Comunità di S.Egidio


 

29 aprile 2000

IL PAPA - Invito a rileggere il '900
Noi, uniti sullo sfondo dei martiri

 

Ho cominciato a studiare e leggere le testimonianze, affluite alla commissione �nuovi martiri�, da ogni parte del mondo, in risposta all'invito di Giovanni Paolo II, perch� non si lasciasse cadere la memoria dei tanti caduti. � emerso un quadro impressionante della realt� del martirio nel Novecento. E siamo ancora all'inizio. Parecchie Chiese locali hanno dato risposte parziali, mentre altre hanno appena cominciato le loro ricerche o non hanno nemmeno risposto. Molto resta infatti da scoprire e da ricordare. Eppure gi� si conferma pienamente che il Novecento � stato un secolo di martirio con un'intensit� tale che pu� richiamare solo i primi secoli della storia del cristianesimo. Giovanni Paolo II lo aveva intuito da tempo, a partire dalla sua esperienza umana e religiosa durante il secondo conflitto mondiale in contatto diretto con il dramma dell��ordine nuovo� nazista in Europa, e successivamente con l�oppressione comunista. Tutta la biografia di Giovanni Paolo II si intreccia con quella del martirio sino alla oscura vicenda dell�attentato alla sua persona, maturato in torbidi ambienti di Istanbul, durante la sua visita ecumenica al patriarca ortodosso Dimitrios.

Il Papa aveva scritto nella Tertio Millennio Adveniente: �Al termine del secondo millennio, la Chiesa � diventata nuovamente Chiesa di martiri�. � l�esperienza della Chiesa cattolica: 126 vescovi sono caduti, da quelli uccisi nel lager nazista, a mons. Romero, a mons. Colombo ucciso a Mogadiscio in Somalia, al cardinale di Guadalajara, Posadas Ocampo, vittima dei narcotrafficanti. Non si tratta solo di alcuni casi eroici o di vertice. Il martirio nel Novecento � una storia di popolo e un fenomeno di massa. Un pastore abruzzese di 47 anni, Michele Del Greco, aiuta alcuni militari inglesi e viene fucilato dai nazisti: �Muoio per aver messo in pratica � dichiara � quello che mi � stato insegnato in chiesa quando ero bambino: dar da mangiare agli affamati�.

Si tratta di un�umanit� che, sorretta dalla fede, non ha ceduto alle ragioni dell�odio e della violenza. Molti caduti cristiani sono stati uccisi per il loro amore o per il loro impegno per la giustizia. Altri sono caduti vittime delle mafie, del terrorismo, di poteri occulti che non tolleravano il loro impegno limpido per gli altri, specie per i poveri. Una grande figura di domenicano italiano, il biblista padre Girotti, aveva predicato cos� nel lager di Dachau: �La Chiesa fu, � e sempre sar� l�unico rifugio del senso di umanit�, di amore e di misericordia�. Dopo poco sarebbe morto di stenti.

� un mondo tutto da esplorare. Ciascun paese, ciascuna Chiesa ha le sue storie. Emerge un�immagine, per molti aspetti, inedita del cristianesimo novecentesco: non la storia di alcune grandi figure, ma quella di un popolo che ha subito persecuzione, violenza, vari tipi di emarginazione. Evitare le difficolt� e la morte non � stato l�unico e il primario obbiettivo della vita di questi caduti: non hanno rinunciato alla professione della fede, all�amore, alla missione, al proprio servizio alla gente, all�umanit�, pur di salvare se stessi.

Il martirio del Novecento ha toccato in profondit� la Chiesa cattolica. Ma � una realt� che non ha risparmiato nessuna Chiesa. Basterebbe pensare alla vicenda della Chiesa ortodossa russa che ha conosciuto una devastante persecuzione, durante la quale sono morti circa 300 vescovi. Il patriarca russo, Tichon, canonizzato dalla Chiesa di Mosca, lo aveva visto con chiarezza nel 1925, quando, morente, aveva detto: �La notte sar� molto lunga e molto oscura�. Per tanti ortodossi sarebbe stata una notte oscura di decenni. Tante altre Chiese ortodosse, oltre quella russa, subiscono il martirio. Il patriarca serbo-ortodosso � deportato a Dachau.

Armeni, siriani, cristiani di varie comunit�, trovano la morte durante i massacri nell�impero ottomano. Per non pochi di essi rinunciare alla fede cristiana avrebbe comportato la salvezza della vita. Anche questa � la storia di un martirio di popolo. L�antica Chiesa etiopica � perseguitata dal colonialismo fascista, che uccide vari vescovi e fa strage di monaci, come i quasi 300 uccisi a Debra Liban�s per ordine del maresciallo Graziani. E poi i cristiani etiopici conoscono la persecuzione comunista di Mengistu, quando il patriarca viene assassinato. Non si tratta che di alcune situazioni particolari, che mostrano come nel Novecento tutte le Chiese tornano a essere Chiese di martiri. Cos� gli anglicani muoiono per la fede, come nell�Uganda di Idi Amin. Cadono tanti evangelici in terre di antica evangelizzazione o impegnati nell�attivit� missionaria. Infatti il Novecento, un secolo in cui il cristianesimo raggiunge tanti Paesi, � una stagione di tanti martiri missionari. La loro memoria costituisce anche un legame profondo tra le societ� europee e occidentali, o almeno le loro Chiese, e Paesi del Sud, spesso ai margini anche in questo XXI secolo.

Nel 1994 Giovanni Paolo II ha detto al termine della Via Crucis al Colosseo: �Noi siamo uniti sullo sfondo dei martiri: non possiamo non essere uniti�. La memoria dei testimoni della fede del Novecento �parla � ha detto il Papa � con voce pi� alta dei fattori di divisione�. Forse la commemorazione dei confessori e dei testimoni della fede, il 7 maggio, al Colosseo, sar� l�occasione perch� i cristiani del nostro tempo comincino ad ascoltare con pi� attenzione questa voce. � una voce che parla anche al mondo contemporaneo, proprio in questo tempo di Pasqua. Abbiamo letto nella passione di Ges� che l�ultima beffa al Crocifisso � stata la proposta di salvare se stesso: �Non sei tu il Cristo? Salva te stesso...� (Lc 23,39). I martiri testimoniano la grande libert� dall�amore per s�, dalla filautia, che appare la grande legge del nostro tempo. Sono donne e uomini che, prima di tutto e soprattutto, non salvano se stessi. � il Vangelo vissuto: �Chi cercher� di salvare la propria vita la perder�, chi invece la perde la salver�� (Mt 17,33). Siamo forse tutti solo all�inizio della comprensione di questo Vangelo.

Andrea Riccardi