Comunità di S.Egidio


 

17/10/2000


Pregare � un diritto, niente confische

 

Le manifestazioni di Lodi contro la progettata costruzione della moschea sono segno di un clima degradato. Certamente non esprimono il sentire di tanta gente e rappresentano un groviglio di ignoranza e di uso strumentale della vicenda in chiave politica. Ci sono vari profili su cui riflettere. C'� un aspetto religioso che risulta inaccettabile. Innanzi tutto la celebrazione di una Messa per riaffermare la cristianit� della terra lodigiana.

Il vescovo di Lodi non l'aveva autorizzata e ha avuto anzi parole molto nobili in questa circostanza. Del resto l'uso della Messa �contro� distorce la natura stessa della liturgia eucaristica. Gli slogan che accompagnavano la Messa intristiscono l'episodio: �Terra concimata con urina di porco�. Qualcun altro recitava: �Padania cristiana, mai musulmana�. Espressioni truci e che ben poco hanno a che fare con lo spirito cattolico. Il Concilio Vaticano II con i suoi documenti lo pu� ampiamente comprovare.

L'utilizzazione del cattolicesimo a fini nazionalistici, etnicistici e localistici � una vecchia storia che il Novecento conosce molto bene. Pio XI reag� con fermezza a queste politiche e agli ambigui corteggiamenti in terra di Francia tra le due guerre, come ebbe un atteggiamento severo verso qualunque uso strumentale del cristianesimo.

D'altra parte l'articolo 19 della Costituzione repubblicana statuisce che �tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purch� non si tratti di riti contrari al buon costume�. Questo dettame costituzionale resta un punto di riferimento acquisito,rispetto al quale nessuno, cristiano o no, pu� tornare indietro. I musulmani,come le altre comunit� religiose, hanno pienamente diritto ad esercitare il loro culto nel rispetto dell'ordinamento dello Stato che li accoglie. Da parte loro, i cristiani hanno una coscienza cos� viva di questa libert�, che il citato Concilio ha dedicato un'intera dichiarazione alla libert� religiosa, fondandola anche in una prospettiva teologica. Fu un testo a cui dette un particolare contributo l'allora monsignor Wojtyla, che veniva da un paese carente di libert� religiosa, anzi di tutte le libert�.

Questi capisaldi della coscienza degli italiani, e tra loro dei cattolici, ci aiutano a vedere l'episodio lodigiano nella sua giusta dimensione. Bench� estraneo alla nostra cultura l'episodio non pu� essere sottovalutato. E dobbiamo anzi stare attenti a che non si sviluppi, magari in maniera subdola, quel clima del disprezzo verso gli altri mondi che potrebbe dar adito ad analoghe tristi circostanze. In questo senso l'auspicio del convegno di Palermo, perch� dalla carit� sgorghi una cultura coerente e adeguata, resta particolarmente urgente. Questa cultura deve diventare ethos di un popolo anche davanti a sfide inedite.

Non ci si pu� nascondere che in questo nostro universo globalizzato ci sono ormai varie tipologie di reazioni difensive. Tra i musulmani si reagisce rifugiandosi nel fondamentalismo. In Occidente le risposte non si indirizzano verso il fondamentalismo religioso, ma verso una specie di ripiegamento etnicista, con l'esaltazione del particolare e del localistico, in contrapposizione a fantasmi nemici. Si tratta di un fenomeno europeo che acquista coloriture diverse, ma dal sottofondo unitario. E comunque si sviluppa nel vuoto e nello spaesamento. Tra i giornali italiani mi pare che solo �Avvenire� (ma potrei sbagliarmi) dava notizia degli assalti a varie sinagoghe in Francia e a una libreria ebraica ad Anversa. Sono espressioni preoccupanti di odio antisemita che nascono in gruppi, spesso di giovani, dentro un mondo che ha perso i suoi riferimenti. Dobbiamo stare attenti allo sviluppo della cultura del disprezzo e al vuoto, torbidi laboratori di reazioni e azioni che non la maggioranza non approva. Scrivo queste righe proprio il 16 ottobre che � una data significativa sotto molteplici aspetti. Il 16 ottobre 1978 � la data dell'elezione di Giovanni Paolo II in un tempo di guerra fredda. Il suo pontificato non si � stancato di comunicare il Vangelo nel vuoto delle nostre societ� e di affermare quella cultura dell'amore, che ha nel dialogo una delle sue notevoli espressioni. Ma il 16 ottobre 1943 � anche la data di un fatto terribile che ha sfregiato il volto di Roma: la razzia degli ebrei romani, fatta dalle SS con la complicit� di alcuni gruppi italiani. � una data in cui - almeno cos� la sentiamo - ridire agli amici ebrei che mai saranno soli di fronte alla tragedia. Infatti quando brucia la sinagoga, anche la chiesa, la moschea, la cultura e l'universit� bruciano.

Il nostro presente ha bisogno di essere innervato di nuovi sentimenti e di rinnovati valori. Ma, grazie a Dio, esiste gi� ben saldo il quadro democratico di rispetto delle libert�, quello della nostra Costituzione, lasciataci dalle generazioni precedenti. � quella Costituzione che si connette culturalmente alla nostra umanit� italiana, che si � fatta apprezzare nel mondo, per il suo equilibrio e per la sua capacit� di convivere con i gruppi pi� diversi e le situazioni pi� difficili. � un'umanit� che si � formata nella nostra lunga e travagliata storia nazionale, Soprattutto � quell'umanit� che vorremmo si rafforzasse e non si smarrisse.

Andrea Riccardi