Comunità di S.Egidio


 

25 settembre 2000

�Temo un fondamentalismo di destra�
Riccardi: il pericolo neonazista minaccia l� Europa

 

Il documento �Dominus Iesus�, la beatificazione di Pio IX, il conflitto su Gerusalemme, la paura di un��invasione� islamica in Europa: sembra un momento di grande difficolt� per il dialogo fra religioni. E proprio ieri si � aperto a Lisbona il XIII incontro Internazionale Uomini e Religioni, promosso dalla Comunit� di Sant�Egidio. Il suo Presidente, Andrea Riccardi, Professore di Storia Contemporanea all�Universit� di Roma, racconta quanto sia difficile oggi parlare fra uomini di fedi differenti.

�Siamo qui proprio per continuare questo cammino di dialogo, sotto cieli diversi. Non abbiamo paura delle difficolt�. Abbiamo portato lo spirito di Assisi a Varsavia con un pellegrinaggio ad Auschwitz quando era aperta la crisi del Carmelo; siamo andati a Bucarest quando c�era il gelo fra greco cattolici ed ortodossi. Ci sono problemi questo � vero�

Avete avuto difficolt� nel trovare adesioni all�incontro pi� che in passato?

�Difficolt� ci sono, inerenti alla Chiesa cattolica; e poi ci sono difficolt� storiche, nei rapporti fra cattolici e ortodossi e musulmani e ortodossi e fra uniati e ortodossi. Sono molto contento che qui ci siano monsignor Husar, che � il capo degli uniati di Leopoli, e un rappresentante ufficiale del Patriarcato di Mosca. Le difficolt� ci sono e ci saranno perch� questo � un cammino nuovo, ed � normale che ci siano aggiustamenti, difficolt� e scontri. Nel dialogo interreligioso serve una pazienza geologica. La nostra idea � che lo spirito di Assisi abbia la capacit� di creare dei ponti fra le difficolt�. Ma in questo spirito ognuno si sente a casa propria, qui�.

Avete creato un luogo in cui persone, che magari non si incontravano, trovano naturale vedersi?

�Naturale, e anche conflittuale. Mi ricordo una volta in cui cattolici croati e serbo ortodossi litigarono furiosamente. E anche qui ci saranno dei momenti di sincerit� e di contrasto. Siamo qui per parlare, con franchezza e fraternit�.

E poi si prega insieme.

�E� un�icona inventata da Giovanni Paolo II ad Assisi, in cui si prega l�uno accanto all�altro, senza confusione, ma anche senza distanza. E convergere insieme in un apppello, un abbraccio, una "liturgia" della famiglia umana. Torno da Hebron: pregavano ebrei e musulmani, sulla Tomba dei patriarchi, separati da soldati. Il nostro convegno vuole essere l�esatto contrario�.

Si parler� di autocritica delle religioni, giustizia e perdono, perdono e dialogo. I cattolici hanno cominciato un cammino in questa direzione. Che cosa vi attendete dagli altri?

�Porre il problema del perdono significa porre il problema dell�autocritica. In un mondo spesso giustizialista, ma spesso senza giustizia. Noi vogliamo mettere in movimento delle idee. Abbiamo trovato che questo cambia, e cambia anche le spiritualit�: l�incontro con l�altro non lascia mai eguali. In questa societ� in cui viviamo, che � una macedonia terribile in cui non ci si incontra realmente�.

Il 2001 sar� l�anno in cui l�Europa torner� ad essere una fortezza?

�Ho paura di un�affermazione di una cultura di destra. Perch� il nostro fondamentalismo europeo non sar� come il fondamentalismo islamico o quello ebraico: il nostro fondamentalismo sar� l�attrazione fatale dei movimenti di destra. E quando dico movimenti di destra non intendo la destra politica. Intendo il movimento neonazista, intendo quello che � avvenuto a Verona, intendo l�antisemitismo. In questo mondo spaesato, troppo invadente, troppo grande, troppo eguale, la gente cerca rifugio nei miti fondamentalisti�.

La fortezza � una risposta?

�La fortezza � impossibile, � storicamente impraticabile. Ma io ho paura della pancia, dell�Europa, di questo ventre�.

Anche la gente ha paura.

�E� vero e le comunit� cristiane devono aiutare la gente a passare dalla propria paura a una gestione intelligente del proprio presente. Credo che alla base di questo timore non ci sia solo l�immigrazione, ma anche Internet e la coabitazione virtuale con un universo troppo grande: � lo spaesamento dalla propria cultura e dalle proprie tradizioni. Non � solo il musulmano che viene a vivere vicino a te. Ma la crisi � la crisi della nostra cultura�.

Marco Tosatti