Comunità di S.Egidio


 

19/01/2001

Gnavi: i testimoni della fede, preziosa eredit� dell'Anno Santo
�I martiri, mosaico per l'unit�
Il segretario della Commissione vaticana: molti i segni dell'impegno per la memoria da parte di tutte le Chiese

 

� stato un anno che ha visto i martiri al centro, quello del Giubileo. Un fatto che non ha riguardato solo la Chiesa cattolica, come si � visto nella celebrazione al Colosseo del 7 maggio. E il tema dei martiri come elemento di riconciliazione e dialogo tra cristiani � stato uno di quelli su cui Giovanni Paolo II ha puntato di pi�. Sin dagli anni di preparazione al bimillenario di Cristo.

Un frutto di questo impegno sono gli otto volumi, per migliaia di pagine, che la Commissione �nuovi martiri�, al lavoro dal 1995, gli ha consegnato, in via riservata, alla fine di dicembre. Sono 13mila e 400 profili di testimoni della fede �militi ignoti della grande causa di Dio� del Ventesimo secolo in oltre cento paesi. � stato un �censimento a vasto raggio presso tutti i custodi della memoria per recepire una prima documentazione, evidentemente ancora incompleta, ma fondamentale per riconnettere le informazioni al contesto storico e trarne una prima, vivida, immagine della testimonianza cristiana�, dice il segretario della commissione, don Marco Gnavi, con il quale facciamo un bilancio dei lavori della commissione. Puntando, all'inizio della settimana per l'unit� dei cristiani, al significato ecumenico dell'iniziativa.

I profili sono tutti di cattolici, vi siete imbattuti anche in testimonianze di altre Chiese?
�Quando si sono contestualizzate le ragioni del martirio dei cattolici si � tenuto anche conto della seminagione di sangue cristiano di altra confessione. Per ciascun continente c'� un'introduzione all'esame dei singoli o dei gruppi di martiri che fornisce un'analisi pi� generale e pi� complessiva. � evidente che quando parliamo di nazismo, comunismo e di contesti pi� recenti in Africa o in Asia � facile trovare cristiani che hanno sofferto gli uni accanto agli altri�.

Il vostro lavoro che effetto pu� avere nel cammino di consapevolezza comune a tutti i cristiani, al fine di arrivare a un martirologio ecumenico ?
�Certamente pu� contribuire a suscitare lo stesso anelito anche nei cristiani di altra confessione. Ricordo che per la comunione anglicana oggi sul fronte della cattedrale di Westminster ci sono dieci statue di testimoni della fede ecumenici. All'inizio dell'anno scorso sono stato a parlare al Consiglio delle Chiese cristiane in Svezia e il tema centrale era proprio il martirio come via di unit�. O perlomeno come prossimit� ad essa. Ci sono numerosi segni di quanto l'indicazione e la suggestione che viene da Giovanni Paolo II abbia incoraggiato le altre confessioni cristiane in questa direzione�.

Ci pu� fare qualche esempio?
�Sappiamo che ci sono grandi Chiese cristiane che hanno sofferto molto. Pensiamo all'olocausto dei cristiani ortodossi russi, insieme a cattolici e riformati. Pensiamo a cos'� stato il santuario sfigurato del monastero nelle isole Solovki, nelle cui celle, divenute prigioni, sono sfilati centinaia di migliaia di cristiani. In questo senso credo che giungeranno tempi maturi, spero non lontani, in cui gli sforzi che tutti stanno compiendo per ritrovare le fila della testimonianza cristiana nella propria storia si congiungeranno in un grande rendimento di grazie. Per la percezione, pur parziale, che ne ho io posso dire che � fiorita una grande letteratura sul tema. C'� stato un grande impulso di ricerca. Parlando sempre del mondo ortodosso russo, c'� l'istituto San Tychon che ha censito migliaia di profili. Ci sono tanti contatti. Tante speranze che un giorno tutti questi affreschi si possano comporre in un grande mosaico�.

Pi� in generale quali sono le "provocazioni" che vengono oggi dai martiri alle Chiese?
�Sicuramente una su tutte: l'audacia nell'aderire agli imperativi evangelici della carit�, della riconciliazione e anche dell'unit� fra i cristiani. Chi se non i martiri pu� fare questo?�

Il martirio non � finito con il XX secolo. Ci sono aree che hanno vissuto genocidi recenti e altre dove la ricerca di documenti � pressoch� impossibile�. Quali indicazioni di metodo per il futuro vengono dal vostro sforzo?
�Innanzitutto costruire una grande sinergia tra i custodi della memoria, in primis le conferenze episcopali, le diocesi e gli ordini religiosi internazionali. Poi grande pazienza. Lo sforzo di risalire alle fonti � molto dispendioso. Abbiamo ricevuto materiale redatto a inizio secolo, in un linguaggio che risponde alla mentalit� del primo redattore. Occorre quindi sfrondare. Ecco, direi sinergia e sobriet�. Ascoltare la voce dei martiri prima di far dir loro ci� che vorremmo�.

Gianni Santamaria