Comunità di S.Egidio


 

28/12/2000


Un Natale diverso

 

27/12/00. Nel cuore del quartiere romano di Trastevere, si � tenuto l'ormai "classico" pranzo di Natale per i bisognosi, organizzato dalla comunit� di Sant Egidio: un modello d'assistenza da esportare

Si potrebbe definire un Natale, lontano dal consumismo, oppure dai luoghi comuni, ma ogni definizione in tal senso apparirebbe comunque un esercizio di consumata retorica. Ed allora ecco che l'unica definizione che si presta all'iniziativa del pranzo di natale organizzata anche quest'anno dalla comunit� di Sant Egidio, � quella della diversit�.

Il 25 dicembre di quest'anno, come per gli ultimi diciannove Natali, la basilica di Santa Maria in Trastevere si � trasformata in una grande mensa, che ha visto riunite, per il pranzo di Natale, oltre cinquecento persone. Barboni, immigrati, zingari, anziani, handicappati e tossicodipendenti, riuniti agli stessi tavoli insieme ai volontari della comunit� hanno festeggiato il Natale indipendentemente dall'appartenenza a razze e religioni.

Piccole grandi vicende
Molte le storie ospitate per alcune ore sotto le architetture barocche della basilica. Ad esempio quelle collettive degli zingari della capitale, ormai sotto i riflettori della cronaca esclusivamente in occasioni luttuose, oppure dei barboni, presenze invisibili delle nostre strade, dei quali si nota l'esistenza esclusivamente quando sono in pericolo di vita a causa del freddo. Altre, molte quelle individuali. Quella di Tiberio Mitri (nella seconda foto dall'alto) ad esempio, detentore durante gli anni Cinquanta del titolo italiano dei pesi medi di pugilato, grande star del programma televisivo "Il musichiere" (raggiunse per primo la fantastica cifra, per l'epoca, di un milione di lire) e marito di Fulvia Franco, Miss Italia 1952. Mitri � stato aiutato dai volontari della comunit� a rimanere nella propria abitazione (evitando l'ospizio), nonostante le avversit� della vita che lo hanno colpito dopo la notoriet� degli anni Cinquanta.

Missione Africa
Il pranzo di Natale, per la comunit� di Sant Egidio, non � altro che il complemento di un lavoro d'aiuto ed assistenza ai pi� deboli che i 30.000 volontari italiani, appartenenti a tutti i ceti sociali, svolgono a 360 gradi, 365 giorni l'anno. Sono molti i fronti, spesso anche di guerra, che vedono impegnata la comunit�. Si va dall'assistenza ai bisognosi in Italia, all'intermediazione diplomatica nelle guerre civili, passando alla recente iniziativa, concretizzata con la presentazione di oltre tre milioni di firme al segretario delle nazioni unite Kofi Annan, per la sospensione della pena di morte al fine evitare errori giudiziari. � l'Africa, continente ormai alla deriva, l'obiettivo sul quale si focalizza l'attenzione, a livello internazionale, di Sant'Egidio. La comunit�, forte del successo in Mozambico dove la sua azione � stata determinante al fine sanare la guerra civile, ora tenta di utilizzare il proprio "know how diplomatico" in Burundi dove guida il gruppo di negoziazione per il cessate il fuoco e la sicurezza., mentre � previsto un tentativo di pacificazione tra i sei eserciti nazionali che martoriano da anni il Congo. Ed � sempre dal Mozambico che parte l'altra grand'offensiva dei volontari trasteverini: quella contro l'Aids, male che nel continente africano � incurabile e soprattutto imprevedibile visti gli altissimi costi, per i redditi locali, delle profilassi preventive.

Un Natale senza confini
Il pranzo di Natale nella basilica pi� popolare della capitale non � l'unico esempio dell'attivit� "natalizia" di Sant Egidio, contemporaneamente infatti in altri quattro punti di Roma si sono svolte iniziative analoghe per un totale di oltre 5000 pasti ed � stata anche la prima volta di Genova dove, come nella citt� eterna, il pranzo si � svolto in chiesa. Ed anche nella capitale mozambicana Maputo, nel cuore dell'Africa sconvolta dalle guerre civili, il Natale � stato celebrato dai volontari della comunit� insieme ai carcerati: come a dire che la solidariet� non possiede confini di qualsiasi natura e che razze, religioni ed ideologie non devono rappresentare degli ostacoli di fronte alla possibilit� di migliorare le condizioni di vita di quel 75% della popolazione mondiale che non raggiunge i nostri livelli di benessere.

Sergio Ferraris