Comunità di S.Egidio


 

15/04/2001


La Pasqua del dialogo

 

Il Millennio che inizia si apre con un segno importante per la vita dei cristiani, a qualunque confessione essi appartengano: la Pasqua, quest�anno, raccoglier� unanime il canto dell�alleluia, lo stesso giorno. E� un fatto straordinario, offerto alle Chiese e alle comunioni cristiane, proprio dopo aver celebrato i duemila anni dall�incarnazione di Cristo.

Da allora, per motivi complessi, legati ai diversi calendari adottati in Occidente e in Oriente (Gregoriano e Giuliano), alle differenti sensibilit� delle comunit� cristiane ed alla fatica di ritrovare un linguaggio comune, la scelta della data per la �festa delle feste� ha avuto itinerari e sbocchi differenti. Seguono infatti una data �occidentale�, cattolici latini e alcune comunit� cattoliche orientali come gli italo-albanesi, ma anche gli evangelici e pure la Chiesa ortodossa di Finlandia, mentre la maggioranza degli ortodossi e molte comunit� cattoliche orientali, celebrano secondo una data �orientale�. Si potrebbe scrivere una lunga storia relativa alla ricerca della data comune, gi� a partire dal Concilio di Nicea, nel 325, sino ai giorni nostri, come pure una storia della sofferenza e della divisione, resa pi� evidente proprio dalla celebrazione differita del mistero che tutti dovrebbe unire. Purtroppo, nonostante gli sforzi anche recenti, i cristiani non hanno ancora elaborato una proposta che sia stata recepita equanimemente da tutte le confessioni e le comunit�: � un cammino lungo e pieno di implicazioni pastorali e teologiche.

Tuttavia, per una singolare coincidenza dei due computi - gregoriano e giuliano- e solo per questo, in questa domenica di Pasqua si udr� sintonicamente una polifonia di voci proclamare il cuore della fede cristiana, a tutte le latitudini, in tutte le lingue, ci� che in ogni tradizione, pur nella sofferenza della divisione dei cristiani, rappresenta il cuore della fede comune: �Cristo � risorto, Veramente � risorto�. All�alba di questo secolo, la data unica della Pasqua, � cos� un dono che impegna visibilmente i cristiani alla comune testimonianza della Resurrezione. Si tratta di un dono che va recepito nella sua gratuit�, e come tale sottolineato nella gioia e nella responsabilit� delle stesse comunit� cristiane.

Il Papa Giovanni Paolo II, durante il cammino quaresimale non ha mancato di sottolineare la rilevanza di questo segno per i cristiani. Questa domenica raccoglie nel medesimo giorno l�Oriente e l�Occidente, rimandando alla coscienza di tutti i cristiani il compito di lavorare per giungere in futuro a una data comune. Anche nella diocesi di Roma, varie iniziative intendono sottolineare questo �dono�: cos� domani nella Basilica di S.Maria in Trastevere, alle ore 17,00, si terr� una preghiera di ringraziamento che coinvolger� ortodossi, luterani, anglicani, evangelici, e numerosissimi comunit� nazionali, con i loro pastori.

Il 2001, si apre comunque all�insegna di un imperativo evangelico ad andare avanti con speranza, come ricorda la lettera apostolica Novo Millennio Ineunte. Ed anche dal punto di vista ecumenico, i prossimi viaggi apostolici del Papa, sono indice di un desiderio indomito di sostenere la via dell�unit�: infatti �il cammino ecumenico resta certo faticoso, forse lungo, ma ci anima la speranza di essere guidati dalla presenza del Risorto e dalla forza inesauribile del suo Spirito, capace di sorprese sempre nuove�.

E� lungo questo itinerario che si snoderanno le prossime visite di Giovanni Paolo II: pellegrino in Grecia, terra a maggioranza ortodossa, e in Siria, ove i cristiani nel loro insieme rappresentano una minoranza composita, in un milieu islamico.

L�Oriente cristiano appare in tutta la sua complessit�, e proprio la data della Pasqua mostra quanto il cammino verso l�unit� dei cristiani, oltre a essere costitutivo della loro stessa vocazione, sia ultimativo, �perch� il mondo creda�.

Marco Gnavi