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16/02/2001 |
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Due guantoni dorati su una bara coperta di fiori. Facce rugose, facce piene di pugni, volti da vecchi guerrieri col naso deformato dai colpi e gli occhi rossi di pianto. E� una folla di ex pugili, una folla commossa che d� l�addio a Tiberio Mitri e si stringe con un ultimo applauso attorno all�ingresso della Basilica di Santa Maria in Trastevere. Molti nomi noti, qualcuno ormai sbiadito dal tempo, gente che tanti anni fa ha difeso i colori azzurri sulla scena internazionale. Ecco Nino Benvenuti, inossidabile, asciutto, addolorato. �Negli ultimi tempi quando lo andavo a trovare non mi apriva neanche la porta�Dovevo parlargli in triestino e alla fine mi riconosceva�. Ecco Giuliano Gemma, Lino Capolicchio, Domenico Adinolfi, il presidente della federazione pugilistica Gianni Grisolia (che qualcuno contesta vivacemente ma � un battibecco che dura pochi istanti), Gianni Min�. Veloce apparizione del ministro Katia Bellillo. E il senatore Basilio German�, primo firmatario della proposta di legge per un vitalizio alle vecchie glorie del ring ormai in miseria, quel denaro che Tiberio non incasser� mai e che forse non gli sarebbe servito perch�, come ricorda Benvenuti �Non � tanto una questione di soldi quanto di assistenza, di una presenza costante. Il denaro Tiberio era capace di regalarlo al primo che passava�. In prima fila, distrutta dal dolore una donna tutta vestita di nero, con pesanti occhiali scuri che le nascondono gli occhi. E� la moglie Marina: da circa due anni non viveva pi� col marito, una separazione, sembra, provocata dalle crisi di violenza di Tiberio. Accanto, il nipote dell�ex campione, Davide e Giorgio Perreca, campione mondiale di kickboxing, che legge poche, strazianti, parole d�addio e che per Mitri era divenuto quasi un figlio. I guantoni dorati sulla bara sono i suoi, ultimo omaggio al "maestro". Cantano il kyrie eleison con voci incantevoli i ragazzi della Comunit� di Sant�Egidio, l�ultima, vera famiglia del vecchio pugile. Dopo le parole drammatiche dell�Apocalisse di San Giovanni (�Io, Giovanni, vidi un nuovo cielo e una nuova terra�) e quelle di speranza del Vangelo (�Io vado a preparare un posto per voi�) tocca a don Matteo Zuppi. E� un ricordo commovente, che non cade mai nella retorica inutile, un�omelia scandita dai singhiozzi delle donne, dagli uomini che si soffiano il naso per ricacciare indietro le lacrime: �Tiberio ha vissuto una vita difficile: orfano di padre, � stato in riformatorio, ha trascorso gli anni della guerra con la paura delle foibe. Veniva qui a cercare amicizia, affetto, alle ore pi� impensate, con quell�imprevedibilit� che lo rendeva unico, irresistibile�. Il sacerdote ricorda l�ultima domenica, il vecchio che si avvicina con passo esitante all�altare per ricevere l�Ostia e poi con un guizzo fulmineo come i suoi jab di una volta, gli strizza l�occhio per salutarlo. Esce dalla basilica tra gli applausi dei vecchi pugili e della gente di Trastevere la bara di Tiberio Mitri, il pugile dal volto d�angelo sconfitto dalla vita. La caricano su un furgone diretto a Trieste dove, marted�. ci sar� la tumulazione a spese del comune. E sembra anche che, da morto, a quel vecchietto dimenticato faranno un monumento.
Massimo Lugli
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