Comunità di S.Egidio


 

22/07/2001

La mozambicana Cateco, responsabile di S. Egidio a Maputo
�Averci coinvolti nel dialogo � un primo passo importante�

 

�Da Genova torner� con qualche elemento di speranza in pi�: finalmente si � cominciato a parlare concretamente dei problemi dei Paesi poveri�. Aurora Cateco Sausa, mozambicana, responsabile della Comunit� di Sant'Egidio a Maputo, � venuta nella citt� del G8 per partecipare alle giornate di preghiera e digiuno di Boccadasse. Aurora ha le idee ben chiare sulla globalizzazione: pu� risolvere i problemi dei poveri della terra, a condizione che questi ultimi vengano coinvolti nei processi decisionali.

Signora Cateco, lei � dunque soddisfatta per le conclusioni politiche del G8?
In un certo senso s�, perch� qualcosa si � cominciata a muovere nella giusta direzione. Per la prima volta i Grandi si sono decisi ad aprire le porte delle loro riunioni alle voci dei Paesi in via di sviluppo. Ed � un passo avanti notevole.

Ogni volta che si parla di aiuti occidentali alle nazioni del Terzo mondo, da parte di molti si obbietta che possa esserci il rischio di creare nuove forme di capitalismo. Lei � d'accordo?
Vede, io non sono contro la globalizzazione, � un fenomeno che esiste e che pu� produrre fenomeni molto positivi sul piano dello sviluppo, della pace e dei diritti umani o, viceversa, provocare nuove forme di schiavit� o di ingiustizia. Il problema � il modo come la globalizzazione viene gestita: se c'� dialogo, interdipendenza, se tutti i soggetti vengono coinvolti nelle decisioni, allora la globalizzazione sar� positiva e porter� buoni frutti.

Cosa ne pensa delle manifestazioni di piazza che hanno accompagnato i lavori del G8?
Manifestare per una globalizzazione dal volto umano, per un coinvolgimento di tutti i Paesi del mondo nelle scelte fondamentali che riguardano il pianeta � giusto. Non � invece giusta la violenza: non risolve nulla, � un ostacolo al dialogo e alla comprensione.

Dalla presidenza italiana del G8 � stata lanciata la proposta della creazione di un fondo per ridurre sensibilmente il gap tecnologico tra il Nord e il Sud del mondo. Qual � il suo parere a questo proposito?
Penso che la tecnologia sia uno dei fattori determinanti per lo sviluppo dei Paesi pi� arretrati ed � dunque una iniziativa che, se gestita nei modi giusti. Faccio riferimento al mio Paese, il Mozambico. Dopo le guerre che hanno distrutto tutte le comunicazioni, il telefono cellulare, specialmente durante le emergenze, � stato uno strumento fondamentale per salvare molte vite. Allora: ha senso dire di no alla tecnologia?

Aurora, se potesse incontrare per cinque minuti i presidenti del G8, cosa direbbe loro?
Di occuparsi dei malati di Aids. Nel mio Paese � un'emergenza gravissima: ogni giorno che passa ci sono 700 nuovi contagi. Poi di cancellare il debito dei Paesi pi� poveri: non si pu� pensare allo sviluppo, alla sanit�, all'istruzione, all'igiene se le risorse servono a pagare i debiti.

E se potesse rivolgere un appello ai manifestanti?
Direi loro che la violenza non serve a farsi sentire di pi�, ma complica solo le cose.