Comunità di S.Egidio


 

13 giugno 2000


Insieme per festeggiare �gli amici� meno fortunati
A san Paolo fuori le Mura mille giovani disabili

 

"Abbiamo attraversato la Porta Santa, abbiamo compiuto un gesto di conversione al Signore, per accogliere il suo Giubileo, la sua salvezza, il suo amore": con queste parole, pronunciate dall'altare della confessione di san Paolo nel pomeriggio d� sabato dieci giugno, vigilia di Pentecoste, l'Arcivescovo Cesare Nosiglia, Vicegerente di Roma, saluta i numerosi pellegrini che gremiscono la basilica ostiense.

Sono i ragazzi del movimento "Gli amici", mille e pi� giovani disabili, accompagnati dai familiari, dalle persone care, dai volontari della comunit� di sant'Egidio, per stringersi attorno ad alcuni loro amici, che in questa celebrazione ricevono il sacramento della Confermazione.

Cos�, come gli apostoli riuniti nel cenacolo, anche questi ragazzi invocano la discesa dello Spirito Santo. "Gli apostoli, insieme con Maria, erano in attesa che si adempisse la promessa di Ges�: pregate perch� io mander� lo Spirito Santo, che diventer� testimone davanti al mondo della mia lode, della mia pace. E lo spirito scese su ciascuno di loro, e poi su tutti, insieme - esordisce il Presule, richiamando il passo degli Atti degli Apostoli che descrive la venuta dello Spirito Santo (Ai 2, 1-11) - questo vuol dire che lo Spirito Santo � donato a ciascuno di noi, perch� nella nostra vita personale lo Spirito agisca e produca frutto, secondo le nostre disponibilit�, secondo le nostre vocazioni, secondo i doni che ciascuno di noi riceve".

"E poi lo Spirito scende anche su tutti, perch� ci� che riceviamo personalmente non � solo per noi, ma sappiamo bene che ogni dono di Dio ci viene dato perch� lo mettiamo a disposizione degli altri: amare, per noi, discepoli di Ges�, significa donarci, incontrare gli altri nell'amore del Signore, gioire della gioia degli altri".

"E allora anche noi siamo chiamati ad essere come gli apostoli, portatori di un annuncio d'amore verso tutti senza alcuna distinzione e a costituire nelle nostre comunit� un segno d'amore, di pace, un segno di riconciliazione, di unit�. E' soprattutto l'unit� il dono ed il compito che siamo chiamati a costituire attraverso la forza dello Spirito Santo. Ges� ha pregato tanto per questo: perch� il mondo creda. Ed il mondo creder� solo nella misura in cui saremo uniti nell'amore, nell'amicizia", il Vescovo si rivolge con affetto ai ragazzi che siedono ai piedi dell'altare.

Pronta ad accogliere il dono dello Spirito, Maria nasconde a stento l'emozione dell'attesa: "Quello di oggi � per me un evento molto importante, perch� la fede � adesso per me un motivo di vita - racconta -. C'� stato un periodo in cui mi ero allontanata dalla Chiesa... poi ho avuto un grave lutto, ed ora credo che pregare sia anche un motivo per stare pi� vicino a mia mamma. Ed oggi, ricevendo il Suo Spirito, penso di avvicinarmi ancora di pi� a Dio", ci dice, con semplicit�, la cresimanda.

Nel cammino di preparazione al Sacramento, Maria � stata seguita da Tiziana e dagli altri amici della comunit� di sant'Egidio: "Abbiamo disegnato e colorato delle immagini in cui sono rappresentate scene della vita di Ges� - ci spiega, mostrando i dipinti che hanno guidato il cammino di preparazione ed indicandoci il suo quadro preferito, quello che rappresenta la Risurrezione -. Perch�? Perch� � importante, vuol dire che la vita non finisce mai!". Appena ventisei anni ed una vita non facile alle spalle, Maria trasmette serenit� e fiducia nel futuro. "E' proprio questo lo scopo del nostro movimento: mostrare quanta gioia ci possa essere nella vita delle persone disabili", ci spiega Luca, responsabile di una delle tante "Case di Pulcinella" sorte a Roma. "Anche chi ha degli handicap fisici o mentali ha davanti a s� un'infinit� di risorse: sono delle persone eccezionali, hanno una piena disponibilit� verso tutti, realizzano delle vere e proprie opere d'arte, dei quadri stupendi...� un'umanit� bella, anche se vissuta con difficolt�".

L.C.