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23/09/2001 |
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La chiama emergenza silenziosa. E� cos� che la Comunit� di Sant�Egidio indica la difficile e preoccupante situazione che interessa quasi ogni famiglia di Roma, perch� quasi ogni famiglia di Roma ha in casa un anziano. Da custodire, da curare, da proteggere da una vecchiaia sempre pi� brutale e insidiosa in una grande citt�. Ed in effetti, andando a leggere l�identikit dell�anziano romano che ieri mattina i responsabili della comunit� hanno presentato alla stampa per fare il punto dopo la terribile estate appena trascorsa che ne ha visti una quindicina morti nelle proprie abitazioni e ritrovati solo dopo lunghi giorni di abbandono, il mondo degli ultra - sessantacinquenni romani sembra quasi un mondo a parte. Silenzioso. Emarginato. Quasi un esercito di senza diritti. Ed � per questo che la Comunit� di Sant�Egidio lancia un vero e proprio allarme e chiede a Comune e Regione pi� assistenza �personalizzata" attraverso un monitoraggio a tappeto e una maggiore incentivazione di un sostegno a domicilio che non isoli l�anziano in una casa di riposo o in una struttura di lungodegenza. L�ultimo censimento in materia (riferito al 2000) indica in 521 mila gli anziani romani. Pi� donne che uomini. Per i circa 9 mila di loro che ne hanno diritto il Comune di Roma, attraverso le varie forme di assistenza, ha speso nel �99 quasi 59 miliardi di lire. Secondo Mario Marazziti, che ha esposto i dati a nome della comunit�, �sono 60mila i pensionati che vivono in condizioni di precariet� assoluta�, quindi solo uno su sette � assistito. Ma non sono gli unici dati forniti. Colpisce infatti che i tempi d�attesa per essere ricoverati in una casa di riposo all�interno del Comune dal �97 al �99 sono raddoppiati e vanno dai 6 mesi ad un anno, mentre in provincia le attese diminuiscono sostanzialmente. Spingendo l�anziano sempre pi� fuori citt� e spezzando, di conseguenza, le residue situazioni amicali. Ai disagi dovuti alle condizioni economiche precarie, vanno ad aggiungersi i problemi delle persone anziane e con problemi mentali. Anche qui dati in aumento, soprattutto in relazione alla demenza senile e all�Alzheimer. Circa 35 mila i disagiati e di questi, quasi 20 mila completamente non autosufficienti. Un vero e proprio esercito. Per la Comunit� di Sant�Egidio diventa fondamentale quindi la cooperazione fra le forze istituzionali. Comune e Regione devono farsi carico di quest�emergenza puntando su uno zoccolo duro di servizi per tutti e su un�assistenza il pi� possibile personalizzata, domiciliare e integrata, tenendo presente che dagli stessi anziani arriva sempre pi� netta l�indicazione della preferenza a rimanere nelle proprie abitazioni quanto pi� a lungo � possibile. �Centri diurni, che devono crescere e essere accessibili a quante pi� persone � possibile, e centri di ascolto di quartiere: una trentina sono gi� attivi ma devono essere una priorit� perch� rappresentano l�indicatore principale dei bisogni degli anziani�, fra le altre proposte che Marazzini ha indicato in conclusione del suo intervento.
Maria Grazia Filippi
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