Comunità di S.Egidio


 

10/10/2000

Una �nuova egemonia� della Chiesa in Italia? Macch�: i rischi sono altri
Soffocati dall'�ideologia soffice�: ecco il vero nemico di laici e credenti
Alcuni opinionisti non riescono a vedere la presenza cristiana nel Paese fuori dalle categorie politiche

 

Una nuova egemonia culturale in Italia? Ma quale? Si � dissolta o almeno ridisegnata quella della sinistra, ma molti, almeno sulle pagine dei grandi quotidiani, accusano la nascita di una nuova egemonia, proprio quella cattolica. Il Giubileo ne sarebbe l'espressione pi� chiara.

Con la consueta acutezza Gaetano Arf� ricorda su Repubblica di sabato la definizione di Giorgio Amendola a proposito dell'idea egemonia: �La capacit� di intimidire gli avversari e la capacit� di dirigere gli alleati con la forza delle idee e gli strumenti della politica�. Ma forse egemonia non � quella cattolica, sebbene per taluni appare una volont� prepotente di affermarsi. Infatti, nella stessa pagina del quotidiano, Lucio Colletti denuncia una nuova �supremazia della Chiesa�. Il motivo � tornato spesso negli ultimi tempi e merita di essere esaminato con attenzione. La difficolt� vera � che non si riesce a leggere la presenza odierna della Chiesa se non con categorie politiche. La Dc non esiste pi�. Per chi lavora allora la Chiesa? Forse per ricostruire una specie di societ� tutta clericale, visto che non opera pi� per un partito politico?

La Chiesa del Vaticano II ha detto e proclamato di accettare con gioia di vivere in una societ� democratica e pluralista. In questa prospettiva la Chiesa si presenta qual �, sola, con un suo profilo religioso, con sue istanze e con una sua visione in una societ� pluralista e complessa. L'accettazione del pluralismo democratico non significa certo la rinuncia alla sua identit� e alla sua missione, quella di comunicare il Vangelo. Questa solitudine della Chiesa (senza la prossimit� a un partito politico) diventa un fatto su cui ci sono troppi equivoci: senza la mediazione della politica la Chiesa tenta una clericalizzazione della societ�? Ma la Chiesa segue le vie della pastorale e delle culture. All'estero, in consolidate democrazie europee, molti vescovi hanno preso forti posizioni pubbliche, senza scatenare preoccupate reazioni.

La presenza della Chiesa in Italia diventa un buon bersaglio in mezzo ai tanti vuoti ideali, dopo la crisi delle ideologie: contrapporsi ad essa d� identit�, quando scarseggiano i propri motivi d'identit�. � un meccanismo molto semplice, ma che si sta innestando vistosamente. Tale meccanismo viene anche favorito dall'improntitudine di qualche cattolico. Soprattutto tale meccanismo appare poco all'altezza di chi vuole rispondere con una ricerca seria e un dibattito onesto ai problemi dell'Italia contemporanea. Mi pare che la questione pi� preoccupante sia un'altra piuttosto che quella di una supremazia che non c'�. Gaetano Arf� osserva come sia nata �una ideologia soffice ma soffocante, che ha una capacit� di penetrazione enorme...�. Questa ideologia esercita una grande influenza su tutti gli eredi delle diverse culture del Paese. Qui sta il problema.

Alcuni anni fa Nicola Chiaromonte scriveva: �La nostra epoca non � un'epoca di fede, ma neppure d'incredulit�. � un'epoca di malafede, cio� di credenze mantenute a forza, in opposizione ad altre e, soprattutto, in mancanza di altre genuine�. Sono convinto che nel nostro tempo i credenti da una parte e, dall'altra, i laici, siano una minoranza: �� un'epoca di malafede...�, cio� un tempo di quell'�ideologia soffice ma soffocante�, che rende uguale tutto, che tutto svuota, che tutto riduce e commercializza. In questa stagione � tanto illusorio credere di poter suscitare �credenze� con il gioco dell'opposizione a altre. C'� invece bisogno di convinzioni forti e vere, capaci di dialogo e di discussione, in grado di trasmettere valori e passione alle giovani generazioni, che si accingono a vivere un tempo ricco di opportunit�, ma la cui complessit� disorientante non sfugge a nessuno.

Questo � il mare aperto della vita contemporanea. � quello in cui la Chiesa italiana cerca di vivere, con i suoi limiti ma anche con l'amore genuino per la gente di questo Paese e nel rispetto della loro storia e delle loro scelte. Del resto anche la Chiesa � un mondo al plurale e di idee se ne avanzano tante anche al suo interno. La societ� italiana ha oggi bisogno del dibattito di convinzioni forti sui problemi attuali. Ricordo quello che un grande laico, Albert Camus, disse nel 1946 a un gruppo di domenicani: �Non tenter� in niente di modificare quello che penso e quello che voi pensate (per quanto possa giudicarlo) per ottenere una conciliazione che sarebbe gradita a tutti. Al contrario, quello che desidero dirvi oggi � che il mondo ha bisogno di vero dialogo, che il contrario del dialogo � sia la menzogna che il silenzio, e che non c'� dialogo possibile se non tra gente che resta quello che � e che parla sincero�. Ed aggiungeva: �Il mondo di oggi reclama cristiani che restino cristiani�.

Nel 1942, Benedetto Croce scriveva su La Critica un saggio che avrebbe fatto discutere, �Perch� non possiamo non dirci "cristiani"�. Sottolineava, da laico, l'impressionante �rivoluzione� introdotta dal cristianesimo nella storia umana, a cui si connettevano tante e differenti identit�. Ma, forse, i cristiani potrebbero ribaltare quello che affermava il filosofo napoletano: �Perch� non possiamo non dirci laici�. Non si tratta certamente, da parte dei cristiani, di secolarizzare la fede, ma di riconoscere una storia comune, quella d'Italia e d'Europa, di questa nostra civilt�, che � cristiana, ebraica e laica. Non � una storia sacra, ma � la nostra storia, quella dei nostri Paesi.

Lo storico � molto sensibile a questo, perch� il suo mestiere non � quello di un revisionismo a effetto, ma la ricostruzione paziente e critica del tessuto del passato. Ma c'� un'esigenza decisiva di fronte ai nuovi e complessi orizzonti del futuro: un dialogo serio sui problemi veri, invece di suscitare fantasmi o troppo parlare di tentate egemonie. Al contrario si delinea la supremazia di un'�ideologia soffice, ma soffocante�, che svuota valori seri, visioni impegnative, perch� esprime la realt� di un futuro che si decide altrove, fuori dai nostri dibattiti.

Andrea Riccardi