Comunità di S.Egidio


 

25/08/01

La peculiarit� attuale � nella presenza di molti volontari neri che guidano delle scuole popolari
L�ex miracolo della Costa d�Avorio
Da Paese modello alla guerra civile: ma ora rinasce la speranza

 

�La speranza � dietro l�angolo. L�importante � arrivarci�. Ahmadou Ouedraogo ci crede: in questo pezzo d�Africa occidentale che si chiama Costa d�Avorio la speranza pu� essere ancora di casa. Anzi �deve�. Nonostante tutto quello che � successo negli ultimi due anni: un colpo di Stato, un�insurrezione, violente manifestazioni con decine di morti, scontri a sfondo etnico e religioso che questo Paese non aveva mai conosciuto dal 1960, anno della sua indipendenza.

�Non si pu� vivere senza speranza�, ripete Ahmadou, seduto davanti alla porta della piccola moschea di Abobo, una piccola sala, baracca fra le baracche dell�enorme bidonville alla periferia di Abidjan. Poi si volta verso Alphonse, la met� dei suoi anni, tanto che potrebbe essere suo figlio o forse suo nipote: �Eccola la speranza�. Il giovane universitario sorride al vecchio musulmano mentre tiene stretta per la mano una piccola bambina che si chiama Fatima. Subito dopo arrivano i suoi amici, tutti ivoriani e tutti cristiani come lui, quasi sommersi dal chiasso festoso di una quarantina di altri piccoli del quartiere. Oggi si fa festa nella scuola popolare della Comunit� di Sant�Egidio. Qui, proprio davanti alla moschea. Gli altri giorni si studia, si impara il francese partendo dal dioula, lingua veicolare del Sahel.

Alphonse e i suoi amici la mattina frequentano i corsi all�universit� di Abobo, il pomeriggio vengono qui, nella bidonville dello stesso grande quartiere, perch� i poveri non hanno cittadinanza: non sono cristiani, musulmani o animisti. Sono prima di tutto poveri. E non fa niente se vengono dal Nord islamico della Costa d�Avorio o da Paesi vicini come il Burkina Faso o il Mali: sono bambini che non hanno mai conosciuto la scuola, che devono imparare a leggere e scrivere. Si preoccupano di loro. Anche d�estate: perch� questa � la storia di una vacanza �impegnata� che si potrebbe immaginare �adatta� solo per qualche giovane volontario europeo. Insomma, per chi �se lo pu� permettere�. Invece, arrivi in Costa d�Avorio e scopri che i giovani di Sant�Egidio sono tutti africani, tutti ivoriani, studenti e lavoratori che �se lo devono permettere� perch�, ne sono convinti, �non c�� mai nessuno cos� povero da non poter aiutare un altro povero�. E cos� vanno avanti ormai da oltre dieci anni, d�inverno e d�estate: dal primo gruppo a Grand Bassam, l�antica capitale ivoriana, citt� storica con ci� che resta delle vecchie case coloniali francesi, alle altre, numerose, comunit� di Sant�Egidio, presenti oggi in tutto il Paese.

Sono tempi incerti oggi in Costa d�Avorio, non pi� come quelli del presidente F�lix Houphou�t. Con lui il Paese ha vissuto oltre trent�anni di pace. Pace che sembrava stabile. Poi, ad un certo punto, cinque anni fa, le prime discussioni sull��ivoirit�, l�identit� ivoriana, e le dispute sulla presenza considerata �eccessiva� degli stranieri. E molti stranieri, come gran parte degli abitanti del Nord ivoriano, sono musulmani. Brutto affare quando la religione si mischia alla politica. Fino a quel momento la Costa d�Avorio aveva vissuto in pace. Con tutti i problemi che pu� avere un Paese in via di sviluppo, ma in un clima di generale concordia nazionale, favorito appunto dal padre della nazione, F�lix Houphou�t Boigny, morto nel �93.

Nessuno poteva immaginare che si arrivasse alla brutta copia di ci� che era gi� successo pi� volte in altri Paesi africani. Invece alla fine del �99, nella vigilia di Natale pi� dolorosa della loro storia, gli ivoriani si sono svegliati con un colpo di Stato che non aveva niente da invidiare a quelli di altre nazioni. Certo, con vittime limitate e con solenni promesse di fare �piazza pulita della corruzione�. Qualcosa si era rotto nell�equilibrio di un Paese abituato a vedere fucili e blindati solo in televisione. Poi il generale Gu�i, capo del golpe, se n�� andato. Ha fatto male i suoi calcoli e l�ottobre scorso ha perso le elezioni. Ha provato a restare al potere, ma un�insurrezione l�ha costretto a rinunciare, anche se tuttora vive nel Paese, in �esilio� nel suo villaggio natale. E poi? Le cose si sono complicate perch�, appunto, la religione si � mischiata alla politica. Ha vinto Laurent Gbagbo, l�attuale presidente, professore di storia e membro dell�internazionale socialista, ma i sostenitori di Alassane Dramane Ouattara, escluso dalle elezioni perch� la Costituzione impedisce di candidarsi a chi si � avvalso di altre nazionalit�, si sono sentiti esclusi. Ci sono stati scontri con morti da entrambe le parti, l�attacco a chiese e moschee e, pi� generale, si � rischiata una frattura irreparabile fra le popolazioni del Nord, a maggioranza musulmana, e la gente del centro e del Sud, soprattutto cristiani e animisti. Da qualche mese per� il dialogo � ripreso e all�inizio di settembre � stato fissato un Forum di riconciliazione nazionale. Il Paese � in attesa, lo si sente e lo si vede in tutti i settori della societ� civile. Tutti sperano che la Costa d�Avorio torni ad essere quello che era: un Paese capace di un forte sviluppo e di grandi capacit� di accoglienza. Basta pensare che ancora oggi, su 15 milioni di abitanti, circa un terzo � di nazionalit� straniera, in gran parte burkinab�. Un tasso di immigrazione da record mondiale. Tutti sperano, ma sono in trepida attesa perch� sanno bene che l�attuale fragile equilibrio ha bisogno di essere presto consolidato.

Alphonse e i suoi amici hanno cominciato la festa e il quartiere si � animato di canti. La loro �speranza� � vedere quei bambini poverissimi, non scolarizzati, crescere in pace qui in Costa d�Avorio. Quella di Ahmadou, vecchio musulmano, � in fondo la stessa, accompagnata da un grande stupore: �Finora certe cose le facevano solo i bianchi: erano i missionari a fare le scuole e i dispensari�. Ecco perch� quando ha visto che a preoccuparsi dei bambini della sua etnia sono venuti altri africani e per giunta di un�etnia diversa dalla sua, non ci ha pensato due volte: ha chiamato a consiglio gli altri �vecchi� di quell�angolo della bidonville e ha deciso di offrire il cortile della moschea a �quei cristiani amici nostri�: uno spiazzo di terra battuta coperto da una tettoia di lamiera. E i giovani non hanno potuto certo rifiutare. E� qui che hanno piazzato sedie e banchetti per far studiare chi non va a scuola.

Ma non � l�unica festa del genere in questa estate ivoriana. Le scuole popolari della Comunit� di Sant�Egidio sono una ventina in tutto il Paese: si va dai diversi quartieri di Abidjan ad altre citt�.

Nel quartiere di Marcory, ad esempio, i ragazzi che vivono qui, insieme ad altri adolescenti di diverse parti del mondo hanno creato �il Paese dell�Arcobaleno�, un Paese per tutti, anche per chi non ha casa e non ha Paese, un movimento composto da giovanissimi di tutti i continenti che ha tra i suoi valori la coabitazione, l�amicizia tra i popoli e il rispetto dell�ambiente. Uno di loro, Jules, 13 anni, che con Sant�Egidio ha imparato da poco a leggere e scrivere, tiene in mano con orgoglio il manifesto del Paese dell�Arcobaleno in cui c�� scritto �Vogliamo vivere in pace. Non ci piace crescere in un mondo con la guerra. Perch� � stupida la guerra e pure chi ha vinto, soffre e ha sempre paura�.

Mario Giro