Comunità di S.Egidio


 

05/09/2001


Durban, una tragedia per la pace
I capi religiosi ai politici: non alzate nuovi muri tra i popoli

 

L'eco di Durban arriva nel cuore dell'incontro di Sant'Egidio. Qui si parla di "frontiere del dialogo" e si fanno passi avanti nella coabitazione. L�, in Sudafrica, si alza un nuovo muro. Che cosa pensano di ci� che accaduto al congresso sul razzismo i partecipanti al meeting interreligioso? Andrea Riccardi, fondatore di Sant'Egidio, non ha dubbi: �Come storico conosco la complessa vicenda del sionismo e sono convinto che non possa essere ridotto a razzismo. Il sionismo appartiene alla famiglia dei nazionalismi europei. Certo - aggiunge Riccardi - ogni nazionalismo rischia l'esclusivismo e finanche il razzismo. Ma dichiarazioni come quelle di Durban non aiutano davvero i palestinesi e la causa della pace in Medio Oriente�.

Mentre a Durban non � stato possibile raggiungere un accordo su un documento comune, qui i capi delle religioni hanno appena terminato di redigere un appello ecumenico in cui il dialogo viene indicato con convinzione come �la via per superare la diffidenza e i conflitti, perch� non indebolisce l'identit� di nessuno, ma anzi fa riscoprire il meglio di s� e dell'altro. S�, nulla � mai perduto con il dialogo�. L'ex presidente indonesiano Abdurraham Wahid, che � il leader della pi� grande organizzazione musulmana del suo Paese, � uno dei firmatari: �La questione del razzismo � molto difficile da affrontare. Per questo � stata organizzata la conferenza di Durban. Ma le posizioni assunte dalle parti poggiavano troppo su fattori politici mentre la soluzione va cercata altrove. Adesso ognuno dovrebbe prendere iniziative di pace, aprendo colloqui di natura riservata, senza annunci pubblici. Soltanto dopo avere raggiunto un accordo si potr� formalizzare in una dichiarazione pubblica. Per fare ci� i governi dovrebbero affidare questo impegno ad organizzazioni non governative come la Comunit� di Sant'Egidio�.

Un discorso in sintonia con il clima che si respira in questi giorni a Barcellona dove anche dai politici e dai rappresentanti della cultura laica � stata rivolta in pi� occasioni agli uomini di religione una domanda di aiuto. A Barcellona � presente tra gli altri anche il direttore del "Nouvel Observateur", Jean Daniel, che da sempre contrario ai "tribunali della storia", di fronte al fallimento di Durban sostiene per� che �ancora non si � trovata la via per un equilibrio tra l'unit� del genere umano e la pluralit� delle culture�. Pi� critico nei confronti dei forum internazionali "formali" � il presidente della Costa d'Avorio, Laurent Gbagbo: �Tante volte assomigliano ai "circhi dei gladiatori" dove ognuno cerca di prevalere sull'altro, senza mai ascoltarlo. Qui invece siamo riusciti a mettere tanti uomini di buona volont�, religiosi e non, intorno ad un tavolo. Perch� di fronte alle grandi ferite del mondo occorre costruire un dialogo vero�.

Tra queste ferite quella pi� evocata - e affrontata nelle tavole rotonde - c'� quella della Terra Santa. Proprio dal rabbino di Gerusalemme David Rosen arriva un altro commento sul fallimento di Durban: �E' una tragedia della lotta contro il razzismo, per la causa palestinese e per il futuro delle Nazioni Unite. Si � impedito che i problemi veri venissero affrontati in maniera efficace. Soprattutto si � messa in evidenza l'inefficacia dell'Onu come organizzazione i cui nobili principii possono facilmente essere sfruttati da interessi politici settoriali�.

Dal mondo protestante arriva invece l'autorevole commento di Konrad Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese: �Al Forum delle Ong il nostro consiglio ha sottolineato il suo rifiuto di porre sullo stesso piano sionismo e razzismo. Ma di fronte all'abbandono della conferenza da parte di Stati Uniti e Israele non possiamo che ripetere ci� che � stato gi� detto dal governo sudafricano e dal responsabile per i Diritti umani dell'Onu Mary Robinson. Esprimere cio� il nostro scontento. In ogni caso il ritiro di queste delegazioni non sminuisce il valore della conferenza di Durban�.

E cos�, mentre dal Sudafrica il futuro sembra sempre pi� nero, da Barcellona � di casa la speranza. Non un facile ottimismo, ma una sofferta costruzione, quella di una coabitazione possibile, di una pace necessaria.

Marco Impagliazzo