Comunità di S.Egidio


 

09/06/2001

Appello al G8 di Pulic e dei rappresentanti musulmano ed ebreo: ricostruiamo chiese, moschee e sinagoghe
�Uniti imploriamo la pace�
I leader religiosi di Bosnia-Erzegovina: Sos per i luoghi di preghiera �Occorre fare tutti i passi necessari verso la normalit�, dal recupero dei luoghi di culto al ritorno definitivo e completo dei profughi a casa�

 

Roma. I capi delle comunit� religiose della Bosnia ed Erzegovina si schierano decisamente a favore della pace. �Vogliamo ricostruire i nostri luoghi di preghiera - dicono - perch� solo cos� potremo compiere un altro passo sulla strada della convivenza pacifica�. Per questo mandano un forte segnale al G8 di Genova, chiedendo aiuti concreti per rimettere in piedi chiese, moschee e sinagoghe.

La dichiarazione comune e l'appello ai Paesi pi� industrializzati sono stati sottoscritti ieri a Roma, nella sede della Comunit� di Sant'Egidio, presenti i giornalisti, dai quattro leader religiosi della Bosnia ed Erzegovina. Riuniti allo stesso tavolo, dopo una mattinata trascorsa a comporre e limare il testo dell'accordo, c'erano l'arcivescovo di Sarajevo, cardinale Vinko Puljic, Mustafa Ceric, rais el ulema di Bosnia, il presidente della comunit� ebraica della capitale bosniaca, Jacob Finci, e padre Jovan Georgievski in rappresentanza del Patriarcato serbo-ortodosso. Insieme con loro il fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, che ha sottolineato come la Bosnia �rappresenti un banco di prova per l'Europa, per la convivenza e la responsabilit� europea, oltre che un luogo in cui dialogo interreligioso significa possibilit� concreta di convivenza�.

E questo � quanto affermano, in pratica, anche i quattro leader religiosi nella loro dichiarazione comune. �Le religioni - scrivono infatti - non sono strumento di guerra ma di pace� e �possono contribuire a trasformare l'uomo dal di dentro attraverso la formazione di una cultura di pace�. Perci� essi chiedono al G8 di varare �un piano di ricostruzione e ristrutturazione degli edifici religiosi come chiese, moschee e sinagoghe, ma anche monasteri, oratori, cimiteri, seminari e luoghi di educazione dipendenti dalle strutture religiose�, con lo scopo di mettere le comunit� religiose �in condizione di compiere il ruolo di educazione alla pace e alla fede�.

Il cardinale Puljic ha sottolineato a tal proposito che dopo gli accordi di Dayton occorre fare ulteriori passi avanti sulla strada della pace. �Non � stato ancora realizzato il ritorno dei profughi alle loro case - ha ricordato l'arcivescovo della capitale bosniaca -. E fino a quando questo non avverr� non si potr� parlare di una pace stabile. Avviare la ricostruzione dei luoghi di culto cattolici, ortodossi, islamici ed ebraici sarebbe un segnale importante di ritorno alla normalit�.

Questa convinzione si legge a chiare lettere anche nel messaggio comune. �Noi - scrivono infatti i capi religiosi - amiamo la pace, cos� come amiamo la nostra Patria e i nostri popoli. Come credenti siamo convinti che le religioni possono aiutare la ricostruzione umana�, perch� �sono nel cuore dell'identit� dei popoli della Bosnia-Erzegovina e il loro � un messaggio di pace e di pacifica convivenza�.

�Per queste ragioni e per aiutare la ricostruzione umana e morale della Bosnia-Erzegovina - � scritto ancora nel testo - lanciamo un appello ai Paesi pi� industrializzati del mondo che tra pochi giorni si ritroveranno qui in Italia a Genova nella riunione del G8, perch� assumano impegni consistenti e concreti in favore della ricostruzione dei luoghi religiosi e delle strutture dipendenti dalle varie comunit� religiose, attualmente ancora distrutti o danneggiati dalla guerra�.

Rispondendo a una delle domande dei giornalisti, i quattro leader religiosi hanno commentato il recente ritrovamento delle fosse comuni nei pressi di Belgrado. �Anche noi siamo stati testimoni di simili tragedie e ringrazio Dio di essere rimasto normale - ha detto il cardinale Puljic -. Queste scoperte sono la prova che non gridavamo invano quando invocavamo l'intervento dell'Europa e del mondo perch� non si arrivasse a tanto. Ora, per�, � necessario che dai ritrovamenti non scaturisca nuovo odio. Bisogna trovare e punire, certamente, i colpevoli - ha concluso l'arcivescovo di Sarajevo - ma � pi� importante edificare la pace nei cuori, prevenendo cos� la possibilit� di nuove tragedie�.

Mimmo Muolo