Comunità di S.Egidio


 

04/09/01


�In paradiso anche i non cattolici�
Dal Vaticano apertura alle "Chiese sorelle dell'Est"

 

Anche chi non � cattolico pu� andare in Paradiso: un�affermazione clamorosa perch� viene da un cardinale, teologo di grande esperienza, e responsabile di un delicatissimo ufficio vaticano. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l�unit� dei cristiani, sceglie la prestigiosa platea del convegno annuale di Sant�EGIDIO per la sua dichiarazione, in aperta polemica, a un anno di distanza, con il documento �Dominus Jesus� del suo amico e connazionale, Joseph Ratzinger. Kasper prende le mosse dal Concilio Vaticano II, che �non diceva pi�: la Chiesa cattolica � la chiesa di Ges� Cristo; quindi non affermava pi� che la Chiesa cattolica e la chiesa di Ges� Cristo sono identiche�. Il Vaticano II affermava che la chiesa di Ges� �sussiste, subsistit� in quella cattolica, �ma che si trovano anche al di fuori della sua realt� visibile elementi della Chiesa di Ges� Cristo, e nel caso delle chiese orientali ortodosse addirittura vere e proprie chiese. Le chiamiamo chiese sorelle�. Bisogna ricordare che proprio un anno fa una circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede alle conferenze episcopali invitava a non usare troppo questo termine �chiese sorelle�; il che provoc� turbini ecumenici. Ed ecco il nucleo del ragionamento del porporato tedesco: �Il decreto sull�ecumenismo arriva anche a dire: lo Spirito Santo si serve di queste chiese e comunit� ecclesiali come strumento salvifico per i loro membri. Anche fuori della Chiesa cattolica c�� la salvezza, ci sono santi e martiri�. Non sono parole casuali: siamo di fronte a un�iniziativa ecumenica senza precedenti, che accompagna lo sforzo apostolico di Giovanni Paolo II. Atene, Siria, Ucraina; a fine mese Kazakhistan e Armenia, e a maggio prossimo la Bulgaria: � un vero e proprio pellegrinaggio alle chiese orientali. Senza farsi illusioni. Afferma ancora Kasper: �Fossati secolari non possono essere chiusi da un giorno all�altro; nessuna chiesa pu� rinnegare la propria tradizione. Nella fede ci si trova di fronte a convinzioni della coscienza che non possono essere cambiate come si cambia la camicia o si compra un�auto nuova�. Per� si pu� andare avanti e tener conto delle aperture. Eccone una di rilievo: �Siamo d�accordo sul fatto che il fine del cammino ecumenico non possa essere un�unica chiesa, ma l�unit� nella diversit�. Unit� non pu� essere confusa con uniformit�. L�unit� � necessaria sostanzialmente in un�unica fede, nei sacramenti e nei ministeri riconosciuti reciprocamente�. Poi ci sono le memorie collettive, dei torti compiuti: �Nessuno pu� sostenere di essere innocente; noi tutti non ci siamo sempre comportati in modo cristiano con gli altri�. Il Papa e la sua autorit� sono un problema? �Giovanni Paolo II ha compiuto un passo coraggioso, direi rivoluzionario. Ha invitato ad un dialogo fraterno sul futuro esercizio del ministero petrino. Cos� ha suscitato un largo dibatttito. Purtroppo le chiese ortodosse non hanno partecipato fino ad oggi ufficialmente a tale dialogo. Attendiamo con ansia la loro risposta�. Ma perch� - chiede il cardinale - �non riprendere quelle forme di comunione che conosciamo dai primi secoli�? Un vescovo di Roma �primus inter pares�, con funzioni di �portavoce� della cristianit�? Sembra suggerire questo, Kasper: �Oggi, in un mondo diventato "global village", il ministero petrino � tuutt�altro che superato. Tale ministero dona alla Chiesa un�unit� interna ed esterna e allo stesso tempo un�indipendenza e libert� nei confronti degli Stati�. Il problema � come esercitare quetso ministero cos� da lasciare �alle altre tradizioni ecclesiali la loro rispettiva indipendenza, ma promuovendo al tempo stesso la loro coesione�. Ma gi� ora si pu� fare molto: il porporato esorta - e questo non pu� non far piacere alla chiesa di Mosca a �rinunciare alle forme di proselitismo aperto o nascosto; informarsi reciprocamente; in tutte le decisioni vanno considerate le conseguenze che queste possono avere per le chiese; fare insieme tutto ci� che oggi possiamo fare insieme, senza esigere troppo dagli altri�.

Marco Tosatti