Comunità di S.Egidio


 

03/09/01

A Barcellona aperto il tradizionale meeting per la pace. In primo piano il Medio Oriente.
Sant�Egidio scommette sul dialogo

 

Gli uomini delle maggiori religioni del mondo ed in particolare coloro che credono nelle tre fedi monoteistiche (cristiani, musulmani ed ebrei) insieme con la cultura laica, hanno un ruolo da svolgere per impedire �il conflitto di civilt��? E possono fare qualcosa, subito, per favorire una soluzione in Medio Oriente, dove politica e diplomazia sembrano impotenti? Sono alcune delle provocazioni venute dal XV meeting Internazionale per la Pace �Uomini e Religioni� organizzato quest�anno dalla Comunit� di Sant�Egidio a Barcellona apertosi ieri e che si concluder� domani sera con una cerimonia davanti alla Cattedrale durante la quale sar� letto l�appello per la pace e il messaggio inviato da Giovanni Paolo II.

Dal lontano appuntamento di Assisi del 1986 il gruppo cattolico di laici e religiosi guidato dal professor Andrea Riccardi ha continuato a tessere le fila della sua iniziativa culturale, sociale ed ecclesiale di attenzione ai poveri delle terra e di confronto ecumenico, interreligioso e di dialogo, con una concretezza anche �politica� e diplomatica che ha dato risultati positivi, come in Mozambico e in Libano, e che prestigio e autorevolezza alla Comunit� presente in oltre 60 paesi e in particolare in Africa.

Quest�anno la Comunit� di Sant�Egidio mette al centro dei suoi lavori la globalizzazione e gli effetti che questa pone all�identit� delle nazioni. �Le frontiere del dialogo: religioni e civilt� nel nuovo secolo� �, infatti, il titolo dell�appuntamento di Barcellona. Una scelta non casuale quella della citt� catalana visto che rapresenta oggi la capitale del Mediterraneo, e che questo mare � oggi pi� che mai simbolo del possibile incontro tra le culture ma anche luogo delle contraddizioni e delle sfide tra nord e sud del mondo, tra Islam e cristianesimo, � il mare su cui si affacciano anche il Medio Oriente e l�Africa.

Andrea Riccardi indica la sua ricetta: �il vero modo per partecipare agli effetti positivi delle globalizzazione � quello di sviluppare identit� capaci di entrare con la loro personalit� in dialogo, in scambio, con la complessit� del mondo contemporaneo�. E proprio nella capacit� di �costruire dialogo tra le culture, tra le tradizioni religiose e mentali per contrastare i conflitti diffusi anche all�interno di queste�. Anche le religioni corrono il rischio di finire risucchiate in questo vortice di contrapposizione, come � accaduto nei Balcani e con i fondamentalismi religiosi. L�antidoto quindi � il dialogo �strumento decisivo per prevenire i conflitti, per spegnere gli odi e per risolverli�.

Su questo si discuter� e in modo approfondito nella ventina di appuntamenti tra dibattiti, tavole rotonde e momenti di preghiera.

E certamente dal confronto emergeranno posizioni, esperienze e punti di vista diversi, ma � proprio questa la caratteristica e la ricchezza di questo appuntamento. Lo conferma il livello delle presenze alla tre giorni di Barcellona: dal presidente della Repubblica della Costa d�Avorio, Laurent Gbagbo al portoghese Mario Soares, dal direttore del �Nouvel Observateur� Jean Daniel al ministro degli esteri spagnolo Josep Piqu�, per non parlare dei religiosi. Undici cardinali tra cui Etchegaray e Kasper, e �metropoliti� e �primati� della chiesa ortodossa, autorevoli esponenti anglicani e protestanti, voci importanti dell�ebraismo come il rabbino capo di Israele Israel Meir Lau, �Iman� e intellettuali islamici, rappresentanti delle diverse confessioni buddiste ed orientali. A Barcellona si costruisce una globalizzazione dal volto umano, all�incontro partecipano delegazioni provenienti da oltre 40 paesi del mondo. Un momento particolarmente significativo dello spirito ecumenico lo si � avuto gi� ieri mattina, durante la celebrazione eucaristica alla chiesa di Santa Maria del Mar con la quale si � aperto il meeting. Alla celebrazione erano presenti religiosi di ogni confessione e di ogni paese. E all�omelia tenuta dall�Arcivescovo di Barcellona, Ricardo Maria Carles Gord�, - durante la quale ha invocato umilt� nell�ascolto dell�altro e attenzione alla voce dei poveri e degli emarginati - , si � aggiunta la meditazione sulle letture dell�Arcivescovo ortodosso di Tirana e di tutti gli albanesi, Anastasio incentrata sul pericolo dell�egoismo e dell�autosufficienza che impediscono il confronto con l�altro e sull�importanza dell�umilt�. Entrambi hanno indicato le condizioni perch� il dialogo sia vero e possibile. Ieri pomeriggio si � tenuta l�assemblea di inaugurazione dei lavori che riprendono questa mattina.

Roberto Monteforte