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Aachen, 07/09/2003
Messa pontificale
Omelia di S.E. Heinrich Mussinghoff
Vescovo di Aachen

Isaia 35,4-7a
Giacomo 2,1-5
Marco 7,31-37

Care sorelle e fratelli in Cristo!
Onorevoli guide spirituali e personalit� delle diverse Chiese cristiane e comunit�!
Egregi ospiti ed amici!

Oggi ha inizio la Preghiera per la pace ad Aachen. Vi do di cuore il benvenuto. Noi, la Comunit� di Sant�Egidio e la Diocesi di Aachen siamo molto lieti ed onorati che siate giunti qui cos� numerosi e cos� illustri rappresentanti. Invochiamo il Signore, creatore del cielo e della terra, che ci mostra il suo volto amorevole nel suo figlio Ges� Cristo. � venuto come �principe della pace� (Is 9,5). � il nostro Salvatore e Redentore. �Egli � la nostra pace� (Ef 2,14).
Quando invochiamo la pace, ci rivolgiamo all�unico Dio. Noi lo sappiamo: Dio non � cattolico, Dio non � evangelico, Dio non � ortodosso. Dio non � nemmeno cristiano. Non � ebreo, non � musulmano. Dio non � buddista. Dio non � il Dio dell�una o dell�altra religione, Dio � Dio. Dio � Dio e Padre di tutti gli uomini. Dio vuole la salvezza di ogni uomo ( 1 Tim 2,3). Dio ha cura di ogni uomo. Dio ama ogni uomo. Dio � Dio per tutti. � il nostro Padre buono. Noi tutti siamo sue creature, figli di questa terra.

Se noi rappresentanti delle diverse religioni di questa terra in questi giorni invochiamo Dio per il dono della pace, lo facciamo con diverse immagini di Dio e in modi differenti. Noi tutti vogliamo onorare il vero Dio, ma non lo facciamo allo stesso modo. Possiamo rispettarci e stimarci a vicenda nelle nostre differenze nell�immagine di Dio e nell�invocazione a lui, possiamo anche scoprire il molto che c�� in comune e che ci unisce, ma siamo differenti gli uni dagli altri nella fede e nella religione. Questo incontro per la pace non vuole una mescolanza sincretistica fra le religioni, bens� il rispetto reciproco in ci� che ci unisce ed in ci� che ci separa, nel rispetto per il profilo religioso dell�altro. Il Concilio Vaticano II ce lo ha insegnato: �La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto � vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verit� che illumina tutti gli uomini.� (Nostra Aetate N. 2)

Come cristiani crediamo in Dio uno e trino e professiamo che Dio ha inviato il suo figlio unigenito Ges� Cristo per la nostra salvezza e per il riscatto di ogni uomo. Il Concilio prosegue: �Tuttavia essa annuncia, ed � tenuta ad annunciare, il Cristo che � � via, verit� e vita � (Gv 14,6), in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose.� (Nostra Aetate N. 2). Noi professiamo: �Dio risplende nei nostri cuori� (2 Cor 4,2), e noi lo confessiamo in tutta la nostra vita e in particolare proprio qui in questi giorni della Preghiera per la pace di Aachen. Poich� lui �� la nostra pace� (Ef 2, 14). Lui � il crocifisso e il risorto e il dio innalzato nella splendore divina. Lui � il nostro salvatore e redentore.

Noi cristiani siamo chiamati ad impegnarci per la giustizia e la pace nel mondo, a vivere l�opzione per i poveri, gli anziani e i deboli, ad esercitarci nello spirito della predica della montagna, in cui Ges� dichiara beati i poveri in spirito, gli afflitti ed i miti, quelli che hanno fame e sete della giustizia, i misericordiosi e i puri di cuore, gli operatori di pace e i perseguitati a causa della giustizia. Se noi lo sapremo seguire cos� anche negli incontri di questi giorni, allora ci � promesso il Regno di Dio (cfr. Mt 5,3-11).

Questo � il messaggio che ci trasmette anche il candeliere del Barbarossa che sta davanti ai nostri occhi nell�ottagono del Duomo, le cui otto piccole formelle raffigurano la vita di Ges� dall�Annunciazione fino alla Trasfigurazione e le cui otto grandi formelle rappresentano le otto beatitudini. Esso ci dice: chi orienta la propria vita sul modello della vita e dell�insegnamento di Ges� si apre alla Gerusalemme celeste. Questo messaggio deve divenire per noi l�atteggiamento di fondo , allora potremo essere ambasciatori della pace, della sua pace.

Nel Vangelo di oggi vediamo come Ges� guarisca un sordomuto. Quale pu� essere la vita di un uomo che non pu� udire n� parlare! Anche noi abbiamo spesso orecchie sorde e una bocca muta. Abbiamo bisogno di orecchie aperte e di cuori aperti. Abbiamo bisogno di una lingua viva, che tocchi il cuore degli uomini. Proprio l� dove regna la discordia, dove c�� bisogno della nostra parola franca, dobbiamo sostenere la pace come ascoltatori attenti e oratori che sappiano immedesimarsi. Preghiamo Ges� perch� apra le nostre orecchie sorde e la nostra bocca muta, perch� noi �pieni di stupore diciamo: � Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti! � (Mc 7, 37). Possano gli uomini udire la voce di pace che in questi giorni si alza da Aachen. Allora si avvereranno le parole del profeta: �Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio� Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salter� come un cervo, grider� di gioia la lingua del muto, perch� scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventer� una palude, il suolo riarso si muter� in sorgenti d�acqua� (Is 35, 4-7).

Noi invochiamo:
Herr, mach uns zu einem Werkzeug deines Friedens (Francesco di Assisi).
Lord, make us instruments of your peace.
Signore, fa di noi uno strumento della tua pace.
Amen.