Comunità di S.Egidio


 

01/09/01

RELIGIONI Da domani nella capitale della Catalogna l'annuale Incontro internazionale della Comunit� di Sant'Egidio
A Barcellona per aprire le frontiere del dialogo
Marazziti: �Una citt� che unisce modernit� e complessit�, un simbolo di come si possa vivere la globalizzazione senza annullare le differenze�

 

BARCELLONA. Si comincia domani. Al mattino, alle 10.30, alla chiesa di Santa Maria del Mar con la concelebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo di Barcellona, il cardinale Ricardo Maria Carles Gord�; e poi alle 17, al Gran Teatro del Liceu, sulla Rambla, con l'assemblea d'inaugurazione presieduta dal cardinale Roger Etchegaray. Un copione collaudato questo con cui parte l'Incontro internazionale �Uomini e religioni� della Comunit� di Sant'Egidio, edizione 2001, dal titolo �Le frontiere del dialogo: religioni e civilt� nel nuovo secolo�. Un copione rispettato anche marted� e mercoled�: diciannove tavole rotonde a tamburo battente e quattro incontri con la diocesi catalana fino alla preghiera per la pace e alla cerimonia conclusiva di marted� sera.

Barcellona, dunque, dopo Lisbona 2000. E prima ancora Genova 1999 e Bucarest 1998. E pi� indietro ancora fino alla Giornata mondiale di preghiera di Assisi, convocata da Giovanni Paolo II nel 1986, di cui Sant'Egidio ha raccolto il testimone. Comunit� e Incontri, in questi quindici anni, sono cresciuti di pari passo. Sant'Egidio vanta una "rete d'amicizia", come la definisce lei, in ben 60 Paesi. Ha girovagato per tutta Europa, e quest'anno Barcellona, con l'invito di Pujol, era in alternativa alla Giordania, da cui era arrivato un altro invito e dove, forse, �Uomini e religioni� un giorno futuro finir� per fare tappa, sconfinando dal continente, ma restando sempre in odor di Mediterraneo.

Ma quale significato ha Barcellona? �Ci piace avventurarci nel XXI secolo - spiega Mario Marazziti, portavoce della Comunit� - partendo da una citt� che unisce e armonizza modernit� e complessit�. Ci piace rilanciare la sfida del dialogo da qui: Barcellona � un simbolo di come si possa vivere la globalizzazione senza annullare le differenze, anzi valorizzandole. La Catalogna, che pure ha lottato a lungo, dimostra come il rispetto delle differenze e l'autonomia non significhino separazione�. E poi c'� il Sud, con il Mediterraneo che apre lo porte dell'Africa. All'Incontro sar� presente un ospite d'eccezione, Laurent Gdagbo, presidente della Costa d'Avorio, che si aggiunger� ai tanti "ospiti fissi" di Sant'Egidio, cristiani, musulmani ed ebrei, leader religiosi e politici. Perch� poi, al di l� della girandola di tavole rotonde di altissimo livello, l'Incontro vuole sempre ricordare Assisi e rendere consuetudine la sua eccezionalit�; e cos� il culmine restano la preghiera comune e la proclamazione del messaggio di pace. Con un salto di qualit�, come spiega ancora Marazziti: �Il dialogo si allarga alle culture laiche, e allargandosi si rafforza. Quanto poi al "classico" dialogo ecumenico e interreligioso, noi non lo intendiamo come archeologia ecumenica o come puro simbolo, ma vorremmo tenerlo vivo e farlo crescere anche nelle difficolt� e nei conflitti�.

Barcellona ospita in pochi mesi il secondo grande evento ecumenico e interreligioso. Lo scorso Capodanno fu la volta dell'Incontro dei giovani di Taiz�, che invasero la zona della Fiera. Il popolo di sant'Egidio - solo dall'Italia sono in arrivo in mille, di cui 300 saranno impegnati nell'organizzazione - si muover� invece nel Barrio Gotico. A Barcellona tra l'altro la Comunit� � presente ormai da una decina d'anni in particolare nei quartieri degli immigrati, con forte presenza islamica e un notevole disagio giovanile, e dove � riuscita a riaprire una chiesa chiusa da molti anni.

Quasi tutti gli eventi dell'Incontro sono concentrati nel cuore antico di Barcellona, tra la Cattedrale e i due "palazzi del potere", della Generalitat e dell'Ajuntament, Governo regionale e Municipio, posti l'uno di fronte all'altro. Alla realizzazione pratica dell'Incontro hanno lavorato in particolare un catalano, Jaume Castro, e due italiani, Alberto Quattrucci e Leonardo Emberti, un medico che si � diviso tra professione, Barcellona e coordinamento del progetto anti-Aids in Mozambico.

Umberto Folena