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6 giugno 2000 |
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"Neri, bianchi, rossi, - tutti insieme, senza distinzioni": questo � il Paese dell'Arcobaleno visto con gli occhi di Elisabetta, quattordicenne ragazza slava che arriva nella Basilica di san Paolo assieme ai tantissimi cugini della famiglia Halidovic, nel giorno in cui il movimento giovanile della Comunit� di Sant'Egidio celebra il proprio Giubileo. Piccoli bambini o giovani adolescenti, oltre cinquemila pellegrini raggiungono la Basilica Ostiense nel caldo pomeriggio romano, indossando la maglietta su cui � stampata la colomba della pace, che sorvola l'arcobaleno: nell'atmosfera vivace dei suoni e dei colori, si riuniscono attorno all'altare della confessione giovani rappresentanti di ogni parte del mondo, per prendere parte alla Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Vincenzo Paglia, assistente spirituale della comunit�. "� singolare celebrare il Giubileo del Paese dell'Arcobaleno nel giorno dell'Ascensione, quasi che Ges� stesso, ascendendo al cielo, disegni questo arcobaleno di pace che gira attorno al mondo", afferma il Presule, nominato dai bambini, durante la celebrazione, Vescovo dell'Arcobaleno, "� la festa della pace, dell'unit�, della gioia di questi bambini che, venendo a Roma, in qualche modo, assieme a Ges� ascendono in un mondo nuovo, diverso rispetto a quello da cui sono partiti". Una data da ricordare, quella del 3 giugno, in modo particolare per Renato, Pamela, Jeming, Alessio e Veronica, che in questo giorno hanno ricevuto la loro Prima Comunione. "Sono ragazzi che si sono avvicinati all'Eucarestia attraverso la nostra Comunit� e hanno fatto con noi il cammino di preparazione per l'incontro con il Signore", racconta Adriana Gulotta, responsabile del movimento, spiegando il messaggio che si � voluto trasmettere con quest'evento, "il Giubileo � gioia, la gioia di essere riconciliati con Dio, come ci insegna la parabola del figliol prodigo. Ed � per questo che i nostri ragazzi si sono confessati, e dopo aver varcato la Porta Santa hanno scritto i loro propositi su fogli di carta che sono stati raccolti e portati all'altare durante l'Offertorio". Un entusiasmo coinvolgente trascina tutti coloro che prendono parte alla celebrazione, nella quale alle preghiere dei cattolici si uniscono quelle di chi professa un'altra religione: "Io sono musulmana - racconta Messicana, giovane ragazza originaria di Sarajevo - per� vado spesso in Chiesa a pregare. Cos� anche oggi: non mi sento un'estranea, sono contenta di partecipare a questo Giubileo". "Nella nostra scuola non dimentichiamo mai l'aspetto spirituale, anche se ci sono ragazzi che professano altre religioni: tutti rispettano le confessioni religiose degli altri e sono contenti di scoprire analogia e differenze con chi crede in un Dio diverso", racconta Ela Brulls, responsabile della scuola del Paese dell' arcobaleno che ha sede a Monchengladbach, vicino Colonia. Con lei ed altri quattro educatori, sono arrivati dalla Germania trentasei ragazzi, che hanno lasciato a casa difficolt� e problemi per vivere nella gioia questi momenti. "Per tutti i bambini che sono qui, la comunit� � una famiglia, una voce, una casa.., trovano qualcosa che i genitori non riescono a dare loro, e la scuola non insegna: l'amicizia, la solidariet�. Vengono da Situazioni difficili, di abbandono, separazione, miseria, ci sono bambini fuggiti dal Kosovo assieme ai loro genitori o bambini di famiglie turche emigrate in cerca di lavoro. E da noi imparano la pi� importante delle lezioni: nessuno � troppo povero da non poter aiutare qualcun altro". L.C.
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