Comunità di S.Egidio


 

08/03/2001

Il rappresentante italiano difende il dialogo.
Il Paese vive un momento delicato e lo scontro politico rischia di degenerare

�Il Mozambico non deve fermarsi�
Riccardi (Sant�Egidio) davanti al Parlamento: la vostra pace rimane un modello
�Va raccolta la sfida di una politica che tocchi con coraggio gli squilibri�

 

Maputo. �Solo il dialogo prosciuga le sorgenti dei conflitti�. Un dialogo da coltivare con pazienza e tenacia, perch� la pace � un vaso di porcellana, fragile. Anzi: un cantiere, dove i lavori sono sempre in corso. � un messaggio forte quello che ieri pomeriggio,all�Assemblea della Repubblica riunita in seduta straordinaria ha lanciato il fondatore della Comunit� di Sant�Egidio, Andrea Riccardi, uno dei tessitori dell�accordo che il 4 ottobre 1992 pose fina alla guerra civile in Mozambico. Una visita, la sua, fortemente voluta dal presidente Joaquim Alberto Chissano, in un momento politico segnato da troppe tensioni e che la delicata situazione sociale, specie dopo le tremende alluvioni (l�ultima � ancora in corso), rischia di rendere incandescente.

Nell�auditorium del Club Militar si respira il clima delle grandi occasioni e non lo roviner� nemmeno un improvviso black out che costringe l�oratore italiano a leggere per un po� a lume di candela. Riccardi coglie l�opportunit� a suo modo �storica� (�da dieci anni non venivo in Mozambico e allora il Parlamento non esisteva�) per rilanciare con forza il cammino democratico del Paese. E lo fa giocando tutto sull�orgoglio nazionale. �La pace mozambicana - sottolinea il leader di Sant�Egidio - resta un modello per l�Africa intera. Dopo il 1992 pochi Stati del continente purtroppo sono riusciti a risolvere i loro conflitti�. Eppure - puntualizza - �Sant�Egidio non � un�agenzia specializzata in conflict resolution�. E se si � guadagnata sul campo l�etichetta di �Onu di Trastevere� � perch� gli ingredienti della �formula italiana� (cos� la chiam� l�allora segretario generale dell�Onu Boutros-Ghali nel settembre 1993) sono gli stessi della �pace di popolo�, quella pace che ha s� bisogno di mediazioni diplomatiche, ma prima chiede di mettere radici nelle coscienze.

Nel �92 sulla positiva conclusione di quelle che allora parvero a molti trattative interminabili, pesarono indubbiamente una serie di fattori: la trasformazione epocale dell�ingombrante vicino, il Sudafrica dell�apartheid; la fine della guerra fredda e l�allentarsi progressivo della pressione ideologica, persino il favore con cui una multinazionale quale la Lonrho seguiva i negoziati in attesa di orizzonti economicamente pi� promettenti. Ma decisivo fu il grido di pace che dal popolo giunse, grazie ai mediatori riuniti a Roma. In quelle ore frenetiche gli uomini di Sant�Egidio ebbero buon gioco nel rovesciare sul tavolo un pacco di cartoline arrivate dal Mozambico a sostegno del processo di pace. In una di esse Raoul Domingos, allora punta dl diamante del Frelimo, ora in Parlamento come indipendente, riconobbe la grafia del padre. Era il popolo che irrompeva al tavolo della diplomazia.

Riccardi lo ricorda, a chiare lettere, ai politici schierati: il miracolo della pace �� una pagina della saggezza del popolo mozambicano�. E aggiunge: �E il passaggio da un conflitto, in cui si vedeva nella lotta armata il solo modo di sostenere le proprie posizioni, a quel conflitto politico che rende feconda la democrazia e garantisce la pluralit�. Non cita esplicitamente i disordini seguiti alle recenti elezioni, le reciproche accuse di brogli, ma l�allusione � trasparente laddove auspica che il Parlamento sia sempre �laboratorio di democrazia�.

Ma la pace non � si edifica sui buoni sentimenti, ha bisogno - ricorda Riccardi - di basi solide perch� si realizzi quella che egli stesso chiama �la via mozambicana alla democrazia�: �un�etica del bene comune e del sentimento nazionale�, per fondare le quali occorre �una memoria storica che metta in luce i valori mozambicani, perch� i giovani hanno bisogno di valori�.

La pace � conclude Riccardi tra gli applausi dell�assemblea - non pu� convivere con l�ingiustizia. Il Mozambico di oggi � una realt� a molte facce. A Maputo angoli di Primo mondo (Internet caf� e shopping center) si alternano a miseria indescrivibile. �Di fronte a voi si ergono sfide grandi, la sfida di una politica che tocchi con coraggio gli squilibri esistenti nel Paese, a livello economico e territoriale, in termini di opportunit� di studio e di lavoro�. Una pagina di storia � stata scritta, ma il cantiere della pace in Mozambico non chiude mai.

Gerolamo Fazzini