Comunità di S.Egidio


 

26 febbraio 2000

Genova: l'inserimento dei Rom nella vita della societ� che li ospita
Nomadi. I risultati della Scuola popolare e le altre iniziative
promosse dalla Comunit� di Sant'Egidio

 

GENOVA, febbraio.

Edin e Senad entrano alle scuole superiori: fanno notizia perch� � la prima volta che due giovani Rom, del campo di Via dei Pescatori, a Genova nella zona della Foce, compiono questo passo importante per l'inserimento nella vita della citt� che li ospita.

Qualcuno ha addirittura parlato d� "miracolo". Infatti non � n� facile n� ovvio che un ragazzo o una ragazza Rom frequenti le scuole medie e tanto meno le superiori, mentre la frequenza alle scuole elementari � generalizzata, e pressappoco anche quella alle medie inferiori.

Edin e Senad hanno entrambi 15 anni, e sono dei veri apripista per i loro coetanei e per i piccoli zingari che popolano i tre campi genovesi e che oggi sono ai primi gradi dell'istruzione scolastica. "Sono stati tra i primi ad essere iscritti e a frequentare con una certa regolarit� la scuola: a sei anni la prima elementare, a undici in prima media e ora in prima superiore all'Istituto professionale "Meucci" di Genova", spiega Luciano Rosasco, della Comunit� di Sant'Egidio. "Per Giordano e Claudio della Scuola Popolare - continua - � una bella soddisfazione: hanno seguito Edin e Senad da quando erano piccoli, li hanno sostenuti, incoraggiati, anche sgridati perch� non si lasciassero andare, perch� non rinunciassero al diritto di studiare, di imparare, di crescere".

Non � stato cos� per i loro pap� e le loro mamme, che per il fatto di trovarsi in un campo nomadi non sempre hanno potuto scegliere come, dove, con chi vivere. Il desiderio, quasi l'utopia degli amici della Scuola Popolare ha a poco a poco contagiato i genitori dei due ragazzi, e cos� ha potuto tradursi in realt�. E "se ieri pensavano di fare un piacere al Comune mandando i loro bambini a scuola, oggi sono orgogliosi di questi figli che studiano per diventare meccanico o elettrotecnico".

Le difficolt� da superare perch� il sogno giunga a compimento sono ancora molte, a partire dalla lontananza e dallo scarso spazio disponibile per studiare nella casetta prefabbricata, ma intanto Edin e Senad hanno saputo inserirsi sportivamente e sono stati bene accolti da insegnanti e compagni. Si sentono un po' protagonisti di un'avventura positiva che inizia con loro, sono ben coscienti della loro responsabilit� e non si vergognano pi� di dire chi sono e da dove vengono.

Un'altra novit�, meglio, una "buona notizia" tra i nomadi, stavolta quelli che abitano nelle roulottes sotto la camionale che da Genova porta verso i Giovi, e il piccolo Samuc�, che sta per essere battezzato. E nato due mesi fa a Genova, la sua casa � un furgone chiaro posteggiato ad un crocevia. Di giorno la zona sembra un tranquillo parcheggio di roulottes, pi� o meno in ordine, mentre di sera si anima un vero villaggio. Tornano alla base tutti coloro che alla mattina si erano dispersi per le vie e gli incroci della citt� a "cantare". Qualcuno si spinge per questo fin nel basso Piemonte, come Cristi, il pap� del piccolo Samuc�, per comprare il latte all'ultimo nato, per acquistare il necessario per la giovane moglie Elisabetta, e per crescere dignitosamente l'altro figlio, che si chiama Cristian come lui.

Anche oggi chiedere l'elemosina pare l'unico modo per sopravvivere, per mantenere i propri cari, per pagare le tasse, l'assicurazione del furgone che funge da casa e per mettere da parte un piccolo gruzzolo, nella speranza di poter tornare un giorno in Romania e costruirsene una vera in muratura. Timisoara resta per loro un miraggio, un sogno ad occhi aperti, ma a condizione di avere la possibilit� di non partire da zero, perch� l�, oltre al tanto freddo e alla tanta neve, c'� anche soprattutto una grave crisi economica e con essa la disoccupazione, che colpisce fortemente gli zingari, che in situazione sono i pi� deboli.

"Ma Cristi e gli altri duecento Rom rumeni cercano di mantenere una propria dignit�, pur se da due, tre anni sono continuamente cacciati da una parte all'altra della citt�, intimiditi, sgomberati, espulsi: sono gentili nei modi, benedicono chi li aiuta e non maledicono chi li scansa", dice ancora Rosasco.

La frequentazione con i volontari della Comunit� di Sant'Egidio ha permesso a Cristi di pensare di far battezzare Samuel e anche Cristian, nove anni compiuti, giunto da poco dalla Romania dove viveva con i nonni, ma dove la nostalgia gli impediva di crescere sereno, mentre i genitori erano in pensiero per lui. L'incontro con un Rasaj, un prete ortodosso romeno, ha reso possibile il cammino di preparazione: infatti Luciano Rosasco � un buon conoscente di Padre Lucian - il Rasaj ordinato presbitero a Genova da poche settimane, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo dove la sua Comunit� si riunisce ogni sera per la preghiera e dove attualmente � ospitata la preghiera mensile della neonata comunit� ortodossa rumena ed � gi� "Kiviro", padrino di Emanuc�, il figlio di Bujol, un altro Rom. Per loro si far� una grande festa, con parenti cd amici, com'� d'uso nella tradizione gitana.

La popolazione zingara di Genova e stata visitata anche, proprio in questi giorni, da sorella morte. Zineta � stata trovata esanime sulla spiaggia del portic-ciolo di Nervi. Di origine bosniaca, viveva nel campo nomadi di Molassana, aveva cinque figli, e da tempo soffriva di una malattia psichica, poco capita ed ancor meno accettata, anche tra i Rom: incapace com'era di curare i figli e di servire il marito, era divenuta una presenza inquietante per tutti. Con la coazione all'autolesionismo, in preda ad ansie e paure, si smarriva per le vie della citt� e si facevano pi� frequenti e pi� lunghi i ricoveri nel reparto psichiatrico dell'ospedale. Era stata dimessa da appena due giorni, quando si � allontanata dal campo facendo perdere le sue tracce. L'acqua del mare ne ha restituito il corpo senza vita. Vorrebbero portarne la salma a Sarajevo, ma non si sa ancora se questo estremo desiderio dei famidiari potr� divenire realt�.

GRAZIELLA MERLATTI