Comunità di S.Egidio


 

06/05/2001


Damasco dedalo di storie e spiritualit�
SULLE ORME DI PAOLO

 

Damasco rappresenta uno spazio di stupefacente stratificazione religiosa, dove tante e diverse comunit� sono a casa loro. E' tutto il contrario delle immagini semplificate e monolitiche che talora circolano sul mondo musulmano. Basta percorrere la Via Recta, l'antico cardo romano, attorno cui si affollano le differenti chiese: � la via compiuta da Anania per raggiungere Paolo, caduto da cavallo e divenuto cieco alle porte della citt�. Lungo quella strada il persecutore divenne l'apostolo del Vangelo per tutto il Mediterraneo. Sulla Via Recta, e dunque al centro della citt�, si trova ancora il quartiere ebraico, abbastanza popoloso sino a qualche tempo fa.

L'altra componente di questo quartiere sono i cristiani, oggi aumentati a Damasco a causa dell'esodo dalle campagne, e che rappresentano circa un sesto della popolazione. In tutta la Siria per� sono diminuiti nel corso dell'ultimo mezzo secolo: erano il 14% dell'intera popolazione nel 1943 e oggi sono meno del 10%, forse attorno al 7-8%. Il trend non migliora affatto, anche se i cristiani emigrano molto meno e non patiscono discriminazioni particolari. Tutto sembra tranquillo a Damasco, sotto gli occhi di un governo forte e controllore, tra i pi� laici nel novero degli Stati musulmani. Sono lontani i conflitti ottocenteschi, espressione della crisi del mondo ottomano, come la strage dei cristiani che nel 1860 fece sussultare l'Europa o le accuse di omicidio rituale - nel 1840 - agli ebrei damasceni da parte dei cattolici. Forte, qui, resta soprattutto l'avversione politica agli ebrei, vicini troppo scomodi.

Il cuore della citt� musulmana � nella moschea degli Omayyadi, costruita nel luogo di un'antica basilica cristiana, dove si conservano le reliquie di Giovanni Battista. Il Papa entra per la prima volta in una moschea, accolto dal gran muft� Kuftaro, che gi� ha visitato Giovanni Paolo II nel 1985. L'islam siriano si presenta tollerante, anche se non mancano le correnti radicali che per� sono state represse. Damasco rispecchia la complessit� del mondo musulmano, che convive non solo con l'alterit� cristiana, ma anche con le proprie profonde differenze. Pochi passi, dietro la grande moschea degli Omayyaddi, percorrendo un dedalo di viuzze e passando vicino alla tomba di Saladino, si giunge al mausoleo sciita della figlia di Hussein. Nella periferia della capitale c'� anche la moschea sciita, dove si dice sia seppellita la figlia del califfo Al�. Damasco � cos� meta di pellegrinaggi iraniani. Anzi, durante il conflitto tra Iran e Irak, il governo di Teheran offriva un viaggio qui alle famiglie dei "martiri" in guerra. Anche all'interno della maggioranza sunnita ci sono molte diversit�. Lo dicono le tombe dei santi musulmani venerate nella citt� e le parecchie devozioni popolari. Nella grande moschea � conservata la testa di Hussein e qui si espone una volta l'anno un capello del profeta Maometto. Nella capitale siriana, convergono anche i filoni eterodossi dell'islam, come i drusi e gli alauiti (il gruppo a cui appartiene la famiglia del presidente e una parte del gruppo dirigente).

La storia religiosa di Damasco � segnata da molte esperienze mistiche e confraternali. Nella capitale c'� la tomba del grande mistico andaluso, Ibn Arabi, morto nel 1240, che d� il nome all'intero quartiere chiamato, Sidi Muhyi ad-din, il vivificatore della religione. Sulla collina sopra la citt� si trova il sepolcro di un mistico ottocentesco, Abdel Kader, combattente contro i francesi in Algeria, ma strenuo difensore dei cristiani nelle stragi del 1860. A Damasco si pu� partecipare al Zikr, la preghiera settimanale delle tante confraternite della citt�. Non c'� sospetto, da parte delle autorit� musulmane, verso la religiosit� popolare; anzi in Siria il muft� Kuftaro � il leader di una grande confraternita.

Giovanni Paolo II, entrando alla moschea degli Omayyaddi, compie un gesto significativo di rispetto verso la preghiera del mondo musulmano. In Egitto l'incontro del Papa all'universit� islamica di Al Azhar era stato di carattere accademico, mentre quello di Damasco assume un aspetto pi� spirituale.

Ma lo scopo principale di Giovanni Paolo II - al di l� delle forzature politiche tentate dal governo di Damasco - � il pellegrinaggio sui luoghi di San Paolo e dei cristiani. Tre patriarcati hanno sede nel quartiere cristiano: l'ortodosso, il greco-cattolico, il siro-ortodosso. Ci sono almeno altre quattro comunit� cattoliche, quella armena, quelle evangeliche� Il volto cristiano della Siria � molto variegato. Questa � stata una terra di rifugio per i cristiani d'Oriente dopo i massacri della prima guerra mondiale. I siro-ortodossi hanno portato qui il loro patriarcato dalle montagne ora turche del Tur Abdin; numerosi armeni si sono rifugiati specialmente nell'ospitale Aleppo. I cristiani sono divisi, ma i rapporti tra di loro sono buoni, anche tra cattolici orientali e ortodossi, a differenza di quanto avviene in altre zone d'Europa, come s'� appena visto anche ad Atene. Alla testa del patriarcato ortodosso c'� una personalit� ecumenica, Ignazio IV Hazim, che il Papa ha visitato appena giunto a Damasco. I tre patriarchi cristiani della citt� compaiono spesso insieme, manifestando una forte unit�.

Il volto del cristianesimo siriano, cos� plurale nelle strutture ecclesiali e nella liturgia, � insomma assai meno segnato dalla divisione. Tuttavia pesa una grave minaccia, quella di una drastica riduzione numerica a causa dell'emigrazione e a fronte di un crescente incremento dei musulmani. Le comunit� cristiane sono reliquie del passato, destinate a scomparire? Il viaggio di Giovanni Paolo II in Siria riconosce il valore di queste comunit� nella geografia spirituale del cristianesimo contemporaneo, di fronte a un mondo distratto o troppo attento ai numeri. La sopravvivenza dei cristiani d'Oriente, dopo tanti secoli di dominio musulmano, dice molto della loro storia e della loro fede. E' una storia di fedelt� alla tradizione dei padri, sorretta da un monachesimo vivo e da un popolo che vive l'antica liturgia come l'espressione profonda della propria fede. E' anche la storia di un mondo islamico, che ha conosciuto le sue pagine oscure verso le minoranze, ma ha pure creato stagioni di tolleranza e di integrazione. A Damasco, il Papa incontra i percorsi spirituali del cristianesimo d'Oriente e presta attenzione all'islam. La convivialit� tra cristiani e la loro convivenza con il mondo musulmano non sono solo passato; restano esperienze preziose per il futuro del mondo mediterraneo del Nord e del Sud, nelle cui citt� oggi di nuovo genti diverse si trovano a vivere insieme. Giovanni Paolo II, ripercorrendo le tracce dell'apostolo Paolo, ha sottolineato come la via per i cristiani non sia quella del fanatismo religioso e di una difesa aggressiva, ma la conversione che restituisce la forza del Vangelo.

Andrea Riccardi