Comunità di S.Egidio


 

03/09/01

UNO DEI FONDATORI DELLA COMUNITA� TRACCIA UNA STRATEGIA CONTRO IL DIFFONDERSI DEI VELENI DI NUOVI E ANTICHI APARTHEID
�Le religioni dimentichino i nazionalismi�

 

ANDREA Riccardi, professore di Storia all�Universit� di Roma, � uno dei fondatori di Sant�EGIDIO. E� il �motore� principale degli incontri che ogni anno la comunit�, un originale cocktail di opere buone e diplomazia, organizza nel nome della pace. Un laboratorio d�idee, da cui possono scaturire iniziative concrete di dialogo: �Credo che in questo momento ci siano due cose molto importanti. La prima � che le religioni provino a costruire un linguaggio al di l� dell�esclusivamente nazionale. Responsabili religiosi isolati si trovano talvolta intrappolati in orizzonti troppo nazionalisti. E� una grande sfida per le religioni. Il secondo punto � che le religioni, le culture e il pensiero laico tengano conto del mondo degli esclusi: l�Africa. Perch� qui non � l�apartheid di un gruppo, ma l�apartheid di un intero continente. Secondo me questi sono i due nodi�. Si parla sempre di pi�, e anche in Italia di leggi a �immigrazione zero�. E� giusto? �Noi e l�Africa siamo la stessa civilt�, e bisogna trarne le conseguenze. L�emigrazione e la storia ci portano a pensare in maniera pi� larga, e meno d�emergenza, meno pompieristica. Alla lunga il discorso dell�immigrazione va spiegato come il discorso di una comune civilt� con l�Africa. C�� da rinegoziare un nuovo patto fra Europa e Africa, sulla soglia del nuovo secolo�. Ma sul breve periodo il problema esiste. �Sul breve periodo credo che abbiamo bisogno degli immigrati. Sant�EGIDIO constata in Italia, Francia, Germania, Spagna la grande voglia d�integrazione degli immigrati. Ci possono essere dei casi di difficolt�, ma il discorso sull�immigrazione � un discorso altamente positivo, e quindi bisogna aprire, compatibilmente con la conservazione dell�identit� nazionale�. C�� un problema razzismo in Italia? �Sono dieci anni che noi di Sant�EGIDIO denunciamo il rischio del razzismo, perch� il razzismo compare nelle societ� richhe, e nelle societ� spaesate. Nessuno � tanto "brava gente" da non poter essere razzista. Il discorso di Durban � un discorso interessante, un discorso importante, anche se io credo che oggi si debbano fare delle proposte di pace. La condizione umana sta diventanto il convivere. Non � sempre facile. Una convivenza con troppe differenze, orizzonti troppo ampi quali quelli della mondializzazione, inducono fenomeni strani che sono sotto i nostri occhi: individualismi irresponsabili tribalismi difensivi, nuovi fondamentalismi. Donne e uomini spaesati hanno paura del presente e del futuro; chiedono alle religioni di proteggere la loro paura, magari con le mura della diffidenza. E i fondamentalismi hanno sempre il marchio dell�odio, del pregiudizio, se non della lotta al diverso religiosamente o etnicamente�. Che cosa pensate si possa fare per il Medio Oriente? �Nel 1995 tenemmo il nostro incontro a Gerusalemme, e vi parteciparono le tre religioni monoteistiche. Si concluse simbolicamente con tre olivi piantati nel recinto della citt� Vecchia...Mi torna alla mente proprio in questo periodo di grave recrudescenza del conflitto fra israeliani e palestinesi. Mi viene da chiedermi, in queste ore, mentre il processo di pace � agli sgoccioli, se le tre religioni monoteistiche non abbbiano una parola da dire e un�indicazione da dare oltre quanto fanno e dicono i politici che perseguono a loro modo gli interessi nazionali. E� un interrogativo che mi inquieta, ma che anche chiede una nuova audacia, non irresponsabile e irrealistica, ma nel senso della speranza�. Gli appelli alla pace delle autorit� morali - per esempio il Papa - non sembrano trovare ascolto. Che altra strada sembra praticabile a Sant�EGIDIO? �Credo che per la Palestina si debba proporre una Conferenza internazionale. Bisogna internazionalizzare la questione, rendere la comunit� internazionale responsabile. Perch� qui non siamo solo di fronte al momento della denuncia e della solidariet�, fondamentali, ma � il momento in cui la comunit� internazionale si assuma la responsabilit� di questa piaga�.

Marco Tosatti