Comunità di S.Egidio


 

16 giugno 2000

Le margherite degli esclusi sulla tavola del Papa
Il Pontefice ha voluto come commensali i senzatetto di Roma, che gli hanno donato un mazzo di fiori

 

CITTA' DEL VATICANO.
A tavola col Papa c'era Mahmadou, un venditore ambulante senegalese, il cui padre era un "Marabutto", un santone musulmano; e poi c'era Elena, una zingara con bambini, una di quelle persone che a Roma vengono viste con sospetto, quando salgono sull'autobus, perch� i passeggeri temono i borseggi; e due anziane donne romane, di cui una sfrattata, e un afgano, e due colf sudamericane...

Andrea Riccardi, il Presidente di Sant'Egidio, raccontava al Papa le vite difficili dei suoi commensali, e degli altri centonovantaquattro che riempivano i tavoli del pranzo offerto dal Pontefice ai "barboni" e ai poveri della capitale. Ogni tavola aveva un cardinale o un vescovo: Sodano, Ruini, Re o Sepe e naturalmente mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, "padre spirituale" di Sant'Egidio i cui volontari - insieme con quelli della Caritas e le suore di Madre Teresa - scortavano gli ospiti. Che avevano ricevuto ciascuno un cartoncino molto formale: "Il Santo Padre Giovanni Paolo II, in occasione del Grande Giubileo dell'Anno 2000, invita il signor (il nome � scritto a mano) all'incontro conviviale che si terr� gioved� 15 giugno alle ore 13 presso l'Atrio dell'Aula Paolo VI in Vaticano". Solo tre non l'hanno ricevuto: erano in giro, li hanno trovati all'ultimo minuto.

Un'orchestrina di sacerdoti - Legionari di Cristo - suonava canzoni popolarissime come "O sole mio", "Ia bamba", "Romagna mia", "Granada" e "Funicul� Funicul�". "A met� pranzo i bambini che erano presenti si sono alzati e con le loro mamme si sono messi a ballare al ritmo delle canzoni che venivano suonate - ha raccontato Mario Marazziti, di Sant'Egidio - Poi i bimbi hanno voluto andare al tavolo del Papa che li ha accolti sorridendo, come farebbe un nonno...".

Il regalo degli invitati � stato un mazzo di margherite gialle e gladioli bianchi. Qualcuno di loro era cos� emozionato che non ha dormito la notte scorsa. Tovaglie di Fiandra, bicchieri di cristallo a calice, piatti di porcellana e centrotavola di fiori freschi li aspettavano nell'atrio dell'Aula Paolo VI, dopo il saluto dello svizzero di guardia. Il men� era quello tipico di una famiglia nei giorni di festa: ravioli di ricotta, arrosto di vitello con patate al forno, mozzarelline di Aversa e insalata, dolce e macedonia con gelato, innaffiati da vino, bibite e spumante finale.

Non tutti avevano un vestito all'altezza dell'occasione ma era evidente lo sforzo di apparire al meglio, dall'anziana signora;magra e zoppicante, dignitosissima nel vestito celestino, i capelli raccolti in una crocchia, ad un negro alto e grosso con pantaloni a righe arancioni e nere. "Vi ho tutti nel cuore - dir� il Papa alla fine del pranzo - questo � per me uno dei momenti pi� sentiti e pi� significativi del Giubileo. Ho voluto incontrarvi, ho voluto condividere con voi la mensa per dirvi che voi siete nel cuore del Papa".

"La cosa pi� bella � vedere il Papa da vicino", dice Antonio Buoniconti, napoletano, i cui 39 anni ne dimostrano di pi�. Ha perso genitori, moglie, lavoro. � un "piccolo invalido": "Prendo 335.000 lire al mese, una vergogna": vive sotto i portici di Piazza Augusto Imperatore.

"Ti preghiamo di non permettere che ad alcuno manchi il necessario alimento". Ha pregato il Papa, e ha aggiunto: "Mentre vi guardo penso a quanti a Roma, come in ogni parte del mondo, attraversano momenti di prova e di difficolt�". Al termine il Papa si � seduto vicino alla porta e li ha salutati ad uno ad uno consegnando loro un rosario e un regalo.

Marco Tosatti