Comunità di S.Egidio


 

27 settembre 2000

XIII Incontro "Uomini e Religioni"
i lavori del convegno promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio

Un confronto serrato e rispettoso 
tra fedi e culture diverse

 

Il convegno Oceani di Pace, religioni e culture in dialogo, in corso a Lisbona su impulso della Comunit� di Sant'Egidio, sta vivendo l'ora del confronto. Un momento molto atteso, a giudicare dalla larga affluenza di pubblico - nonostante la giornata lavorativa - al Centro Culturale di Bel�m. La capitale portoghese si � resa conto dell'eccezionalit� dell'evento, e si � posta in ascolto di uomini e tradizioni venute da lontano, e che qualcuno � forse pi� abituato a osservare in conflitto, piuttosto che in dialogo. Ma l'atteggiamento degli uomini di religione, nello spirito di Assisi, non � polemico o riaffermativo, quanto pensoso. L'urgenza di affermare una cultura del dialogo, di fronte a logiche di odio e di paura del diverso, era stata detta con forza nell'inaugurazione di domenica.
La pace non � prerogativa dei potenti, e il senso d'impotenza che coglie molti di fronte al moltiplicarsi delle violenze trova in questi giorni risposte consolanti. Anche la preghiera costruisce la pace. Lo ha detto con chiarezza il Patriarca siro cattolico di Antiochia Ignace Mussa Daoud I.
Altro punto di forza delle giornate di Lisbona � il dialogo tra laici e credenti. Non si tratta di una novit� o di una moda, come ha specificato il vescovo di Terni, Narni e Amelia Vincenzo Paglia, che al tema ha gi� dedicato un libro Lettera a un amico che non crede: "E' stato il Concilio Vaticano II ad aprire il campo al dialogo tra credenti e non credenti. Oggi, all'inizio del nuovo millennio, di fronte alle grandi sfide comuni, dalla progettualit� politica alla salvaguardia dell'ambiente, dalla bioetica alla globalizzazione, � necessario rinsaldare il rapporto tra cultura laica e cultura cristiana. Molti autorevoli esponenti laici, pensosi, si interrogano su come arginare la crescita esorbitante dell'egoismo, e chiedono aiuto ai credenti. Altri sottolineano la comune responsabilit� nell'allontanare ogni intolleranza e fondamentalismo per incamminarsi verso la costruzione di un mondo solidale, senza dimenticare che esiste anche un fondamentalismo laico, che complica la scena". E un laico come Giuliano Amato, che ha partecipato a vari momenti del serrato dibattito tra laici e credenti, ha riconosciuto il "sovrappi� d'amore" che contraddistingue chi crede, come pure la loro capacit� - in primo luogo quella dell'attuale Papa - di radunare le persone e indicare prospettive che i laici non hanno: sembrano essere privi della forza dell'amore. Il dialogo, in questo caso, si fa testimonianza della forza dell'amore.
La tavola rotonda pi� partecipata - circa 1000 persone - � stata quella sulla "rinascita dell'Africa", a conferma della bont� di una scelta costante degli ultimi incontri di preghiera per la pace, quella di privilegiare e rimettere al centro l'Africa.
Ma i segni di speranza non mancano, e non giungono soltanto da qualche indicatore economico. Come nota don Matteo Zuppi, assistente ecclesiastico della Comunit� di Sant'Egidio, sperare la rinascita dell'Africa � possibile a partire dalle migliaia di giovani che, in seguito all'annuncio del Vangelo, cominciano ad amare i loro paesi e i poveri che li abitano, e a costruire loro stessi un futuro rinnovato. E' l'esperienza - tra le altre - delle tante Comunit� di Sant'Egidio sorte negli ultimi anni in Africa. Don Zuppi illustra poi due progetti della comunit� romana, che indicano una solidariet� discreta, possibile ed efficace. Si tratta della ricostruzione del principale ospedale della Guinea Bissau, distrutto dalla recente guerra civile, e del piano per la somministrazione della terapia anti Aids alle donne in stato di gravidanza, che permetterebbe di spezzare la catena del contagio e garantire la sopravvivenza dei nuovi nati. E' un servizio alla sanit�, ma pure alla pace. Tanta conflittualit�, infatti, dipende anche dallo stato di prostrazione in cui versano tanti, senza possibilit� di cure e di una vita dignitosa. Quanti assistono alla conferenza partecipano commossi. Gli uomini di religione danno prova di concretezza e di speranza larga. Un approccio alla realt� vero ma caldo, che sta toccando il cuore di tanti, qui a Lisbona, mentre la citt� si fa intorno a questi cercatori di pace che oggi pregheranno, ciascuno secondo la propria religione, per chiedere il dono della pace.


Marco Spiandore