Comunità di S.Egidio


 

23/09/2001

Chiesto l�intervento di Comune e Regione per fronteggiare l�emergenza. Solo 2 su 100 gli assistiti, bisogna potenziare i servizi domiciliari
Nessuno bussa alla porta di ventimila anziani
La denuncia della Comunit� di Sant�Egidio: terza et� sempre pi� abbandonata, serve un �piano Marshall�

 

Ventimila anziani non autosufficienti sperano che qualcuno bussi alla loro porta. Altri 35-40 mila hanno problemi mentali pi� o meno gravi e oltre 200 mila sopravvivono con la pensione minima. I servizi sociali e sanitari si occupano solo, in totale, di 9.106 romani che hanno pi� di 65 anni. Gli altri pesano, come macigni, sulle spalle delle famiglie o vivono soli, circondati da quasi tre milioni di sconosciuti. La situazione della terza et� nella capitale � stata illustrata ieri dalla Comunit� di Sant�Egidio che ha chiesto a Comune di Roma e Regione Lazio �un piano "Marshall" per gli anziani che vivono in citt� una condizione di emergenza e per evitare il ripetersi degli otto casi di donne e uomini morti di solitudine e stenti nelle loro abitazioni la scorsa estate�.

Mario Marazziti, portavoce della Comunit�, � scuro in volto mentre legge i numeri di quello che definisce �un dramma quotidiano�: �Siamo molto preoccupati: questo problema ha bisogno di risposte che escano fuori dall�ordinaria amministrazione. Servono progetti diversi da quelli che si sono portati avanti fino a oggi: purtroppo non abbiamo alcun segnale in questo senso dal Campidoglio e dalla Regione. E alla fine capita che solo due anziani su cento sono assistiti�. Pochi sanno che a Roma sopravvive �nella precariet� assoluta un esercito di 60 mila cittadini a rischio emarginazione - aggiunge Marazziti - dei quali 20 mila non sono autosufficienti perch� afflitti da guai fisici o mentali, pi� o meno gravi, ma purtroppo solo 9106 sono in carico ai servizi sociali e sanitari�.

I volontari di Sant�Egidio accudiscono a domicilio circa duemila anziani in tutta la citt� e sono in contatto con altri 2.500 ospitati nelle case di riposo. �Ricerche e studi dimostrano che un anziano sta bene quando rimane il pi� a lungo possibile nel suo ambiente, tra le mura amiche - ricorda Marazziti - invece nel mondo occidentale, Italia compresa, assistiamo esattamente al contrario: chi non � in grado di stare da solo, e non � autosufficiente, va a finere nelle strutture per lungodegenti�. Secondo Silvia Marangoni, che coordina l�assistenza agli anziani nella Comunit� di Sant�Egidio, �non esiste una rete di servizi socio-sanitari, che aiuti l�anziano per svolgere tante azioni della vita quotidiana, come andare a fare la spesa e recarsi dal medico, e gli faccia compagnia per qualche ora al giorno�. Investire nell�assistenza domiciliare, per il portavoce della Comunit�, �dovrebbe essere il principale obiettivo� perch� �offre una buona qualit� di vita e costi contenuti�. Infatti Sant�Egidio punta anche il dito contro gli sprechi: �Nella casa di riposo comunale di Casalboccone - fa notare Silvia Marangoni - la spesa di ogni ospite si aggira sugli 80-90 milioni l�anno perch� la struttura � affittata dal Campidoglio per due miliardi l�anno: con quegli stessi fondi potremmo garantire assistenza a molti pi� anziani... o mandare gli ospiti di Casalboccone in un albergo a quattro stelle�.

Problemi anche dai ricoveri in case di riposo, centri per lungodegenti e Residenze sanitarie assistenziali (Rsa): dal 1997 al �99 da meno di 400 cittadini gli elenchi sono arrivati a accoglierne oltre 1000 e i tempi d�attesa variano da 5 mesi a un anno. Inoltre facendo un paragone con altre citt�, emerge con chiarezza un dato desolante: nella capitale si investono solo 114 mila lire l�anno per ogni anziano, cio� la met� della spesa prevista a Milano e un terzo dei fondi stanziati a Bologna. �Troppo poco - conclude Marazziti - Serve un segnale forte�.

Francesco Di Frischia