cosa sola. Io in loro e Tu in me, perch� siano perfetti nell'unit�" (Gv. 17,22-23).

Anche la Comunit� di Sant'Egidio � dolorosamente cosciente cheil Signore non � morto per una coesistenza pacifica delle chiese, ma per una piena comunione come il Padre � uno con il Figlio e il Figlio con il Padre nel loro Spirito. Questa maniera di vedere il dialogo ecumenico sembra poco irenico e fraterno, tuttavia non � affatto una chiusura superba o una intransigenza insormontabile. Al contrario, pur riconoscendo la disunione del cristiani come uno scandalo che rende vana la morte del Signore, pur rifiutando un'intesa a buon mercato che spregia la fede cristiana, il dialogo nella verit� per la verit� moltiplica come fa la Comunit� di Sant'Egidio gli incontri e le amicizie, gli scambi e i progetti comuni, uno scambio vitale nella preghiera a nella vita ecclesiale, inserendo tutto questo dialogo con fede e pazienza in questo movimento del Signore che, elevato sulla croce, attira tutti e ciascuno a S� per la piena comunione con suo Padre nel loro Spirito.
Il fondatore di questa settimana di preghiera per l'unit� sapeva gi� che, secondo le vedute umane, la piena comunione della chiese del Signore non sembra realizzabile in un avvenire pi� o meno prossimo. Questa unione � un dono di Dio che solo conosce il come e il quando di questa piena comunione. Perch� fare delle speculazioni sull'ecumenismo se, come nella vita della Comunit� di Sant'Egidio, il Signore ci mostra il cammino praticabile a gi� praticato di un ecumenismo realizzato?

La Chiesa indivisa � gi� sul cammino dell'unit�, una unit� affiorata ma gi� vissuta, bench� sulla croce di una Chiesa straziata, che nel suo Signore rimane amorosamente la Chiesa una. Ecco la preghiera di questa sera: una preghiera di rendimento di grazie per la scoperta di questo cammino ecumenico sul quale il Signore che porta la croce della nostre lacerazioni ci accompagna verso questa citt� di Dio in cui non ci sono pi� templi, pi� notti, perch� Dio sar� tutto in tutti. La grazia del Signore Ges� sia con noi tutti.