Comunità di S.Egidio


 

22/04/2001

Il dopo Giubileo
L'Annuncio che ha varcato la soglia del Terzo Millennio

 

La prima Pasqua del nuovo secolo ha aperto al mondo una via di amore straordinario. L'annuncio che "Cristo � risorto" e che "in Lui tutta la vita risorge" � il cuore della nostra fede. Ma per tutti i credenti questa Pasqua del 2001 � l'occasione per un battesimo d'amore: � venuta l'ora in cui immergersi, come in un battesimo, dentro la corrente profonda della carit�, una corrente scaturita dalla Passione del Signore, dalla sua morte in croce, segno di un amore che non pone limiti nemmeno alla propria sopravvivenza. L'abbiamo vista sgorgare dal "prodigioso duello tra la morte e la vita" - come recita la sequenza pasquale -, in cui il Signore ha trionfato ed � uscito vincitore. � questa corrente d'amore che ci far� abbandonare le rive rassicuranti del quotidiano e di ci� che ci � abituale per portarci a seguire Ges� al largo, verso i nuovi orizzonti aperti dalla sua Risurrezione.

"A Lui - ha detto il Papa - resta fedele la Chiesa pellegrina "fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio" (s. Agostino). A Lui essa guarda e non teme. Cammina fissando il suo volto, e ripete agli uomini del nostro tempo, che Egli, il Risorto, � "lo stesso ieri, oggi e sempre" (Eb 13, 8)". In questi giorni guardiamo a Ges� alla luce della sua Risurrezione perch� ci permette di capirlo pi� a fondo. Di vederlo ad esempio come Lui stesso si mostr� quando raccolse la prima famiglia dei suoi discepoli e cominci� a guarire i malati e consolare le folle. E cio� come un servitore: cos� lo vediamo stare in mezzo alla sua gente, dalla Galilea fino a Gerusalemme, servo degli altri con la parola e la predicazione, al servizio dei malati, dei lebbrosi, degli indemoniati, dei feriti della vita. � vero: lui sta in mezzo a noi come colui che serve! � questa la realt� da cui ripartono i credenti dopo la Pasqua appena celebrata. Ripartono da Ges� servitore e amico dei poveri. Ripartono dal Vangelo perch� diventi vita. Ripartono dal Suo nome che dona "speranza ad ogni umana esistenza". Ripartono per andare al largo.

Il Papa, nella domenica di Pasqua, ha chiesto con forza agli uomini e alle donne del terzo millennio, di riscoprire, a partire dalla gioia e dallo stupore pasquale, il dono della pace e la certezza che il mondo non � pi� schiavo di eventi ineluttabili. "Questo nostro mondo pu� cambiare: la pace � possibile anche l� dove da troppo tempo si combatte e si muore" - ha detto il Papa aprendo al mondo una grande speranza. I cristiani dopo la Risurrezione preparano un mondo nuovo, dove la guerra non ci sar� pi�, dove gli odi saranno cancellati, dove la violenza non si affaccer� pi� come un ladro di notte, dove i poveri non saranno pi� umiliati, dove i bambini cresceranno in pace. � l'espressione pi� vera della nostra fede. I cristiani vivono per un grande sogno, quello delle montagne che potranno essere spostate, delle tombe che potranno essere aperte: "Voi, uomini e donne d'ogni continente, attingete alla sua tomba ormai vuota per sempre il vigore necessario per sconfiggere le forze del male e della morte".

L'annuncio di Risurrezione si accompagna con un esplicito invito: non avere paura. E, prima di tutto, non avere paura di sognare. � ci� che dice Ges� al momento della sua Risurrezione, quando incontra i discepoli: "Non abbiate paura!". I credenti hanno una grande forza: vivere secondo il Vangelo. E di fronte al Risorto non hanno pi� paura perch� per loro � stato preparato qualcosa di grande: "Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno". I discepoli non avranno pi� paura, perch� non saranno abbandonati. � il segreto pi� intimo e allo stesso tempo pi� forte della Pasqua: il Padre non abbandona mai il Figlio, nemmeno nella gola profonda della morte, nemmeno nella tomba. Tanto che da quella tomba nasce la vita. � questo l'annuncio che ha varcato i secoli e che ora risuona sulla soglia di un nuovo millennio: Dio ha risuscitato Ges� dai morti e far� vivere anche noi con lui. Dio non ha dimenticato suo figlio nella tomba. Non dimenticher� nemmeno noi, uomini e donne del Terzo Millennio.

Marco Impagliazzo