Comunità di Sant'Egidio

Diamoci una mano, non le impronte
Manifestazione sulle norme di identificazione per gli immigrati


LA MANIFESTAZIONE

"Diamoci una mano, non le impronte", � il titolo della manifestazione promossa dalla Comunit� di Sant'Egidio - il 2 luglio, a Roma, davanti a Palazzo Madama, Senato della Repubblica - a seguito del dibattito suscitato in Italia dalle norme di identificazione personale proposte nel nuovo testo di legge sull'immigrazione.

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Nel testo di legge sull'immigrazione attualmente in via di approvazione al Senato � stata introdotta una nuova disposizione che prevede la rilevazione delle impronte digitali a tutti gli stranieri extracomunitari al momento della prima richiesta, ovvero del rinnovo, del permesso di soggiorno.

Nelle attuali leggi in vigore (Testo Unico Pubblica Sicurezza e Testo Unico leggi sull'immigrazione D.Lgs.n.286 del 25.7.1998) esistono gi� gli strumenti necessari a garantire la certezza dell'identit� di una persona qualora esistano dubbi. In questi casi sono gi� previsti anche i rilievi dattiloscopici.

Ogni anno in Italia vengono prese le impronte ad oltre 100.000 stranieri extracomunitari: si tratta dei richiedenti asilo politico, di coloro che sono entrati clandestinamente nel territorio, di chi viene trovato privo di documenti di identit� validi.

Per questo le norme che si vogliono introdurre nell'ordinamento italiano appaiono non solo inutili sotto il profilo dell'identificazione dell'identit�, ma anche gravemente  discriminatorie, in quanto sono previste soltanto per i cittadini extracomunitari e non per  tutti i cittadini italiani e comunitari.

Va considerato anche il danno che una tale norma potrebbe apportare al turismo, che rappresenta una importante fonte di reddito per molte regioni italiane. Sono circa 34.000.000 i turisti che visitano l'Italia ogni anno. Di questi, gli extracomunitari (giapponesi, americani, australiani, etc.) sono stimati intorno ai 15.000.000. A tutti costoro sar� richiesta la rilevazione delle impronte digitali, se la permanenza prevista supera gli otto giorni: chi vorr� sacrificare un giorno di vacanza per lasciare le impronte?

Inoltre l'Italia c'� sempre stato un numero consistente di presenze per motivi di culto e di studi religiosi (preti, suore, seminaristi, vescovi e cardinali); molti dei quali extracomunitari. Il numero stimato � di circa 200.000 persone all'anno. Con le nuove norme, anche i religiosi extracomunitari dovranno farsi rilevare le impronte, e pi� di una volta, se rimangono pi� di tre mesi.

A tutti gli stranieri regolari extracomunitari che lavorano, assistono le famiglie italiane, sostengono i prodotti tipici italiani (quanti ad esempio lavorano nell'agricoltura etc.), mantengono aperte le nostre fabbriche, verr� effettuata la rilevazione delle impronte. 

In 5 anni uno straniero regolare dovr� farsi rilevare per tre volte le impronte digitali.

Proponiamo che 

  • se il rilevamento delle impronte digitali non � ritenuto uno strumento indispensabile per una identificazione certa dell'identit�, non sia introdotto per nessuno, n� italiano n� straniero;

  • se il rilevamento delle impronte digitali � considerato indispensabile per una identificazione certa dell'identit�, sia introdotto per tutti, italiani, comunitari e cittadini extracomunitari. Non pu� entrare in vigore solo per gli stranieri  - e solo in Italia all'interno dell'UE - perch� diventerebbe una norma discriminatoria;

  • in caso di introduzione del rilevamento generalizzato, venga fatto una sola volta al momento del rilascio della carta di soggiorno e/o della residenza (carta d'identit�) e non pi� volte nell'arco di poco tempo. 


 

 

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