Comunità di S.Egidio


 

21/07/2001


Una morte che deve riscattare i rejetti
Aveva vent'anni ed � morto per il suo sogno
Come tanti che si sono sacrificati per un ideale
Che questa morte diventi un riscatto
Un riscatto per tutti i rejetti della terra

 

Aveva vent'anni ed � morto. Ammazzato. Con un colpo in fronte. Mentre scrivo non so ancora se fosse italiano o straniero, ma che importanza ha? Aveva vent'anni e forse un sogno: come Luther King, come pi� semplicemente Mario, romano, Cing, indonesiano. Aveva un sogno come Giorgiana Masi, diciotto anni, bella, uccisa a Roma, tanto tempo fa, a Ponte Garibaldi, non sappiamo tuttora da chi. Ma Giorgiana mor� (con un proiettile nel ventre) in un periodo fosco della nostra storia. Il morto del G8 � la vittima sacrificale di vili apprendisti stregoni, ovvero un ragazzo venuto a Genova "per protestare" senza aver approfondito troppo contro chi e perch�. Ne abbiamo incontrati tanti, come lui: Carlo Marx, per loro, � il nome di una piazza, preferiscono i giovanotti a Bono, parlano, come rivela sulla Stampa Paolo Colonnello, una sorta di neoesperanto: "Nopedrao, s� pizza, Est� acuerdo?".

Mentre il ragazzo moriva, altri ragazzi pregavano, nella minuscola chiesa di Boccadasse, davanti alle croci del mondo, portate dalla comunit� laica di Sant'Egidio a Genova dall'Asia, dall'Africa, dalle Americhe, dall'Oceania, dall'Europa.

Un'isola di pace in un vecchio borgo marinaro, Boccadasse, appunto, mentre tutt'intorno si celebrano il Potere e la Violenza.

Appresa la notizia, Mario Giro, il responsabile per l'Africa di Sant'Egidio, aggiunge una croce, arrangiata l� per l� e spezza il silenzio che aveva invaso la piccola chiesa marinara intonando: "Chi vuol esser grande-si faccia servo di tutti". (Forse � per questo che quando passano le "tute" gli danno da bere senza chiedere nulla: chi siete, da dove venite, cosa volete. Quelli di Sant'Egidio gli offrono anche rami d'ulivo, loro, quelli del popolo di Seattle, ringraziano. Qualcuno: "Dio vi benedica", azzarda).

Questa di Boccadasse � una veglia che � cominciata l'altro ieri e va avanti, ad oltranza. Solo che fino a poche ore fa, vi si respirava "un'aria bonaria", come dice Mario, mentre ora che hanno ammazzato quel ragazzo, ora � diverso: c'� pena, sgomento, incredulit�: sentimenti che tutti han letto sul viso onesto di Ciampi, quando ha dovuto dare (seguito dal Presidente del Consiglio, uno stravolto Berlusconi), la terribile notizia.

Cing, di Giakarta, parla di un'Indonesia dove "Sant'Egidio" Vuol tramutare un sogno in realt�: la coabitazione tra etnie e religioni diverse. Aurora, responsabile della comunit� detta anche "l'Onu di Trastevere", a Maputo, racconta della guerra che fustig� il Mozambico finch� "loro, quelli di Sant'Egidio", non riusciranno a portare la pace realizzando un sogno che davvero sembrava impossibile. Roberta, della comunit� di Genova, parla della sua esperienza tra i profughi del Kosovo.

Nessuno ha dimenticato le croci del Vecchio Continente: ecco quella di una chiesa di Mostar, distrutta dalla guerra. E' venuta a far compagnia ad una croce africana, dono del patriarca dell'antica chiesa di Etiopia. L'ultima della lunga teoria era la croce giunta dal Salvador: la croce che posava sull'altare della cappella dove venne ammazzato Monsignor Romero.

Anche lui aveva un sogno: la pace in Salvador. Disse una mattina di domenica, nel silenzio disperato dei suoi fedeli: "Americani, russi: voi mandate nell'isola nostra le armi e noi ci mettiamo i morti. In nome di Dio, lasciateci soli". Due giorni dopo l'uccisero, all'elevazione, e l'ostia che alzava si tinse del suo sangue contadino. Ecco le croci del mondo, con quest'ultima giovine croce del G8. Davanti a queste croci pregano i cattolici affinch� i Potenti si ricordino dei Poveri, del debito, della fame, dell'AIDS.

Fuori dalla chiesetta di Boccadasse, qualcuno suona sulla chitarra una canzone triste di De Andr�. Genova � pressoch� deserta ma poco lontano da qui gli scontri divampano. Dentro la chiesa si canta per la resurrezione dell'Africa, per un deserto che diventi giardino. Ma, poi, implacabilmente, arriva la croce di un ragazzo di vent'anni e scoppia una gran pena collettiva, e il dolore dilaga. E tuttavia la speranza non muore. La preghiera chiede che la morte di un ragazzo di vent'anni faccia del G8 uno strumento di riscatto: non solo dei rejetti della terra. Di tutti.

Igor Man