Comunità di S.Egidio


 

16 maggio 2000

�La Chiesa sta maturando una nuova coscienza del passato che � una ricchezza per tutti�
�Il secolo visto dagli umili�
Riccardi: dai pastorelli una �teologia della storia� per il '900
Lo studioso: �La rivelazione di Fatima non � una riflessione storiografica,
ma una lettura sapienziale delle vicende umane�

 

Come scorre diverso, il film del �secolo breve�, alla luce del �sole che gira�. Quant'� particolare, tragico, eroico il Novecento visto da Fatima.

Gli storici �laici� si sono inalberati davanti alla rivelazione del cosiddetto �terzo segreto�, affidato nel 1917 dalla Madonna a tre pastorelli portoghesi: e giustamente, dal loro punto di vista, ch� esso rilegge la vicenda degli ultimi cent'anni in modo alquanto differente dai vulgati �sacri testi�. Ma come, nel secolo della ragione credere a fenomeni come questi? E dov'� mai finito il �punto di vista laico� su profezie che �liquidano la storia intellettuale europea degli ultimi tre secoli come un imperdonabile sbaglio�? Cos� c'� chi dice che il segreto ha rivelato poco (Gianni Vattimo) e chi sostiene che invece rivela insopportabilmente troppo: come lo storico Gian Enrico Rusconi, il quale paventa che l'�operazione Fatima� chiuda col sigillo del �segno divino� un �dibattito storiografico che faticosamente dura da decenni�. Addirittura.

Andrea Riccardi, docente universitario di storia moderna e recente autore di un volume su Il secolo del martirio (Mondadori), per� lo rimbecca in diretta: �Non credo che il discorso di Fatima sia un'interpretazione storiografica. Il lavoro dello storico anzi s'arricchisce col segreto, il quale s'inserisce nella riflessione che la Chiesa sta facendo sul '900 e sulla sua storia nel Novecento�.

Gli storici contemporanei non resteranno dunque senza lavoro dopo le rivelazioni portoghesi?
�La Chiesa, attraverso alcuni atti del Giubileo, sta maturando una coscienza del tempo passato che � una ricchezza per noi cristiani e anche per i non credenti. Penso soprattutto a tre gesti, fra loro strettamente collegati: la richiesta di perdono per le colpe dei cristiani, la celebrazione dei nuovi martiri al Colosseo e - infine - la rivelazione di Fatima�.

Dai mea culpa a suor Lucia, passando per Romero. Ma come tenere assieme i tre anelli della catena?
�Si tratta di testimonianze storiche che in realt� convergono. Prendiamo i martiri, che sono stati l'aspetto meno sottolineato dai mass media: il Novecento � stato un secolo di martirio per i cristiani e questo � un tema storico importante nella coscienza della Chiesa, complementare a quello dei mea culpa; la Chiesa chiede perdono e anche lo dona. Cos� la coscienza del '900 ne viene fuori come di un secolo bello e insieme terribile, per cristiani e non. Il discorso di Fatima s'inserisce in tale contesto�.

Per un cattolico, forse: ma per gli altri?
�Beh, ognuno davanti al terzo segreto reagisce come vuole. Ma il fatto storico inoppugnabile, anche da parte laica, � la sapienza storica che pulsa nel cuore di questa Chiesa. La rivelazione di Fatima non � una riflessione storiografica, bens� una lettura sapienziale delle vicende umane. Quando sar� disponibile, i ricercatori potranno discutere sul testo preciso; ma intanto questa sapientia historiae mi sembra una ricchezza offerta a tutti. Si tratta di una rivelazione di fede, di un dato irrazionale? S�, la Chiesa ha un modo di riflessione che non � quello della storiografia e della filosofia; per� esiste nella sua sapienza una razionalit� che merita di essere considerata. Noi tutti ne abbiamo bisogno, per elaborare una vicenda storica complessa come quella degli ultimi cent'anni�.

Qualcuno ha per� notato che nelle rivelazioni di suor Lucia manca la Sho�, c'� troppo comunismo e niente nazismo...
�Mica ci troviamo davanti ad una storia che ha pretese universali! Se � per questo, non c'� nulla neanche sulle stragi degli armeni... Qui ci troviamo davanti a una visione che ha i suoi linguaggi da interpretare. E non dimentichiamo che non bisogna mai isolare le azioni del Pontefice in un'interpretazione sensazionalistica, questo � un Papa di visione�.

Sta dicendo che dietro Fatima c'� una teologia della storia?
�Secondo me s�. Giovanni Paolo II, del resto, con la sua biografia rappresenta bene l'uomo del Novecento. E in quest'anno giubilare traccia una lettura teologica dell'esperienza cristiana del secolo e ne trae una lezione, in certo senso una "profezia" del Duemila�.

Non a caso, allora, � stato scelto l'ultimo anno del secolo per annunciare il contenuto del fatidico segreto.
�Non a caso. Giovanni Paolo II ha un sentimento forte nei confronti di Fatima. E poi c'� il tema dell'attentato di Al� Agca, avvenuto - non va dimenticato - il 13 maggio e che secondo me si connette con quello del martirio. Mai come in questo secolo i vescovi cattolici sono caduti martiri, io ne ho contati ben 126 cui si dovrebbero aggiungere 300 vescovi ortodossi russi, eccetera. Si tratta di grandi suggestioni che parlano al cuore del credente e anche agli uomini di cultura: non come lezioni storiografiche, ma da chiavi di lettura�.

E qual sarebbe, allora, l'interpretazione cristiana dell'et� contemporanea?
�Questo secolo � stato davvero in partibus infidelium per la Chiesa; quando � iniziato c'era chi addirittura la descriveva come una realt� agonizzante. Non � stato cos�, invece: non agonizzante bens� agonica, nel senso che il cristianesimo ha vissuto in una condizione di lotta teologica. Il nostro � stato un periodo difficilissimo, ma contemporaneamente il Vangelo � giunto fino ai confini della terra, uscendo dall'orbita puramente occidentale�.

I pastorelli ignoranti dettano l'interpretazione ai dotti. Non le sembra un paradosso?
�La parola dei semplici rivela una percezione profonda del valore del secolo... S�, quella di Fatima mi sembra una storia scritta dal popolo, una storia di gente comune. Ma spesso i piccoli hanno colto i nodi sottovalutati dai sapienti e la Chiesa ne ha conservato l'interpretazione pi� di quanto crediamo. Essa capisce meglio di altri la complessit� della vicenda umana e dimostra umilt� davanti alla storia: per questo il suo senso storico merita considerazione�.

Roberto Beretta