Comunità di S.Egidio


 

22/09/2001


�Con il dialogo tra religioni si evitano disastri�.
�La violenza � una maledizione per l' umanit�


 

Dopo l'attacco all�America, il Corriere della sera ha chiesto una reazione a due protagonisti del dialogo tra l�Islam e il Cristianesimo: l�avvicinamento tra le fedi � ancora attuale o � stato sepolto dalle macerie degli attentati? Felix Machado, nonostante il nome portoghese, � indiano: nato a Bombay nel 1948. E' il numero tre del dicastero vaticano che si occupa del dialogo con le religioni. Mohammed Amin Smaili � teologo islamico all�universit� di Rabat (Marocco). Sia Machado sia Smaili erano presenti, all�inizio di settembre, al Meeting di Barcellona �Religioni e civilizzazioni nel nuovo secolo�, organizzato dalla Comunit� di Sant�Egidio .

�Con il dialogo tra religioni si evitano disastri�
di Monsignor FELIX MACHADO Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso

Dopo gli attacchi terroristici agli Usa, qualcuno si � spinto a dichiarare che le religioni sono in guerra. Qualcuno ha ridicolizzato, deriso e persino indicato la pratica del dialogo fra le religioni come testimonianza del fatto che esso � ancora una volta fallito. Quando da parte della Chiesa cattolica � stata fatta una scelta chiara e irreversibile a favore della costruzione di relazioni positive con le altre religioni, da parte di molti all�interno del mondo laico � sembrato esserci cinismo e apprensione. Nonostante questo scetticismo, la Chiesa ha perseguito ostinatamente il cammino del dialogo. Le parole convincenti e i gesti creativi di apertura e di rispetto da parte di Paolo VI e di Giovanni Paolo II nei confronti delle altre religioni sorprendono molte persone, ma cinismo e apprensione persistono. Per la Chiesa cattolica il dialogo interreligioso fa parte della propria missione evangelizzatrice. Questo significa semplicemente che quando la Chiesa proclama, in qualsiasi circostanza, la Buona novella del Vangelo di Ges� Cristo, lo fa nella consapevolezza che il mondo � pluralista. La Chiesa cattolica si � fatta paladina della libert� religiosa per tutti. E i suoi fedeli a impegnarsi nel dialogo mantenendosi fermamente radicati nella propria fede in tutta la sua integrit�. Il dialogo non � un�ambulanza che si chiama quando c�� un�emergenza o una crisi. La pratica del dialogo interreligioso deve essere incoraggiata quando le circo stanze sono favorevoli. Le esperienze dimostrano che i rapporti di lunga data contribuiscono a evitare i disastri o a trovare soluzioni umanitarie al momento della crisi. A una settimana dai recenti attacchi terroristici negli Stati Uniti, sembra che l�importanza del dialogo interreligioso trovi un ampio riconoscimento. Soltanto a titolo d�esempio: la visita del presidente George Bush alla moschea di Washington il 18 settembre e il fatto che egli condivida la convinzione che nessuna religione specifica vada ritenuta responsabile del disastro; le parole del ministro degli Esteri italiano Renato Ruggiero e del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che entrambi chiedono alla gente di distinguere fra religione e terroristi; il principe di Giordania Hassan bin Talal ha detto che il terrorismo �� un anatema verso qualsiasi religione e va isolato�; una dichiarazione congiunta di vescovi cattolici e leader musulmani che dagli Stati Uniti annuncia: �Non c�� niente di cristiano n� di islamico che giustifichi gli atti terroristici e la distruzione di migliaia di vite umane cui abbiamo assistito questa settimana�. Anche le due dichiarazioni congiunte, una fra Al-Azhar e il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e l'altra del Joint Muslim-Catholic Committee, condannano gli orrendi atti di terrorismo. La Chiesa cattolica � pienamente consapevole del fatto che la strada del dialogo non sia facile. Quando ci si impegna in un dialogo serio si scoprono molti ostacoli. A volte questi ostacoli sono determinati da chi � all�interno di una certa tradizione religiosa. La causa prima potrebbe essere una mancanza di basi nella propria fede. Una conoscenza insufficiente della propria religione provoca confusione e interpretazioni errate che possono sfociare nel fondamentalismo. Una conoscenza insufficiente dell�altra religione pu� sicuramente incoraggiare una mancanza di valutazione e ampie generalizzazioni, e questo pu� sfociare in giudizi sbagliati. Ogni religione, vissuta in parti diverse del mondo da persone diverse in culture diverse, diventa una realt� dalle molte sfaccettature. Soltanto nello spirito del dialogo possiamo scoprire la ricchezza delle religioni e astenerci da osservazioni che sono basate su ignoranza, pregiudizio e, soprattutto, mancanza di carit�. (traduzione di Monica Levy)

�La violenza � una maledizione per l'umanit�
di MOHAMMED AMIN SMAILI Teologo dell�universit� di Rabat (Marocco)

Il suolo europeo � stato teatro della maggior parte delle guerre internazionali, la prima e la seconda guerra mondiali. E con l�Europa i popoli mediterranei hanno condiviso le sofferenze. Per questa ragione, i popoli europei sono dotati di grande saggezza e sembrano pi� o meno vaccinati per sopportare conflitti o terrorismo. Sono aperti a quella civilt� di convivenza tracciata dal pensiero di Papa Giovanni Paolo II: �Ho fatto mio il sogno di un�unica famiglia umana, quando - nell�ottobre del 1986 - invitai ad Assisi i miei fratelli cristiani e i responsabili delle grandi religioni mondiali a pregare per la pace. Desideravo che tutti si sentissero chiamati a costruire - in un mondo ancora diviso in due blocchi - un futuro di pace e di prosperit�. Avevo una grande visione davanti a gli occhi: tutti i popoli del mondo che, da diversi punti della terra, camminavano per riunirsi davanti al Dio unico, come in un�unica famiglia�. La visione del Papa ad Assisi era vera, ma la guerra nucleare, dopo la caduta del Muro di Berlino e la creazione dell�Unit� Europea, � sostituita da un�altra guerra, quella contro il terrorismo. E la pace sembra difficile in un mondo complesso e contraddittorio, come diceva Andra Riccardi della Comunit� di Sant�Egidio: la pace � un cammino di fede e di solidariet� quotidiana con i poveri, di amicizia come maniera d�essere in mezzo agli altri. Dio non vuole che le popolazioni siano prigioniere della violenza, dell�odio, della guerra. Egli ha dato la grande possibilit� agli uomini d�essere liberi nella pace, di costruire la pace e di dare la pace. La pace � una responsabilit� e un dovere che ci appartiene. Un sogno spunta all�orizzonte, ma forse non � che un sogno. Un sogno per cui valga la pena vivere: che la pace conquisti i cuori, penetri nelle profondit� della terra e faccia cessare qualsiasi violenza; che cresca nel dialogo aperto e ragionevole, rispettoso di ogni identit�; e che scenda in tutti i cuori, lungo le rive del Mediterraneo, a Gerusalemme e in Terra santa, in Africa e nel mondo intero. Che la pace viva nella fede, nella buona volont�, nel dialogo, nella giustizia. In questo terzo millennio, l�umanit� si trova di fronte a un�altra guerra, mentre i popoli della nuova civilt� non pensano che si possa guarire il male con il male e vogliono tornare a quanto la Storia ha insegnato: l�Europa ha dimostrato, con la sua arte, la sua civilt�, la sua educazione, che il male non si corregge mai con il male, che � finita l�epoca delle guerre sante e delle crociate. Oggi gli uomini liberi si impegnano a sostituire le sofferenze con l�amore; amore che spinge verso una convivenza basata sul dialogo, al fine di vivere una nuova epoca e scrivere una Storia che faccia dimenticare le guerre vissute dagli uomini. E al fine di vivere una nuova civilt� basata sulla ricchezza dei valori, che sono il fondamento costante della vita di ogni individuo. Nel mondo moderno, l�uomo ha cercato di convivere con l�altro uomo, ma senza ascoltare la volont� di Dio. Talvolta, h a tentato qualche sfida, ma ha dovuto sempre confidare nella misericordia di Dio e nel suo perdono. La guerra non � mai stata portatrice di felicit� e bisogna evitarla attraverso il dialogo. Sono tanti i popoli che soffrono. Alcuni soffrono per carestie, malattie, povert�, ignoranza, dittature. Altri per le guerre e il terrorismo. Ma oggi noi, popoli del Mediterraneo, soffriamo per gli americani, per le vittime innocenti di New York e Washington. Questa sofferenza ci ha guidato verso la casa di Dio e siamo entrati nella grande Cattedrale, il monumento religioso di Rabat, capitale del Marocco, per pregare tutti insieme: ebrei, cristiani e musulmani, affinch� il dialogo si sostituisca alla guerra, il rispetto dei valori all�odio e la pace di venti la felicit� dell�uomo. Infatti la guerra non � mai stata una soluzione e ha sempre rappresentato una maledizione per il genere umano. Per fermare quegli individui disposti a tutto, anche a morire, dobbiamo cercare di fare giustizia e salvare il dialogo. (traduzione di Daniela Maggioni)