Comunità di S.Egidio


 

15/04/2001

Il dopo Giubileo
Un dono di pace e di unit�

 

"Cristo � risorto dai morti!". Questo grido di gioia che annuncia la Risurrezione di Ges� si alza oggi all'unisono, nella prima Pasqua del secolo, in tutte le Chiese del mondo, in ogni continente, da Oriente e da Occidente, dal Nord e dal Sud. Tutte le confessioni cristiane, infatti, celebrano quest'anno la Risurrezione di Ges� nello stesso giorno. La prima Pasqua del nuovo secolo celebrata in comune da tutti i cristiani non � soltanto una coincidenza di calendario, ma � un dono di Dio. � un dono che, all'inizio di un tempo nuovo, parla in maniera chiara di pace e di unit� dei cristiani. Ma l'unit� dei cristiani, che pure appartengono a popoli e culture differenti, parla di unit� del mondo. Unit� tra popoli, civilt� e mondi diversi.

C'� un profondo intreccio tra unit� dei cristiani e pace tra i popoli. I discepoli di Ges�, il figlio di Dio mite e umile di cuore anche nel tempo della Passione, possono essere una grande risorsa di umanit� per un mondo che, in tanti aspetti, rischia di imbarbarirsi nonostante il progresso tecnico e scientifico. I cristiani rappresentano una risorsa di umanit� e di pace quando seguono con fedelt� i passi di Ges�. � il messaggio della Settimana di Passione del Signore: nella croce di Cristo abbiamo visto il cammino della vita. Da essa si � sprigionata una forza di amore che � la pi� grande risorsa per un mondo che non vuole divenire barbaro, violento, selvaggio anche se progredito. I discepoli di Ges� sono chiamati a "farsi profezia del mondo nuovo", proprio a partire dal grande amore testimoniato da Ges� nella sua Passione.

� la prima Pasqua del nuovo secolo: essa chiede ai credenti di ripartire da Cristo risorto, ma anche con Cristo risorto. Dopo il Giubileo Giovanni Paolo II ha chiesto di prendere il largo. Oggi questo invito assume un valore e una forza nuovi alla luce della Risurrezione di Ges� all'inizio di un nuovo secolo. Ripartire da Cristo risorto, ma anche con Cristo risorto. Prendere il largo dopo la Pasqua significa abbandonare le rive degli individualismi, delle inimicizie, delle avarizie. Davanti a ogni credente c'� il mare aperto di un nuovo secolo da traversare. Non � possibile traversarlo ognuno per conto proprio. Non si va al largo da soli. Questa Pasqua ci invita a salire sulla stessa barca con Cristo risorto, pi� uniti di ieri. I cristiani rafforzati nella fede dalla Risurrezione di Ges� intraprendono tutti insieme la navigazione verso un nuovo futuro per il mondo intero. La rotta � gi� segnata, come ci ricorda il Papa: "Il programma c'� gi�; � quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva tradizione. Esso si incentra in ultima analisi su Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere con lui la vita trinitaria e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste" (NMI 29).

Pasqua non � una delle tante feste: � la festa delle feste, la solennit� delle solennit�. La Pasqua, infatti, guarda alla vita futura. La Gerusalemme celeste scender� dal cielo quando i tempi saranno compiuti. Ecco allora qual � la rotta per il cristiano dopo la Risurrezione. "La mistica nave della Chiesa - come dice il Papa - si accinge a prendere nuovamente il largo" verso la Gerusalemme celeste, quella che scender� dai cieli, bella come una sposa, quella dove ogni lacrima sar� asciugata, quella dove non regner� pi� la morte, quella dove Dio sar� tutto in tutti. Quella Gerusalemme celeste � la risurrezione del mondo, degli uomini e delle donne, dell'amore nella comunit� umana, della vita e della pace tra i popoli. � la profezia del mondo nuovo!

Marco Impagliazzo