Copyright� 1999-2003 Comunit� di Sant'Egidio

Aachen, 07/09/2003
Messa pontificale
Omelia di S.E. Augoustinos
Metropolita ortodosso, Patriarcato Ecumenico


Eminenti Patriarchi, Cardinali e Vescovi,
Vostra Eccellenza Mons. Mussinghoff,
cari amici della Comunit� di Sant�Egidio,
cari fratelli e sorelle!

E� per me una grande gioia essere con voi in questo luogo cos� venerabile, dove generazioni di cristiani hanno pregato e celebrato la liturgia. Questa chiesa respira ancora l�aria dell�unit�, in quanto venne eretta in un tempo in cui l�oriente e l�occidente vivevano ancora indivisi. Anche lo stile architettonico del duomo d� testimonianza di questo legame di unit�. E� significativo che iniziamo i nostri giorni di riflessione e preghiera in questa cattedrale, che cristiani di molte Chiese e confessioni sono riuniti qui, che abbiamo ascoltato insieme la Parola del Signore che ci unisce tutti e che ci chiama a cercare l�unit� ed operare insieme per raggiungere la pace nel mondo.

Nel Vangelo abbiamo ascoltato come la gente port� un uomo muto e sordo da Ges�, affinch� egli lo toccasse. Ed il Vangelo ci racconta come Ges� lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli mise le dita nell�orecchio, tocc� la lingua dell�uomo con la saliva, guard� verso il cielo e poi disse �Effata: apriti!�. Vediamo il grande amore di Ges�, il suo affetto ed allo stesso tempo la sua amicizia concreta, quando si prende cura di guarire questo infermo. Perci� questi giorni vogliono essere anche un�occasione di avvicinarci a Ges�, affinch� egli ci apra gli orecchi ed a noi sia dato di capire: non solo capirci tra cristiani, ma capire anche uomini di altre religioni e culture. E la parola di Ges� pu� anche scioglierci la lingua, affinch� parliamo la lingua del Vangelo, che � la lingua dell�amicizia e della pace, una lingua universale, che abbiamo ancora compreso poco.

Tuttavia l�esperienza di questi giorni, l�ormai lunga storia degli incontri di preghiera per la pace, ci mostrano quanti frutti pu� portare questo linguaggio evangelico. Penso alla pace in Mozambico, per la quale la Comunit� di Sant�Egidio ha molto lavorato, al linguaggio di riconciliazione che scaturisce dal Vangelo, a cui, come descritto nel Vangelo, si legano molti gesti di amicizia e che ha fatto sorgere molti frutti di pace. Penso ai molti sforzi nel dialogo tra cristiani e musulmani, con altre religioni, con i non credenti, con politici e uomini di cultura nell�ambito di questi incontri.

I tempi che si aprono davanti a noi non sembrano esser facili. Vediamo segni inquietanti nel mondo. Il sordomutismo sembra essere una malattia molto diffusa. Noi come cristiani siamo tuttavia convinti che la parola del Signore pu� molto, che per Dio nulla � impossibile. Ed il fatto che noi questa mattina siamo qui riuniti � una speranza e realizza gi� il sogno antico, di cui abbiamo sentito parlare nel libro del profeta Isaia. Il deserto fiorir� di nuovo, l�intervento di Dio far� sgorgare sorgenti zampillanti. Il deserto di questo mondo sembra crescere; le notizie tristi che pervengono dal Medio Oriente, dall�Africa e da altre parti del mondo sembrano confermarlo. Tuttavia, come cristiani non siamo rassegnati, e non lo possiamo essere. Quando siamo uniti, possiamo superare la rassegnazione; insieme possiamo comprendere e vivere meglio il sogno di Dio di un mondo in cui il deserto fiorisce per tutti, non soltanto per pochi in un�isola felice nel nord del mondo, ma anche nel sud povero, dovunque esseri umani soffrono. Il Signore ci dice: �Abbiate fede, non temete!�. Abbiamo coraggio questi giorni, non temiamo di avvicinarci l�un l�altro, ascoltarci l�un l�altro e parlare la lingua della pace.

Amen.