I rapidi cambiamenti politici di questi ultimi anni, in Europa e nel mondo, hanno mutato decisamente il quadro sociale, producendo nuovi bisogni che si aggiungono ai vecchi, moltiplicando le domande dell'uomo contemporaneo, aumentando un diffuso senso di ricerca, seppure spesso disorientata. La fine di molti regimi totalitari ed il progressivo affermarsi di nuove democrazie hanno risvegliato nei popoli la speranza di condizioni di vita pi� giuste e pacifiche; tuttavia la mancanza di prospettive concrete e di solide alternative di vita hanno generato nelle societ� dell'est come in quelle dell'ovest, per motivi diversi, un profondo malessere per l'incertezza del futuro. La fuga nel benessere individuale della societ� dei consumi, fine quasi irraggiungibile per la maggior parte delle popolazioni dell'Est, dell'Africa o dell'America Latina, sembra essere la naturale alternativa ad un passato pi� o meno recente di non-libert�, mentre emerge un po' ovunque la realt� di un vuoto spirituale, misto ad un confuso e ancora indecifrato desiderio di Dio. La nostra stessa societ� � in profonda trasformazione: il fenomeno dell'immigrazione ha prodotto una realt� multiculturale e multireligiosa ormai presente stabilmente soprattutto nei Paesi del nord-Europa. In questa coabitazione, sempre pi� diffusa, il moltiplicarsi delle occasioni di relazione tra gruppi di diverse tradizioni culturali e religiose, che � stato spesso nella storia motivo di odio e di rivalit�, suscita oggi un bisogno crescente di momenti d'incontro e di comprensione reciproca, uniche vie di una possibile convivenza nella pace. In questo orizzonte complesso e contraddittorio si susseguono rapidamente episodi di entusiasmo collettivo a drammi di intere popolazioni, fasi di fiducia a momenti di pessimismo, luci di pace ad ombre di guerra. Le domande, le sofferenze, le attese, i bisogni pi� segreti e pi� veri degli uomini e delle donne del nostro tempo, siano essi figli di societ� europee, asiatiche o africane, ci spingono, come cristiani e come credenti, ad una crescente responsabilit�. Le voci delle religioni, pur nella loro apparente debolezza, hanno la forza di rispodere alle domande dell'uomo di ogni razza e di ogni cultura, di interpretare il desiderio di giustizia e di pace che sale da ogni angolo del nostro pianeta. Le religioni, tanto diverse l'una dall'altra, guardano infatti tutte all'orizzonte ultimo dell'uomo, un orizzonte che sta oltre ed � distinto da quello nazionale, politico ed economico in cui gli uomini vivono ogni giorno, ma non � a loro estraneo e tanto meno indifferente: � l'orizzonte ultimo a determinare, in ultima istanza, il modo di vivere sulla terra e a dare le ragioni di agire e di sperare. La consapevolezza dei numerosi problemi rende oggi i credenti pi� responsabili di fronte al mondo: "proprio in ragione della loro fede - sottolinea il Santo Padre nel messaggio di pace del 1 gennaio scorso - essi sono chiamati, individualmente e tutti insieme, ad essere messaggeri e costruttori di pace: come gli altri e pi� degli altri, essi sono chiamati a ricercare con umilt� e perseveranza le adeguate risposte alle attese di sicurezza e di libert�, di solidariet� e di condivisione, che in questo mondo, fattosi per cos� dire pi� piccolo, accomunano gli uomini. (..) Il dovere si impone con urgenza a quanti professano la fede in Dio ed ancor pi� ai cristiani, che hanno come loro guida e maestro il 'Principe della pace'(Is.9,5)". E' in questo spirito che, in apertura di questo nuovo anno, con fiducia e speranza sono lieto di annunciare il prossimo Incontro Internazionale "Uomini e Religioni", che si terr� in Belgio dal 13 al 15 settembre 1992. E' la sesta tappa di quel cammino iniziato ad Assisi nel 1986 - su convocazione di S.S.Giovanni Paolo II - che la Comunit� di S.Egidio ha voluto riprendere in uno spirito di crescente amicizia e di ricerca del bene comune, raccogliendo l'invito finale del Papa di continuare a vivere nella linea di quello storico evento. Di anno in anno, negli incontri di Roma, Varsavia, Bari, Malta, � cresciuta e si � allargata la solidariet� tra i rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni mondiali, che hanno rinnovato il loro impegno nel dialogo e nella collaborazione per la pace. Oltre trecento rappresentanti religiosi dai quattro angoli del mondo verranno quest'anno a Bruxelles, nel cuore dell'Europa, per invocare la pace da Colui che solo pu� concederla al mondo. A loro rivolgiamo fin da ora, a nome della Conferenza Episcopale Belga e dei fedeli delle nostre diocesi, il nostro "Benvenuti in Belgio! Benvenuti a Bruxelles!". Possa questa sesta tappa allargare e rafforzare lo spirito di solidariet� tra i credenti e concedere i frutti di pace attesi da milioni di uomini e di donne in questo mondo! Possa il Belgio e Bruxelles, con la sua realt� di citt� cosmopolita e di crocevia di incontri internazionali, divenire quest'anno il simbolo di una nuova coabitazione tra i popoli, nel mutuo rispetto e nella cooperazione per la pace! Mentre auguro un fruttuoso lavoro di preparazione alla Comunit� di S.Egidio, al Comitato Organizzativo Belga e a quanti con noi gi� da tempo si impegnano per la realizzazione di questo importante evento, auspico la collaborazione di tutti i cristiani, di tutti i credenti di altre confessioni religiose, di tutti gli uomini di buona volont� del nostro Paese per la piena riuscita dell'Incontro Mondiale per la Pace di settembre '92. "Alle grandi sfide del mondo contemporaneo, carissimi Fratelli e Sorelle della Chiesa cattolica - conclude il Messaggio del Papa del 1 gennaio -, occorre rispondere unendo le forze con quelle di quanti con noi condividono alcuni valori di fondo, a cominciare da quelli di ordine religioso e morale. E tra queste sfide c'� da affrontare ancora quella della pace. Costruirla insieme con gli altri credenti � gi� vivere nello spirito della beatitudine evangelica: `Beati gli operatori di pace, perch� saranno chiamati figli di Dio' (Mt.5,9)".

+ Godfried Card. Danneels Arcivescovo di Malines-Bruxelles
Presidente della Conferenza Episcopale Belga