Comunità di S.Egidio

Pasqua 2003
Via Crucis


IX Stazione
Stare vicino al Signore

C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di M�gdala, Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

Sopraggiunta ormai la sera, poich� era la Parasc�ve, cio� la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimat�a, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, and� coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Ges�. Pilato si meravigli� che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrog� se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo cal� gi� dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di M�gdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto.

(Marco 15, 40-47)


Giotto
La deposizione


Davanti alla tomba del Signore Ges�, chiusa da una pietra, non c�� molta gente secondo il Vangelo di Marco: solo Maria di M�gdala e Maria, madre di Joses e Salome. Tre donne. Poi c�era l�iniziativa di un pio giudeo, Giuseppe d�Arimatea. Pochi. Pochi sanno, sperano che in quella tomba Ges� ritrovi la vita e ne esca colui che pu� liberare il mondo.
Con le tre donne, pu� esserci ognuno di noi per pregare. Pu� starci anche gente fuggita che ritorna, che chiede perdono, che prega, che aspetta, che spera in una vita diversa, una vita senza morte o lacrime, senza la forza del male, una vita senza guerra, una vita migliore.
Non � ancora la resurrezione, ma qualcosa di straordinario � accaduto. Terribile, ma straordinario. L�affetto e la coscienza di qualcosa di straordinario tiene l� Maria di M�gdala e Maria madre di Joses, Salome, donne che lo hanno seguito dalla Galilea, insieme ad altre salite con lui a Gerusalemme. Stare vicino a Ges�, stare vicino al sepolcro, vicino alla croce � sempre l�inizio della comunit� cristiana. La preghiera, l�affetto, la vicinanza si fanno amore coraggioso per il suo corpo che ha tanto sofferto. E l�amore coraggioso di Giuseppe di Arimatea, membro autorevole del sinedrio che aspettava il regno di Dio. Giuseppe, con decisione e lealt� verso il maestro ucciso, and� da Pilato per chiedere il corpo di Ges�. Chi gli vuol bene non rinuncia a fare qualcosa per lui, per un povero, per il corpo di un sofferente, per quello di un amico.
Ma cosa potranno fare? Non lo sanno. L�amore ha una sua speranza, e dove non arriva l�intelligenza, arriva la speranza. Umanamente non c�� molto da fare. Con grande affetto lo calarono dalla croce, lo avvolsero in un lenzuolo, lo deposero in un sepolcro scavato nella roccia e fecero rotolare un masso.
Non c�era pi� niente da fare, era morto, ma l�affetto non conosce la morte, non demorde nemmeno di fronte alla morte. C�� chi prega e osserva come Maria di M�gdala e Maria madre di Joses, non lontano dal sepolcro. Ges� aveva loro insegnato:
�Chiedete e vi sar� dato; cercate e troverete, perch� chiunque chiede riceve. Chi tra voi al figlio che gli chiede un pane dar� una pietra?�. Quelle donne, davanti alla pietra del sepolcro, chiedevano che la vita del loro maestro non finisse. Preghiera disperata: cos� pu� sembrare normalmente. C�� chi prega e c�� chi ama coraggiosamente, come Giuseppe di Arimatea, senza rinunciare alla piet�.
Questa � la comunit� cristiana: coloro che stanno vicino al Signore, alla sua parola e al suo corpo, che amano coraggiosamente con una speranza che non teme smentite. Fede, speranza e carit�: nel quadro drammatico del Calvario, della croce e del sepolcro, nel quadro drammatico della morte c�� una grande speranza e soprattutto c�� fede, amore per questo Ges�.
Ges� ha insegnato ad amare a Giuseppe, alle donne, ai pochi rimasti. Ha insegnato a sperare; anche di fronte alla morte ha insegnato a credere che Dio � grande e misericordioso e non abbandoner� il figlio suo dietro una pietra.
Saranno questi pochi discepoli, queste povere donne a contrapporsi alla congiura delle spade e dei bastoni, alla banda facile all�odio verso un innocente? Questo gruppo di discepoli non si contrapporr� a nessuno, ma con fede, con speranza, con amore fiducioso nel Signore andr� lontano, quando saranno investiti dalla testimonianza della resurrezione. Si parte da una preghiera povera, un po� disperata, da un amore coraggioso e si ritrova, forte, la vita e il senso della vita. Questa � la nostra fede. Questa � la piccola esperienza dei credenti nelle ore pi� buie: l�esperienza di domani, quella della Pasqua. Presso il corpo del Signore � la vita, la nostra speranza, la sorgente, la fonte dell�amore. Da qui non ci allontaneremo.
Da qui si pu� trarre una mentalit� nuova, si pu� rinnovare un cuore vecchio, sordo nell�orgoglio, insensibile, freddo. Da qui ognuno pu� partire con una coscienza nuova: �Veramente quest�uomo era Figlio di Dio, ma era uno di noi�.


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