Comunità di S.Egidio


 

11/04/2001

ROMA San Giovanni in Laterano: credenti di tutte le Chiese
alla veglia ecumenica proposta ieri sera dalla Comunit� di Sant'Egidio

Martiri, luci di speranza dal profondo dell'abisso
Protestanti, ortodossi e cattolici: morti per il Vangelo, commemorati insieme.
Etchegaray: ci aiutano a capire il senso delle Beatitudini

 

Graham Staines. Vi ricorda qualcosa? Australiano, dell'Alleanza missionaria evangelica, nel '99 � stato bruciato - con i figli Philip di dieci anni e Timothy di sei - durante una sommossa di estremisti hindu nell'Uttar Pradesh. E padre Arnoldo Gomez Ramirez, ucciso in Colombia il 17 ottobre 2000 dai criminali che aveva denunciato? E suor Pierina Asienzo, ugandese, morta di Ebola il 5 novembre 2000 a Gulu, dov'era rimasta per curare i malati?

Luci di speranza dal profondo dell'abisso. Sono i martiri del nostro tempo. Protestanti, ortodossi, cattolici. Uomini e donne. Nomi e volti ignoti ai pi�. O rimossi. Non fanno audience. Non fanno vendere. Ma �a tutti loro siamo debitori. Anzitutto della memoria�, ha detto ieri sera il cardinale Roger Etchegaray presiedendo la veglia ecumenica per i martiri di questi ultimi anni promossa dalla Comunit� di Sant'Egidio, che ha chiamato in San Giovanni in Laterano tremila persone e ha riunito, nella preghiera e nel racconto delle molteplici testimonianze, i rappresentanti delle diverse Chiese e di alcune congregazioni religiose.

Da anni Sant'Egidio intreccia, in questa veglia del marted� santo, memoria dei martiri ed ecumenismo. Di anno in anno � cresciuta la consapevolezza di come il '900, pi� di altri, sia stato secolo di martiri. E di unit� fra cristiani maturata nel ventre del mostro, nei lager e nei gulag, nelle guerre e nelle persecuzioni. Nella commemorazione ecumenica del 7 maggio 2000, il Papa disse. �Resti viva la memoria di questi nostri fratelli e sorelle... Sia custodita come un tesoro di eccelso valore per i cristiani del nuovo millennio e costituisca il lievito pedr il raggiungimento della piena comunione di tutti i discepoli di Cristo�.

Prima di attingere al Wojtyla del Colosseo, Etchegaray aveva citato Andrea Riccardi, storico e fondatore di Sant'Egidio: �La memoria del martirio nel '900, innesca un processo nella coscienza cristiana che porta verso una pi� ricca comprensione dello stesso messaggio evangelico�. Allora: ascoltiamo �la voce di migliaia e migliaia di pastori, di laici, di religiosi e religiose - ha esortato Etchegaray, un mese fa nel Ruanda che dopo tanta violenza cerca la via della riconciliazione -. Dall'Africa, dall'Asia, dagli angoli pi� remoti delle Americhe o dell'Europa, dove si soffre, dove si muore, vi sono cristiani che amano, che resistono, che vincono, con il bene, il male. Dio li ha suscitati fra i suoi figli ortodossi, cattolici, evangelici, anglicani�. Cristiani che �hanno provato angoscia e paura, ma che non hanno salvato la propria vita a costo di perderla�. Cristiani che �ci aiuteranno a comprendere il senso delle Beatitudini evangeliche�, che �hanno attraversato le regioni del dolore� tracciando �una geografia della martyria, superando i confini etnici, confessionali, tribali, culturali, equipaggiati del bagaglio della fede e della carit�. Luci di speranza dal profondo dell'abisso che contengono �il germe della vittoria, della Pasqua�.

Staines, Asienzo, Gomez Ramirez. Con loro, ieri sera, molti altri sono stati commemorati - ogni nome, ogni storia, un'altra candela accesa ai lati dell'altare, dov'erano collocate quattro grandi croci a simboleggiare i continenti -: i pi�, morti in terre a noi lontane; altri, uccisi davanti alle nostre porte, sotto le nostre finestre. Come don Diana e don Puglisi, don Muntoni e don Beretta. Perch� anche in Italia si pu� dare la vita per il Vangelo.

Lorenzo Rosoli