Comunità di S.Egidio


 

07/03/2001

Sant'Egidio torna in Mozambico per riaprire il dialogo
Maputo, democrazia al bivio
Il leader della Comunit� Riccardi parla oggi all�Assemblea: lo scontro tra il Frelimo e la Renamo rischia di riaccendere il conflitto fermato dagli accordi di Roma del �92

 

MAPUTO. �Uniti per un futuro migliore�. A un anno e mezzo dalle ultime elezioni, il manifesto col volto sorridente di Chissano campeggia ancora, appena un po� scolorito, lungo l�avenida che collega l�aeroporto alla capitale. Ma l�appello del presidente mozambicano rischia di restare lettera morta dal 1992, allorch� l��accordo dl Roma� mise fine a una guerra civile durata quasi 17 anni, raramente il Mozambico si era trovato a vivere una situazione politica cos� delicata. Un passaggio storico che la doppia alluvione nel giro di pochi mesi -quella, micidiale, del febbraio 2000 e quella in corso, che ha gi� causato la morte di oltre cento persone - non fa che peggiorare, specie per le tremende conseguenze sociali ed economiche.

� a questo Paese - tra i pi� indebitati al mondo e dove il 65 per cento della popolazione vive in uno stato di povert� assoluta - che oggi Andrea Riccardi, leader della Comunit� di Sant�Egidio e tra i protagonisti dello storico accordo del �92, si rivolger� nel discorso in programma nel pomeriggio all�Assemblea della Repubblica, il Parlamento locale. Un viaggio a Maputo richiesto personalmente dal presidente Joaquim Chissano che tenta cos�, con l�appoggio dell��Onu di Trastevere�, di uscire da una strettoia che potrebbe lentamente ma inesorabilmente avviare il Mozambico all�ingovernabilit�. Quel che sta rapidamente deteriorandosi, infatti, � il clima di reciproca fiducia tra gli interlocutori politici, il Frelimo al potere e la Renamo all�opposizione.

Nell�estate 1999 le elezioni decretano la vittoria del primo col 52 per cento dei voti. Ma da subito il leader della Renamo, Alfonso Dhlakama, contesta il responso delle urne, accusando gli avversari di brogli. Nel settembre dello stesso anno il segretario generale della Renamo arriva addirittura a minacciare una secessione del Nord, quel Nord povero e privo di infrastrutture dove la Renamo gode di un consenso popolare decisamente maggiore che al Sud. Ai primi di novembre del 2000, gravi disordini si registrano in diverse province: scontri fra dimostranti filoRenamo e forze dell�ordine lasciano sul campo 22 morti e oltre un centinaio di feriti. L�uccisione di 6 poliziotti e il timore di ulteriori proteste provocano una repressione durissima: a Nampula, nel Nord, la polizia spara contro un gruppo di dimostranti, causando la morte di 22 civili e il ferimento di diverse decine. Analoghi incidenti avvengono in numerose zone del Paese. La tensione sale pericolosamente e sembra affacciarsi persino lo spettro della guerra civile, finch� i leader delle due parti non si incontrano di nuovo a Roma. Risultato: la Renamo accetta di riconoscere la sconfitta elettorale, il Frelimo si impegna a por fine alle repressioni.

Ma dietro i discorsi di circostanza e i sorrisi nelle foto ufficiali, permangono sospetti mai metabolizzati e dissidi tutt�altro che sopiti. Se all�interno della Renamo c�� chi ancora non ha imparato le regole del gioco democratico, i �duri� del Frelimo cavalcano la diffidenza di quanti si pentono d�aver ammesso in Parlamento gli ex nemici, considerati mercenari anti-rivoluzionari al soldo del Sudafrica fino a pochi anni fa.

Uno scenario ricco di incognite e insidie, tale da scoraggiare anche il pi� tenace dei negoziatori. Sant�Egidio, tuttavia, ha accettato di misurarsi di nuovo con il rebus-Mozambico, in virt� di un rapporto consolidato e confidando soprattutto sulla �saggezza del popolo che cerca e vuole la pace�, come ha detto Andrea Riccardi al suo arrivo a Maputo l�altro ieri, in un incontro all�aeroporto cui ha preso parte anche il leader del Frelimo. Incontro e messaggio che hanno trovato buon risalto sulle colonne di Notic�as, il pi� diffuso quotidiano mozambicano.

�� una lunga amicizia quella che ci lega al destino dl questo Paese�, ha aggiunto Riccardi. In effetti il feeling dura dagli Anni �70, nato quasi per caso da un�amicizia tra due giovani preti, don Ambrogio Spreafico, rettore dell�Urbaniana a Roma, e don Jaime Gon�alves, oggi vescovo di Beira, seconda citt� del Mozambico. Il legame si rafforza con gli anni, specie dopo che Sant�Egidio, complice la notoriet� internazionale che il Mozambico acquista grazie all�indipendenza, decide di �investire� affettivamente e non solo sul Paese africano. �Fedeli alla scelta di aprire gli orizzonti verso quanti soffrono anche lontano da noi�, spiega don Matteo Zuppi, anch�egli membro di quel manipolo che avvi� l�avventura Roma Maputo all�inizio degli Anni �80. Proprio a Gon�alves toccher� incontrare in un luogo segreto il leader della Renamo, avviando cos� un �disgelo�politico che prevede da un lato contatti sempre pi� stretti con il Frelimo e dall�altro il progressivo riconoscimento della Renamo, sulla quale gravava, in Mozambico e all�estero, l�etichetta di banda terroristica con cui - come ammise candidamente un dirigente del Frelimo una volta - �non ha senso dialogare. Forse che l�Italia dialoga con le Br?�.

Il resto � cronaca relativamente recente, a cominciare dall�incontro dell�allora leader del Frelimo, Samara Machel, col Papa nel 1985 (�Non � comunista - ebbe a commentare in quell�occasione il Pontefice venuto dall�Est � � solo nazionalista�). Tre anni dopo Giovanni Paolo II visita il Mozambico. Poi le trattative per la pace, l�apertura al multipartitismo nel 1990 e la sigla degli attesissimi accordi il 4 ottobre 1992. Quegli accordi che la gente volle a tutti i costi, esasperata dal conflitto, e oggi chiede ai politici - a gran voce - di rinsaldare.

Gerolamo Fazzini