Comunità di S.Egidio


 

31/12/2000


Lotta alla povert�
Emergenza assoluta


 

Il Novecento ha profondamente segnato gli scenari del mondo. Oggi nessuna potenza pu� avere la presunzione di �governare� il mondo e i suoi flussi. All'inizio del secolo passato, ad esempio, gli inglesi dicevano Britannia rules, per indicare il potere dell'impero su tante regioni del mondo. Ma gli imperi coloniali nel frattempo sono scomparsi da molto. La decolonizzazione, assieme a tanti nuovi Stati, ha fatto sorgere la speranza del riscatto del Sud del mondo. I "dannati della terra" si sono risvegliati, come profetizzava Franz Fanon negli anni Cinquanta. Il Sud ha cercato vie di sviluppo diverse dal capitalismo. Spesso queste vie sono finite nel nulla. Si pensi alla Tanzania di Nyerere, che pure � stata una delle pi� significative personalit� africane del secolo.

I forti interessi internazionali non hanno cooperato, in larga parte, ai processi di sviluppo. Molti progetti sono naufragati nelle mani di classi dirigenti corrotte e autoritarie.

Ormai gli anni delle grandi speranze di riscatto sono lontani. Oggi dominano il pessimismo e la rassegnazione, specie in Africa. Non ci sono pi� utopie, come quelle marxiste o liberazioniste, che promettono una redenzione. La realt� � pesante per milioni di persone. I dati delle Nazioni Unite o della World Bank sulla povert� sono tragici. Ma spesso la realt� lo � ancora di pi�. Cinque miliardi di persone non hanno accesso all�acqua. Nel mondo intero ben 4 miliardi non godono della possibilit� di accedere a strutture sanitarie. Cos� 18 milioni di persone muoiono ogni anno per malattie contagiose. Molti altri � ma � difficile calcolarlo � muoiono ogni giorno per cause futili. Ricordo un neonato, ricoverato in un posto sanitario mozambicano con una febbre alta durante il week-end, che si � spento in assenza di medico e di medicine. Sono 30mila i bambini che muoiono ogni giorno per la guerra o la fame o anche per cause futili.

Che futuro hanno milioni e milioni di esseri umani? Basta guardare gli indici della speranza di vita al momento della nascita. In Italia � di circa 78 anni al momento della nascita. Il doppio della speranza di vita di un mozambicano. Si misura subito la differenza abissale di destino tra un uomo del Nord del mondo e un uomo del Sud. La diffusione dell�Aids ha ridotto la speranza di vita in Mozambico da 52 a 39 anni (esattamente la met� di un italiano). Il futuro di milioni di persone nel Sud � � in ogni modo � molto breve, tanto pi� breve del nostro. Nel mondo ci sono 100 milioni di bambini che vivono o lavorano per strada. Si calcola, inoltre, che ogni anno nascano almeno 40 milioni di bambini che non vengono dichiarati. Per tutti questi piccoli, la vita � gi� segnata.

Il XXI secolo si presenta carico di povert�. Il futuro di milioni di uomini e di donne si disegna gi� oscuro. Alcune parti del mondo non valgono niente, se non per ristretti e determinati interessi. Cos� � ancora per l�Africa. La povert� e l�instabilit� di tanti suoi paesi interessano poco l�opinione pubblica. Del resto l�Africa subshariana vale solo il 2% del commercio mondiale.

Il paragone tra le condizioni di molti poveri nel mondo e l�opulenza dei nostri paesi ha fatto gridare alcuni al moralismo terzomondista. Si sono chiesti: le responsabilit� non sono delle classi dirigenti del Sud del mondo per gli sprechi, la corruzione e il bellicisimo? Certo responsabilit� ci sono ed evidenti; ma forse val la pena ricordare quanto sia esiguo l�impegno dei paesi occidentali nel Sud povero. Gli italiani hanno speso 98.000 miliardi di lire per il Natale, cio� ben 17.900 miliardi in pi� dello scorso anno. Nella sola citt� di Roma la spesa � stata di 1.600 miliardi per i regali di Natale. Si pensi che l�Italia dona, come aiuti bilaterali e multilaterali (e sono compresi anche i contributi alle organizzazioni internazionali) meno di 6.000 miliardi di lire l�anno, la Spagna pi� di 3.000, la Svizzera e il Belgio all�incirca 2.000. La Guinea Conakry ne riceve circa 1.000, molto di meno di quanto solo Roma spende per i suoi regali di Natale.

Eppure la grande povert� presente nel Sud del mondo interessa relativamente i nostri governi e le nostre opinioni pubbliche. Questo scarso interesse non solo � poco cristiano e poco umanitario, ma � anche frutto di profonda miopia politica. Infatti esiste un destino comune tra i paesi del Nord e quelli del Sud. L�Africa, legata com�� all�Europa dal sistema mediterraneo, fa parte del nostro mondo e della nostra civilt�. Ci sar� un momento in cui, sotto la pressione di situazioni politiche instabili, della miseria e della guerra, l�immigrazione verso il Nord si trasformer� in �migrazione�. E allora, come ricordava recentemente Umberto Eco e come gli storici sanno bene, si potr� far poco per fermarla. Questo non � buonismo cattolico o umanitario, ma capacit� di leggere la storia sul lungo periodo. E si ricordi che la miscela tra instabilit� politica e disperazione � qualcosa di estremamente pericoloso per l�equilibrio internazionale.

La geografia, la storia di occidentalizzazione di intere aree del mondo, la cultura e la vicinanza, ci aiutano a comprendere l�esistenza di un destino comune tra le tante aree povere del mondo e il nostro Occidente. Giovanni Paolo II, nel suo recente messaggio per la Giornata della Pace, � tornato a insistere sull�idea di un �destino comune�: �la presente situazione di interdipendenza planetaria � ha scritto � aiuta a meglio percepire la comunanza di destino dell�intera famiglia umana, favorendo in tutte le persone pensose la stima per la solidariet��. Il Papa rileva un fenomeno preoccupante: la sperequazione e la diseguaglianza tra paesi ricchi e paesi poveri, in alcuni casi, sta aumentando �fino a portare i paesi pi� poveri ad una inarrestabile deriva�.

I cristiani non debbono temere di insistere sul fatto che questa situazione � moralmente insostenibile. Il Sud del mondo rappresenta il povero Lazzaro che giace alla porta del ricco epulone, nutrendosi di quel che cade dalla sua tavola. Questa coscienza spinge i cristiani a promuovere un flusso di solidariet� verso il Sud, ma anche a riflettere su una necessaria cultura del destino comune su scala universale, in cui si inquadrino le scelte politiche ed economiche.

� una sfida su cui pensiero laico e pensiero cristiano debbono riflettere, cercando di liberarsi da visioni troppo congiunturali o da allarmismi, che possono pagare elettoralmente ma che non costruiscono il futuro. C�� un �bene comune� da ricercare: infatti oggi non ci si pu� illudere che il proprio bene e quello dei propri figli cresca riparato da ristretti confini nazionali o regionali, mentre tanti, troppi, sprofondano nella povert�.

Andrea Riccardi