Comunità di S.Egidio


 

06/01/2001

Sabato 6 gennaio, Solennit� dell'Epifania, Giovanni Paolo II chiude la Porta Santa della Basilica di San Pietro punto di convergenza del cuore e dei passi della Chiesa che festeggia Cristo
Grazie

 

Il Grande Giubileo del Duemila non pu� che terminare con un "grazie". � forse questa la parola, semplice e profonda, che pi� si addice all'esperienza di fede che abbiamo vissuto per oltre un anno. Ed � il sentimento pi� vero di tutti i pellegrini che hanno varcato la Porta Santa: "grazie". Non si tratta, � chiaro, di un ringraziamento di circostanza, ma di una dimensione religiosa che sgorga dal profondo. Non � un saluto, non la fine di un discorso, � piuttosto un inizio, un nuovo inizio. � la scoperta di una dimensione del gratuito in un mondo dove quasi tutto si compra. Il Giubileo � innanzitutto un dono e la gratitudine � la prima e pi� sincera risposta.

� il "grazie" dei pellegrini che hanno ricevuto il dono di tanti incontri. Prima di tutto quello con il Vangelo proclamato con solennit� nel cuore del pellegrinaggio giubilare. Ma anche quello con la Chiesa di Roma che ha saputo offrire ai pellegrini momenti straordinari. Basta pensare alle Giornate mondiali della Giovent� di met� agosto. Non a caso in quell'occasione, davanti alla moltitudine di giovani venuti da ogni parte del mondo, Giovanni Paolo II ha pronunciato pi� volte, con commozione, il suo "grazie" al Signore invitando a vivere con gratitudine la forza giovane che viene dal Vangelo. La stessa gratitudine hanno potuto vivere i pellegrini lungo tutto il Giubileo visitando le testimonianze delle prime generazioni cristiane e scoprendo le migliaia di testimoni della fede del secolo appena trascorso. La celebrazione al Colosseo � ancora davanti ai nostri occhi e nel nostro cuore.

Ma il ringraziamento � anche per tanti altri gesti che ci fanno capire di pi� che cosa vuol dire essere cristiani alla soglia del Terzo Millennio. Momenti eccezionali, come la solenne richiesta di perdono che ha aperto la Quaresima, insieme a momenti ordinari che in pi� occasioni sono stati accompagnati dall'incontro con i santi e i beati canonizzati lungo quest'anno e la cui fede � un incoraggiamento per tutti all'inizio di questo tempo nuovo.

Sono tanti i motivi che arricchiscono il nostro "grazie" alla fine di questo anno giubilare. Ma ce n'� uno, che � tutto religioso. Aprendo la Porta Santa il Papa, insieme con tutta la Chiesa, ha aperto le porte ad un tempo nuovo, come una grande liturgia del tempo alla quale siamo stati tutti invitati e di fronte a cui, per esprimere il proprio ringraziamento, bisognava indossare l'abito della festa (Mt 22, 1-14). Un banchetto al quale nessuno � degno di partecipare perch� nessuno � padrone di casa, ma tutti sono invitati. Tanto che di fronte al rifiuto di alcuni, nella parabola evangelica si legge che i "servi", cio� i discepoli del Signore, vanno a chiamare gli storpi e i ciechi ai crocicchi delle strade, cio� i poveri. � come se avessimo vissuto, lungo tutto il corso del Giubileo, questo Vangelo, � come se avessimo partecipato, da invitati, al grande banchetto dove si assiste all'abbassamento dei superbi e all'innalzamento degli umili. � il "grazie" del Magnificat che abbiamo recentemente ascoltato durante l'Avvento. � il "grazie" per i poveri, nostri compagni del pellegrinaggio. Il Giubileo non li ha nascosti, come accade troppo spesso in questo mondo, ma anzi li ha considerati il cuore del messaggio evangelico. Alcuni di loro hanno mangiato alla stessa tavola di Giovanni Paolo II, in Vaticano, in un banchetto che davvero sembrava prefigurare quello dei Cieli.

Un "grazie" particolare al Papa, il primo pellegrino ad aver varcato la Porta Santa nel Natale del '99. Egli non solo ha guidato ogni tappa del Giubileo, ma ha avuto parole per tutti facendosi vicino a tutti. Una presenza alta e umile al tempo stesso, rispettosa ma anche esigente, che chiede di vivere e comunicare il Vangelo con forza all'inizio del Terzo Millennio. "Grazie" a Giovanni Paolo II perch� da lungo tempo ha preparato, anche in stagioni non facili, questo Grande Giubileo. La parola e la presenza del Papa ci hanno accompagnato fino alla soglia del Terzo Millennio in un unico popolo pellegrino. Il suo messaggio � stato un richiamo all'audacia del Vangelo in un anno costellato da innumerevoli segni e celebrazioni. Le sue parole sono risuonate come un forte messaggio alla Chiesa di oggi che ha aperto la strada al futuro del cristianesimo.

Il grazie pi� forte � al Signore che non abbandona mai gli uomini al loro destino ma continua a guidare la storia all'inizio di questo nuovo millennio orientando l'umanit� sulla via del bene, Lui che � "la luce vera, quella che illumina ogni uomo".

Marco Impagliazzo