Comunità di S.Egidio


 

05/10/2001

Appello e proposte comuni dei rappresentanti religiosi al termine del vertice romano organizzato dalla Comunit� di Trastevere
Sant'Egidio lancia un gruppo di contatto islamo-cristiano

 

Il summit tra islamici e cristiani, voluto dalla Comunit� Sant'Egidio, si � chiuso con un appello e la proposta di un gruppo di contatto permanente tra le due fedi monoteiste, anche se - si riconosce da entrambe le parti - il dialogo, che � un fenomeno storico di "lunga durata", � sempre esistito. �Nessuno dica - � scritto nell'appello finale - che � la sua religione che lo incoraggia alla guerra e che gli indica la violenza come via per risolvere i conflitti. Nessuno usi il nome di Dio per togliere la vita di vittime innocenti e inermi: chi usa il nome di Dio per odiare e scegliere la via della violenza abbandona la religione pura�. Gli esponenti delle due fedi si rivolgono poi a �tutti coloro che uccidono, diffondono paura, terrore e odio, fanno la guerra in nome di Dio. Tanti nomi di Dio - ricordano - non significano mai guerra, ma tutti insieme compongono la parola pace. Parlare di guerra di religione � un'assurdit�. Non create muri che dividono, isolano e finiscono per rendere invivibile la vita di quanti attendono giustizia�.

Cattolici e musulmani hanno pregato separatamente: nella chiesa di Santa Maria in Trastevere e nel giardino di palazzo Leopardi che � di fronte. Poi si sono fusi in un solo corteo e hanno invaso la piazza. Sul palco, a chiudere il summit, il fondatore della Comunit�, Andrea Riccardi , il cardinale Roger Etchegaray e il mufti d'Egitto, Nasser Farid Wasel. La serata conclusiva degli incontri � stata giocata tutto sul valore della simbologia; cos�, dalle stanze raccolte della Comunit�, cristiani e islamici sono apparsi insieme nella piazza per esprimere �pubblicamente la loro preoccupazione e la loro convergenza nel rifiutare ogni occasione di incomprensione reciproca, confermando il loro impegno su tutti i tempi solennemente espressi gli uni accanto agli altri nel lavoro dei due giorni del summit�. Positivo il bilancio degli incontri. Riassumendoli, lo stesso Riccardi, Ezzedin Ibrahim, consulente culturale dell'emiro degli Emirati Arabi Uniti, e il patriarca siro-ortodosso di Aleppo, Mar Gregorios Ibrahim, hanno riferito che durante i lavori c'� stata �l'unanime condanna degli attentati dell'11 settembre, simpatia per le vittime e i loro familiari e denuncia del clima di tensione e odio dal quale urge uscire per creare una cultura della pace�.

Non in tutto, per�, si � raggiunta l'unanimit�. Molto valore � stato dato al gruppo di contatto, che avr� tra i primi temi all'ordine del giorno l'estremismo religioso. Del gruppo non fanno parte ufficialmente esponenti della Santa Sede, �anche se - precisa Riccardi - alcuni di loro hanno preso parte al summit a titolo privato, e in certi casi privato vuol dire pubblico�. Il gruppo di contatto avr� tra gli altri compiti quello di interloquire con il mondo politico. Si � fatto anche un riferimento a Berlusconi e alla sua battuta sulla superiorit� della cultura occidentale. �Si � per� corretto - dice Ezzedin Ibrahim - e questo per noi � ci� che conta�.

Minori le speranze sugli effetti che potr� avere su quella parte del mondo islamico che, invece, ha scelto la strada del fondamentalismo e del terrore. Ma per fondamentalismo - dicono a Sant'Egidio - deve intendersi anche quello laico, a partire dal terrore prodotto dal comunismo. �� una malattia - precisano - di cui soffrono tutti�. Attraverso il gruppo di contatto si potr� intervenire anche su questa componente fondamentalista dell'Islam? E con quali speranze? Cristiani e musulmani si fanno poche illusioni. �Abbiamo la stessa speranza - confessa Riccardi - di convincere i terroristi dell'Ira o quelli dell'Uganda. Ma abbiamo la certezza che si debba vivere la realt� in una prospettiva pi� ampia di quella data dalla contingenza. In questo modo � possibile stabilire una via di dialogo�.

Giovanni Ruggiero