Comunità di S.Egidio


 

5 luglio 2000

I Parlamenti europei lanciano l��ingerenza umanitaria� contro la pena di morte
Il presidente Mancino: l�Onu prenda posizione

 

ASSISI - Contro il boia l'ingerenza funzioner� al contrario: invece dei bombardamenti in Kosovo o in Iraq, tante manifestazioni e mille appelli per convincere chi difende ancora la sedia elettrica a staccare la spina. Il diritto ad intervenire per �motivi umanitari�, fatto valere da chi, come gli Stati Uniti, conserva ancora la pena capitale, pu� diventare un boomerang . Lo pensa il presidente del Senato Nicola Mancino: �Sar� sempre pi� difficile sostenere una sorta di indifferenza della comunit� internazionale. Le Nazioni Unite dovranno prendere una posizione netta e inequivocabile�. E sar� compito dell'Europa convincere tutti ad avere �non solo un ruolo passivo, di rifiuto della violenza statale, ma uno attivo, che si basa sulla propria autorevolezza�. Perch� l'Unione Europea vuole fare di questa campagna una questione di civilt�. Ne � convinta l'Italia e ci credono i rappresentanti dei Parlamenti europei che partecipano al convegno di Assisi: dalla citt� di San Francesco il nostro continente promette che non dar� tregua a chi applica ancora la pena di morte, dagli Usa alla Cina.

All'Onu la campagna contro la pena capitale ha avuto una battuta d�arresto nell'autunno scorso. Ma la battaglia non � persa, malgrado quel voto che ha bloccato la moratoria delle esecuzioni richiesta per il 2000, come prima tappa verso l'abolizione. Anzi, qui ad Assisi tutti credono che pu� essere vinta. Ieri 15 Paesi europei hanno firmato una dichiarazione in cui si esprime �preoccupazione� per gli Stati che continuano a mantenere la pena capitale chiedendo di giungere progressivamente alla sua abolizione.

E' ancora troppo poco per i francescani del Sacro Convento di Assisi che parlano di documento �non coraggioso�. Ma tutti assicurano che la battaglia crescer� di tono. Negli ultimi mesi si � allargata la rosa delle nazioni abolizioniste giunte ormai a 108, contro 87 Paesi responsabili di esecuzioni capitali. La Comunit� di Sant'Egidio, che aveva consegnato pi� di un milione di firme al Palazzo di Vetro, � arrivata a due milioni e mezzo. Mario Marazziti parla di un ampio �fronte morale� interreligioso che avanza, con credenti e laici uniti per la prima volta contro la pena di morte: cristiani, buddisti, ebrei fino a musulmani come il presidente indonesiano Abdurrahman Wahid: �Non � possibile difendere in Occidente la libert� e la democrazia continuando a sostenere la pena capitale come forma di giustizia�. Sergio D'Elia, rappresentante dell�organizzazione �Nessuno tocchi Caino�, invita l'Europa a fare di pi�: �Ci sono Paesi come la Gran Bretagna troppo assenti a queste riunioni�. E troppo �sensibili� al richiamo degli Usa.

E' intervenuto anche un membro buddista della scuola giapponese Soka Gakkai e Domenico Tomasetto, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, insieme a monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, che ha ripercorso i fondamenti biblici del �no� alla pena capitale.

Dopo la relazione di Mancino, hanno parlato i rappresentanti dei Parlamenti di Portogallo, Belgio, Grecia e Spagna, tra i pi� convinti Paesi abolizionisti. Alla vicepresidente del Senato Ersilia Salvato, impegnata da sempre nella campagna contro la pena di morte, � toccato fare la sintesi e presentare l'appello finale. Con la promessa di continuare la battaglia a tutto campo. Per convincere tutti, a partire dagli Usa: �Dicono di credere ai diritti umani, ma il primo � la vita. S�, � giusta l'ingerenza per difenderla. Promuoveremo manifestazioni e appelli anche a casa loro�.

Roberto Zuccolini